Capitolo 1

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Mi svegliai bruscamente a causa di un fastidioso rumore: era la sveglia che segnava le cinque del mattino.

Decisi di ignorarla e continuai a dormire beatamente.

Subito dopo, però, arrivò un suono ancora più irritante.

«Allison, svegliati! È già tardi e devi ancora fare le valigie!» urlava mio zio dal piano di sotto.

Sapeva benissimo che odiavo le urla di prima mattina, ma evidentemente non mi ha ascoltata.

Già da quel momento, prevedevo un giorno abbastanza difficile e faticoso.

«Allison!» mi richiamò nuovamente.

«Sì sì, ora scendo! Non urlare così tanto, dio mio!» dissi già esasperata.

Tenevo a cuore mio zio, ma quando strillava non lo sopportavo proprio.

Era testardo da far paura, orgoglioso e abbastanza protettivo.

L'unica cosa positiva era il suo aspetto fisico: alto, muscoloso, capelli castani e occhi azzuri.

Aveva un suo fascino.

Scesi dal letto e abbandonai le mie adorate coperte per accogliere il freddo di quella mattina.

Era sempre così qui a Denver.

Mi stiracchiai, recandomi subito dopo in bagno.

Mi sciacquai la faccia e legai i miei lunghi capelli castani in una disordinata coda.

Osservai per bene le mie iridi verdi, notando delle gigantesche macchie nere attorno agli occhi, segno della mancanza di sonno.

L'avrei recuperato in aereo.

Mi spogliai dei miei morbidi e grandi vestiti e aprii il getto dell'acqua calda, cercando di rilassarmi, massaggiando lentamente la cute e cantando, come facevo sempre.

I pensieri non potevano far altro che vorticarmi per la testa.

Appena uscii dalla doccia, mi sentii meglio.

Mi affrettai ad asciugare i capelli e dirigermi verso l'armadio, alla ricerca di qualcosa di comodo da indossare.

Optai per una felpa nera e un paio di jeans, accompagnati dalle mie adorabili vans.

E, per finire, misi un leggero fondotinta, così da coprire le occhiaie.

Quando scesi al piano di sotto, trovai mio zio che preparava il caffè.

«Buongiorno» lo salutai.

«Buongiorno» rispose «vuoi una tazza di caffè?»

«Sì grazie, in questo momento ci vuole proprio» afferrai i miei biscotti preferiti e li inzuppai nella Nutella.

Visto che questo -ovviamente- non mi bastava, presi anche i cornetti farciti con il cioccolato.

Eh sì, senza una buona dose di zuccheri alla mattina, non saprei proprio come fare.

Il mio corpo non ne risentiva, ma ero decisamente golosa...

«Hai fatto le valige?»

«No» risposi subito e con la bocca piena.

«Ma dove hai la testa, Allison? Tra un'ora dovremmo essere in aereoporto, muoviti!»

... e anche ritardataria.

«Va bene, ho capito. Prima fammi finire la colazione, vecchio!»

«Non chiamarmi così, sai che odio questo nomignolo»

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