Capitolo 2

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*atti di violenza bla bla bla avete capito, se siete troppo sensibili saltate il capitolo, non è totalmente indispensabile*

Un'altra mattina e il solito orario. O forse no, non sarebbe stata una mattina come le altre. Questa sarebbe stata quella mattina. La mattina del cambiamento.

Merda, sono fottutamente in ritardo! Cazzo di capelli che non vogliono mai stare al loro posto!
Il moro si rimproverava per essere arrivato in ritardo alla stazione, ma, per quanto lui non lo volesse ammettere, l'unico suo pensiero era Federico. L'avrebbe visto? Pensava di no, dato l'orario, ma quando svoltò a destra per entrare nella stazione rimase impietrito. Federico c'era? Sì.  Era solo? No, o, meglio, sì era solo. Era solo contro quei ragazzi.

Federico era steso a terra e privo di sensi, probabilmente. Aveva il labbro spaccato da cui fuoriusciva del sangue, stessa cosa dal naso.
Il volto era quasi interamente ricoperto di lividi violacei e il biondo faticava a tenere gli occhi aperti.

Benjamin si mise dietro il muro per guardare meglio la scena, si sentiva impotente, ma doveva fare qualcosa.
Federico si lasciò andare. Sbattè bruscamente la testa a terra e a Benjamin venne un brivido, che no, non era di freddo.
I ragazzi ridevano. Erano quattro, quattro contro uno. E ridevano. Ridevano di Federico? Ridevano di un ragazzo steso a terra sotto i loro piedi?
Benjamin non fece nulla.
Si limitò ad osservare. Infondo la cosa non lo toccava minimamente. Pensava.
Un altro calcio e altre risate.
Un altro pugno e altre risate.
Lo presero per il colletto della maglia e lo tirarono leggermente su e lo lasciarono ricadere, più bruscamente di prima e risero ancora.
Federico cadde a terra e Benjamin ebbe davvero paura che da quel momento non si sarebbe più risvegliato.

«Federico!» fu tutto quello che il moro riuscì a pronunciare, in realtà uscì un sussurro. Un sussurro non sarebbe mai bastato.
I ragazzi se ne andarono. Lo lasciarono là sulla banchina.

«Ma che cazzo  avete fatto?! Cristo santo, ma trovatevi un altro modo per colmare le vostre insicurezze!»  Benjamin andò verso il biondo e urlò queste parole ai ragazzi che ormai non erano più là. Il ragazzo moro si piegò per terra verso il corpo di Federico e poggiò la testa dell'altro sulle sue gambe.

«Ehi, Fede. Sta tranquillo, ci sono io..-» si bloccò. Perché stava facendo tutto questo? Cosa gli aveva combinato quel ragazzo? «io.. io ci sono. Federico, andrà meglio, non ti lascerò, starai meglio vedrai»  continuò il ragazzo. Ma probabilmente l'altro nemmeno l'aveva sentito. Meglio così, pensava Benjamin.

Il moro prese in braccio Federico e lo portò al suo appartamento, grande non era ma d'altronde doveva solo ospitare una persona, all'inizio.
Quando Benjamin portò Federico nel suo appartamento non aveva la minima idea di cosa sarebbe poi successo. Lui non poteva averne idea.

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Hi Babess!
Mi sono dimenticata di dirvi che questa sarà una storia Btops 🙊, in caso dovessero scopare, si intende.
Scusatemi se il capitolo è troppo corto ma anche se non garantisco oggi magari ne riesco a pubblicare un altro.
La scuola mi sta distruggendo e siamo solo agli inizi, bene!
Mi sono dilungata abbastanza lol quindi grazie e ci vediamo al capitolo 3!

ringrazio te che stai leggendo fino a qua,
baci
Emi

7:45 »fenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora