capitolo 1

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Toc...toc...

Apro lentamente gli occhi, la luce me li acceca. Sento un rumore insopportabile provenire dalla porta dell'entrata.

Con molta stanchezza mi alzo dal letto, appoggio i piedi avvolti dalle calze e finalmente sono in piedi.

Sbadiglio molto rumorosamente. Scendo le scale che separa l'entrata dalla mia stanza e mi ritrovo davanti alla porta.

Stringo la maniglia la giro e apro. Davanti lo stipide si mostra il postino con una busta completamente nera,allungò il braccio e la prendo.

-Molte grazie- dico e poi chiudo la porta.

Giro la busta e c'è scritto il mio nome •Acacia Achkerman•

La apro e c'è un biglietto su cui non ce scritto proprio niente. Corrugo la fronte e cerco di capire qualcosa. Ma niente.

Sento la sveglia suonare e noto che sono le sette dall'orologio appeso in soggiorno.

Corro di sopra, poso la busta e faccio la doccia. Mi tolgo tutti i pezzi del pigiama per poi togliere l'intimo.

Prendo la mia molletta e lego i capelli in essa. Entro nella doccia e mi rilasso.

Sono Acacia Achkerman ho 17 anni. Il mio aspetto fisico è giusto, non posso lamentarmi. Ho i capelli neri e gli occhi marroni.

Finisco la mia doccia e mi asciugo, mi metto l'intimo e poi scelgo i vestiti per il mio giorno di scuola come tutti gli altri precedentemente passati.

Decido di indossare un jeans nero, una felpa nera con il logo di un alieno e infine le converse nere e bianche.

Prendo il mio zaino e gli occhiali che metto. Si porto gli occhiali da vista da tanto ormai e tra qualche settimana posso toglierli finalmente.

Scendo in cucina dove si trova mio padre.

-ciao papà- dico sedendomi.

-ciao Acacia- dice lui leggendo il suo giornale.

Prendo un tost e mangio.

Guardo il telefono e noto essere le ore sette e mezza. Decido di andare perchè voglio fare sempre la strada con la calma.

Mi alzo prendi lo zaino ed esco di casa. Prendo le cuffie e le attacco al mio iPhone.
Cerco tra i brani e seleziono la canzone Monster di Meg e Dia.

Siamo ormai a dicembre quà a Pittsburgh e fa molto freddo, metto le mani dentro le tasche della felpa e mi riscaldo

Per le strade si vede solo la neve cadere. Amo l'inverno per le piccole cose.

Arrivo a scuola e sono le sette e quarantacinque. La campanella suona alle Otto, mi siedo in una panchina e mi rilasso.

Attivo Internet e subito mi arrivano parecchi messaggi dai miei amici.

Abdigal

-buongiorno ciccia-

Appena lo leggo rido e subito gli rispondo.

-buongiorno a te milza-

All'improvviso sento chiamarmi da lontano, alzo lo sguardo e vedo abdigal. Tolgo le cuffie e mi alzo.

-ciao milza ahah- dico ridendo.

-ciao ciccia-ride lei.

Ci sediamo e parliamo un pò di tutto.

A distrarci è la campanella, nel cortile ci sono moltissimi ragazzi.

La scuola che frequento è l'artistico. Entro e mi dirigo verso la 4°A.

Away from My Monotonus Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora