11. Indicibili deliri

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E scrivere alla tenera luce
Dello schermo di un computer
Che proietta i colori dell'arcobaleno
Delle decine di fiori su di esso
È faticoso ed intimo, però

Non riuscirò più a guardarlo
Con gli stessi occhi di prima
Non dimenticherò mai la sua espressione
Le rughe vecchie e contratte sul suo volto
Arrossarsi per esprimere il suo pensiero

Pare orrendo anche solo a risentirne l'eco
Verso l'uomo più che il mondo abbia mai visto
Senza colpe, ma comunque colpevole
Di essere esattamente chi era
Proprio come me, malgrado nessuno lo sappia

Non oso chiedermi come possa
Anche solo essersi permesso di dire ciò
Che in un secondo ha sputato fuori
Dal suo piccolo e chiuso mondo
Che è arrivato addirittura a farmi odiare

Non riesco a piangere o a disperarmi
Non so cosa fare o pensare, solo il vuoto
Quasi mi sento annullato, castigato
Dal suo sguardo fisso, proprio il suo
Che avrebbe dovuto amarmi come pochi

Ma dovrò farne a meno, semplice
E tentare di godere solo dei ricordi passati
Cancellando del tutto i presenti e i futuri
Fin quando non morirò, o lui lo farà
Fenderò il buio, smetto di cercare una luce

Un campo pieno di paure - PoesieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora