Capitolo 1

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-Okk mamma arrivo!- dico gridando più di quanto volessi, mi guardo per l'ultima volta alla specchio e scendo il più in fretta possibile le scale, prima di sentire per l'ennesima volta la solita voce stridula che mi ordina di venire a tavola.
-era ora signorina!- dice mio padre -scusa, stavo facendo una cosa...-rispondo seccata. Mi guarda con aria strafottente e continua a mangiare quel piatto di pasta asciutta che sembra non finire mai.
-Sophie prendimi le posate-ordina mia mamma, obbedisco senza esitare.
-allora, quindi che giorno inizi a lavorare al negozio?-dice mio padre con la bocca piena. Proprio non mi va di discutere di questa faccenda sicuramente andrà a  finire male,come al solito.
-non lo so, dipende dai turni- rispondo cercando di far finire il prima possibile la conversazione.
Mamma mette in tavola il pollo,come d'altronde fa tutte le sere, e io la guardo con fare annoiato.
Mentre mio fratello Lucas, e i miei mangiano sento vibrare il telefono nella mia tasca...-cazzo e se è il mio capo Lucy? sicuramente dovrà parlarmi del lavoro-penso.
Mio padre si incazzerá di certo se guardo il cellulare ora;non sopporta l'idea che io lo usi il a tavola.
-scusate un attimo, vado in bagno...- mentre mi alzo sento sbattere la forchetta di mio padre sul tavolo. Cazzo non si può neanche respirare quando c'è lui in casa.
Mentre cammino verso il bagno mi aggiusto la felpa cercando di non far notare la presenza del cellulare nella mia tasca, apro la porta del bagno e accendo il telefono come credevo è un messaggio di Lucy...
~ti prego vieni il più in fretta possibile al negozio in ce la faccio più ...~ lei che mi parla in questo modo?praticamente supplicandomi di andare da lei?no, questa cosa è molto strana.
Come cazzo faccio ad andare da lei ora?Se Lucy mi ha inviato quel messaggio c'è qualcosa che non va,questo lo só per certo...non posso ignorare la sua richiesta, però mio papà  andrà su tutte le furie se esco a quest'ora di sera...cazzo.
-Mamma per me non mettere niente nel piatto che non mi sento bene, credo io stia per vomitare! -mento.
-Okk tesoro devo venire o stai bene!?-risponde mia madre col suo tono stridulo come sempre. -Tranquilla mamma!- grido dal bagno.
Ok, devo farlo ora...devo uscire dalla finestra, só che non dovrei ma sento che Lucy ha bisogno.
Prendo due asciugamani e li lego tra loro -per fortuna abitiamo solo al secondo piano...-penso fra me e me.
Lego saldamente  uno dei due asciugamani al termosifone e faccio scivolare l'altro dalla finestra, cazzo só già la reazione di mio padre al mio ritorno.
Afferro l'asciugamano e scendo con cautela, guardo in basso e vedo che i miei piedi che ancora non toccano terra, dovrò fare un salto di qualche metro...stacco le mani, il terreno era più vicino di quanto credessi.
Sento dei rumori dietro di me e mi si gela il sangue nelle vene, per istinto mi giro di scatto... -Fanculo Sebastian!-grido sottovoce, il cane della vicina, un pastore tedesco di pochi mesi è venuto a farmi scoprire?come minimo si metterà ad abbaiare come fá sempre e mio padre verrà fuori a sgridarlo e sbabam!...cazzo non ci voglio neanche pensare a quello che mi farebbe se venisse a scoprire che sto praticamente scappando di casa, sento il cuore arrivarmi in gola.
Fisso il quadrupede, che mi scodinzola con ara simpatica -Sebastian, vieni qui...-dico sottovoce. Prego dio che non abbai, ma scaccio subito questo pensiero quando vedo che fá marcia indietro e senza pensarci due volte se ne va.
Per fortuna, allora questo cane un po' di buon senso ce l'ha...
Sgattaiolo via fino al cancello che supero con facilità, faccio un respiro e il cuore comincia a ribattere con ritmi quasi normali.
Senza perdere tempo comincio a correre e correre, il negozio sembra lontanissimo...
Passo un vicolo mentre noto che il cielo si sta facendo buio e sento l'aria fresca tagliarmi le labbra umide, quanto odio l'autunno.
Ad un certo punto ho una sensazione strana, come se qualcuno mi stia seguendo, prima che io possa girarmi sento strattonare la mia felpa...
Mi manca il respiro, mi fermo e di scatto mi giro...
Vedo una persona, ci metto qualche secondo a capire che è un ragazzo poco più alto di me, con i capelli castani e gli occhi di un colore scuro che sembrano incutere timore.
-Ehi,dove stai andando? Sembra che tu sia di fretta...-dice lo sconosciuto con un ghigno malefico sul viso.-Cos'hai bisogno?-chiedo seccata con ancora il cuore in gola e il fiatone.
-Hei rilassati sembri nervosa... vuoi che ti dia un passaggio?-chiede il ragazzo,e mentre mi parla noto che ha l'orecchino che sotto questa strana luce scura brilla in una maniera incredibile.
Il suo sguardo mi fa ritornare alla realtà scuotendomi dai pensieri, -ehm, no grazie, scusa devo andare sono di fretta- dico riprendendo fiato.
-sicura? Guarda che mica ti mangio...-dice ridendo.
Per non sembrare troppo scocciata accenno un sorriso, e con qualche  indecisione accetto l'invito...Mentre seguo con lo sguardo questo ragazzo del quale non conosco nemmeno il nome, comincio a pentirmi di aver accettato.
-Allora?Vieni o no?- Dice con aria sarcastica, e solo in quel momento mi accorgo che sono ferma davanti alla macchina da qualche secondo.
-si arrivo, scusa-rispondo timida.
-Tu ti scusi troppo...allora dove ti devo portare?-chiede in tono gentile e calmo.
Accenno un sorriso cordiale e gli dico l'indirizzo del negozio.
Appena finisco di dire quelle parole noto che mi guarda con occhi stupefatti e io arrossisco.
-ma davvero volevi fare tutta quella strada di corsa? Tu sei matta!-ridacchia, e io con lui.
-lo so ma il fatto è che sono preoccupata per il mio capo, mi ha mandato un messaggio strano che mi chiede praticamente aiuto...-rispondo mente accende il motore e fa partire la macchina.
-Ah...-e non aggiunge altro.
Durante il tragitto non diciamo una parola né io né lui, accendo il telefono e vedo che sono già le 8.30 mio padre sarà su tutte le furie e mia madre preoccupata.
Appoggio il cellulare sul cruscotto e lo spengo.
-È questo il negozio?-chiede il ragazzo distogliendomi dai pensieri -si è questo grazie mille sei davvero gentile!-rispondo con già il cuore in gola.
Mentre lui accosta slaccio la cintura del sedile e afferro la maniglia della portiera e faccio per aprire...
Sento una mano calda posarsi su di me e mi assale un brivido non so se di tensione per Lucy o se è per altro...di scatto mi giro mentre un piede è già fuori dalla macchina.
-comunque mi chiamo Daniel...-dice arrossendo togliendo di scatto la mano da sopra il mio ginocchio.
Vedo il suo sguardo abbassarsi e mi sento arrossire -Io sono Sophie, grazie mille per il passaggio!- rispondo scendendo dalla macchina.
Mi affretto ad entrare nel negozio stranamente ancora aperto e vedo Lucy seduta, con le ginocchia al petto, sta piangendo a dirotto col telefono in mano. Il cuore mi manca di un battito a vederla in quelle condizioni.
Dio....

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⏰ Last updated: Oct 08, 2016 ⏰

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