Mi chiamo Destiny Cognome, sono una ragazza semplice. Non mi piace il mio aspetto, insomma, sono bionda, occhi azzurri, grigi e verdi che cambiano ogni volta che mi cambio i calzini, ah e ho anche il fisico di una modella e la pelle perfetta. Faccio veramente schifo. Uffi.
Beh, questo è il mio primo giorno di scuola, mi vesto in modo semplice. Insomma, tutta roba firmata persino, i miei occhi sono firmati.
Vado a scuola e mi perdo nei pensieri quindi vado a sbattere contro un qualcosa di duro. No. Non è un Harry Styles col fisico scolpito. È un dannato muro.
Raccolgo la roba e noto che un ragazzo mi sta guardando, assomiglia a un cavallo. Mi tira una scarpa e scappa. Mi alzo e vado in classe. Sono in ritardo, il prof mi picchia e vado a sedermi in ultima fila accanto a un figone. Non è vero. Ho dimenticato le lenti a contatto a casa quindi non posso saperlo.
Il tizio mi guarda e comincia a parlare in indiano.
Davanti a me c'è una ragazza. I suoi capelli sembrano simpatici quindi inizio a parlarci, dopo un po' la ragazza si gira confusa.
"Ciao" dico "stavo parlando con i tuoi capelli. Si sono presentati. Sono simpatici, tranne Roccociù. È un po' troppo stronzo; in ogni caso io sono Destiny ma tu puoi chiamarmi Destiny" sorrido
"Ciao Destiny, io sono Isabelle" dice la tizia
"Bene Isabella, diventiamo migliori amiche? Allora domani andiamo a farci lo stesso tatuaggio e dopodomani andiamo a comprarci delle patate e ci incidiamo sopra i nostri nomi" dico
"ehm... veramente sono Isabelle" dice lei
"va beeeeh, mica è l'ora di francese. Se ti chiamo Isabella la prof non mi tira le acciughe come ha fatto con Joseph. Nonché Giuseppino. Ma va beh. Mi stai ascoltan- chi stai guardando?" Guadro nella sua direzione "aaah.... capiiiiito" affermo "COSOOOOOO" urlo per chiamarlo. La classe si gira e il prof mi tira la ciabatta di suo figlio in faccia mandandomi dal preside.Uffa. Vado dal preside e inizio a parlare di alpache con lui. È simpatico. Mi ha lasciato il suo numero. Detto questo torno in corridoio e vedo tutti gli alunni correre fuori dalla scuola urlando. Sarà un terrorista? Mi avvio verso il punto opposto alla porta. C'era una foca. Bello. La saluto e ci faccio amicizia. Anche lei mi lascia il suo numero.
Esco e trovo Isabelle parlare con un tizio "Isaaaaa è luuuiiiii?" Gli annuso la mano e gli mordo il mignolo. Alzo lo sguardo ed è la versione XXL di Gordon Ramsay. Uffa non è lui. Lo cerco con lo sguardo ma non lo trovo. Allora mi viene un'idea...
Non è vero. Io non ho mai idee. Sono bionda. Decido di tornare a casa sul mio triciclo. Una volta arrivata trovo dei poliziotti davanti a casa. Mi spiegano che hanno trovato delle tracce di sostanze stupefacenti in cucina allora gli regalo un po' di erba per farli andare via. Entro a casa e trovo mio fratello incazzato. Gli chiedo cosa c'è che non va e lui mi tira il tavolo in faccia. Muoio. È tutto bianco. Vedo un pulsantino con scritto resuscita e lo clicco. Funziona. Mi sveglio e vado in camera mia saltellando. Che brutto, non ho nemmeno incontrato Gesù per l'autografo. Mah... tanto morirò altre volte.
Creo un gruppo whatsapp con tutta la scuola tranne gli stronzi. A scuola ci sono più di 2000 persone. Nel gruppo ce ne sono 13 lol. Li rimuovo perché non credono che i gabbiani abbiano gli occhi verdi.
Chiudo la porta di camera mie e vedo un'ombra dietro di essa. Sembra triste quindi la abbraccio. Dice di volermi uccidere. Io rido e gli dico che andrà tutto bene. Dopo un po' di ore di terapia e di partite di bingo, il signor Ombro decide di lasciarmi. È simpatico, ma sembra un pedofilo. Vado al piano di sotto e vedo un cane. Urlo, ma poi mi accorgo che era solo mio fratello. Cristo che somiglianza! Gli tiro una melanzana in faccia e scappo di casa.
Vado da Isabella, quella mezza francese del corso di storia. Le racconto della mia morte e dell'ombra. Lei spaventata mi tira l'armadio in faccia e mi porta al manicomio.
La receptionist mi saluta. Mi conosce già, come d'altronde tutto il personale. La saluto di rimando e mento dicendole di aver portato isabella a fare un tour dei posti più colti e storicamente rivoluzionari della città. Durante il tour mi mangio una scarpa, ne offro un po' a Isabella che accetta e la mangia gustosamente. È deliziosa. Una volta finito il tour, saluto Isabella che mi morde la mano dicendomi di chiamarsi Isabelle. Perfettina. Allora saluto Isabelle e vado alla pompa della benzina per bere qualcosa. Il metano era finito quindi ho deciso di bere della semplice urina di camaleonte. Alla cassa noto che il cassiere ha un volto familiare...
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Non Sense
RandomQuando il venerdì sera il barlume provocato dal marciapiede furioso cosparso di lavagne non è sufficiente per placare la rabbia dei fiumi di colla, ciò che vi resta da fare è respirare e leggere codesta opera.