Prologo

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Un vero scrittore sa sempre come incominciare il primo capito della sua storia, ma questo non è il mio caso.
Uno scrittore ha una buona grammatica, una vasta conoscenza della lingua e tante buone idee, ma come prima questo non è il mio caso.
Non amo la perfezione, anzi, oserei dire che la perfezione è già qualcosa che non è concepita dal mio cervello.
Amo il caos, amo le frasi sconnesse perché sono frutto di una persona che ha tante cose da dire, mentre invece quelle frasi tutte fatte e così perfette sembrano uscire da una mente robotica che tiene tutto sotto controllo.
Sembrano frasi a cui non deve essere aggiunta né tolta nessuna parola perché se no tutto l'equilibrio crollerebbe da un momento all'altro.
Niente in confronto al mio amato caos, dove ogni parola aggiunta o tolta è qualcosa creato sul momento e non premeditato, è una cosa così semplicemente genuina, che forse manca alla nostra vita di tutti i giorni...
Così parto dal caos, che è, sarà ed è stato sempre al centro di tutto.
Prima d'iniziare vi chiedo d' immaginare un ufficio, immaginate i cassetti pieni di carte tutte in ordine, plichi posti sulla scrivania in perfetta posizione, neanche un po' di polvere, i quadri perfettamente dritti, la scrivania di fronte a una sedia in pelle splendente... Ora immaginate che ci sia una canzone nella vostra testa, con quella melodia iniziate a ballare, lanciare fogli come fossero coriandoli, e come se voi foste i protagonisti della scena. Ogni cosa non importa più, venite trasportati da quella assurda pazzia di un momento.
La libertà, la gioia, la vita, tutto sta nel caos, nella vita davvero vissuta, perciò ora vi dico se siete deboli di cuore e questo caos vi può spaventare non andare avanti nei prossimi capitoli, ma se volete sognare, volare, vivere, pensare, beh viaggiate con me !
Così tra queste mie strane e sconnesse parole vi auguro una buona lettura 📖

Abisso Where stories live. Discover now