Comincia tutto per caso. Uno stupido gioco che pensava di potere controllare. Un paio di drink, si erano detti. Nulla di più. Si ritrova a seguirlo sulla pista da ballo di una discoteca senza nome senza neppure sapere come sia successo. Tornando indietro con la memoria non saprebbe dire come sia arrivato a questo punto. Sembra che null'altro esista, nient'altro possa mai essere esistito all'infuori di questo momento. E davvero, non riesce a ricordare perché questa sia una cattiva idea. Tutto ciò che riesce a vedere è l'uomo di fronte a sé. Sapere di essere desiderato lo fa stare bene. Lo fa sentire forte, invincibile. La solitudine dei mesi precedenti gli scivola addosso. In fondo, lui non c'è. E l'alternativa qual è? Stare qui, in un angolo, a guardare sconosciuti divertirsi, sentire il suo sguardo addosso e sapere di essere desiderati. Ma dire no. Perché da qualche parte, a migliaia di chilometri da qui, qualcuno ci aspetta. Oppure cedere. Dire sì. Baciarlo in mezzo alla folla, in una discoteca troppo affollata. E poi chissà. Portarlo a casa magari. Come era quel detto? Niente di buono succede dopo le due di notte. Ora ne ha la prova. Nel desiderio e nell'alcol è facile dimenticare le promesse fatte, i pianti e i ti amo sussurrati. È facile dimenticare tutto ciò che con fatica si è costruito negli ultimi dieci anni. E lasciarsi andare. Alla fine, dice sì.
Fare sesso con un altro è facile. Guardare in faccia la persona con cui stai da dieci anni dopo averlo fatto, invece, è difficile. Il sorriso che lui gli rivolge la sera su Skype, il suo racconto entusiasta della giornata lavorativa appena trascorsa, il suo "love you, miss you" detto con leggerezza ma sincero gli fanno venire la nausea.
Non posso dirglielo, continua a ripetersi. È stato solo uno stupido errore, se glielo confessassi rovinerei tutto. Non voglio mandare a puttane le cosa più bella della mia vita per un errore fatto una sera, da ubriaco.
Pensava che vedendolo di persona mantenere il segreto sarebbe stato più difficile. Invece no. Adesso è lì, accanto a lui. Lo può vedere, lo può toccare. Lo può stringere a sé quanto forte desidera. Lo spettro di una notte passata sembra sempre più lontano.
Per un po' smette di pensarci. Si gode il momento, di nuovo. Questa volta però sente che è giusto. Questa volta si sente bene. Questa volta è felice.
Quella sera fanno l'amore. E la differenza è lampante. Lo stringe fra le proprie braccia e gli sussurra che lo ama. Ed è vero. Con tutto se stesso. Non ne è mai stato più sicuro.
E allora perché sta piangendo?
È solo una lacrima. Recupera in fretta il controllo. Ma non sfugge allo sguardo preoccupato dell'altro. Ha capito. A livello inconscio ha capito.
Ed è un attimo. Ora o mai più. Possono fare finta che non sia mai successo. Sa che non gli farà domande. In fondo, neppure lui lo vuole sapere. Chi vorrebbe sapere? Hai la possibilità di essere felice, ignorando una verità troppo dolorosa da sopportare. Oppure puoi avere la verità, la cruda realtà che ti farà soffrire. Cosa scegli?
Ma Andy ha capito, ha capito che non può continuare così, che confessare è da egoisti, che servirebbe solo a liberasi la coscienza. Ma ne ha bisogno. Sarà egoista, per questa volta. Non gli darà altra scelta se non di condividere il suo dolore. E ne sopporterà le conseguenze.
"Mika" sussurra, e la sua voce si spezza. Da lì le parole escono incontrollate dalla sua bocca.Angolino autrice:
Ho scritto questa piccola storiella di getto, un paio di settimane fa, e non l'ho praticamente più toccata da allora. Cosa per me molto strana devo dire.
La scelta di non nominare i personaggi fino alla fine non è casuale: è Andy, ma sarebbe potuto essere anche Mika.
Spero che il titolo non risulti troppo altisonante. La storia è strutturata proprio come il romanzo, non potevo non omaggiarlo in qualche modo.
Grazie per aver letto la mia storia!