Gli incubi mi tormentano.
Si impadroniscono della mia mente e la portano a immaginare i più macabri scenari.
E allora la vedo,appena una lastra di roccia sotto di me.
Il picchetto che minaccia di staccarsi e lei che mormora piano:"non ci reggerà entrambi" prima di tagliare la corda e precipitare nel vuoto.
Mi sveglio sudato,le guance rigate di lacrime e con la piena consapevolezza di non aver solo sognato.
Quell'incubo è reale.
Lo ripeto a me stesso ancora incredulo, è stato un attimo, pochi secondi che hanno cambiato la mia esistenza.
Era la mia migliore amica, la mia ancora,l'unica persona a cui potevo dire tutto.
Ripenso al suo sorriso e tutto quello che avevamo passato, l'amicizia di una vita finita in un attimo,il nostro legame spezzato insieme alla fune che la sorreggeva.
Mi stringo al cuscino e inizio a urlare,non provo nemmeno a fermare i singhiozzi che scuotono ogni fibra del mio corpo.
Perché lei?Perché non io?Perché noi?
Eravamo inseparabili,io e lei.
Eravamo l'incarnazione del principio di amicizia.
Ora lei dov'é?
Ed ecco che pensieri malati iniziano a impossessarsi della mia mente,le mie gambe si muovono da sole verso il balcone e senza nemmeno rendermene conto spicco un ultimo salto,per raggiungerla.
