Il vecchio sobbalzò. Il ciocco che aveva gettato alle fiamme poco prima aveva scoppiettato rumorosamente e l'aveva riportato nella piccola stanza buia da dov'era partito. Scosse la testa, sbatté più volte le palpebre e riprese il controllo dello sguardo. Fuori il sole era già calato da un pezzo. La stanza era quasi completamente spoglia e veniva raggiunta anche nei suoi angoli più lontani dalla luce che veniva dal caminetto. L'aria era calda e intrisa di un dolce profumo di legna e resina bruciate. Regnava un silenzio interrotto solamente dal rumore della legna che ardeva e dalle voci che il vecchio sentiva mormorare nella sua testa. Stava seduto su una sedia talmente malridotta da cigolare per qualsiasi movimento compiuto dal suo ospite. Appoggiava le mani su un bastone ricurvo all'estremità e teneva lo sguardo fisso sulle fiamme. Sentiva il dolce tepore e l'aria calda accarezzargli il viso, muovergli i pochi capelli bianchi rimasti e far ondeggiare la folta barba. Ascoltava il corpo e sentiva il calore toccarlo ed entrargli dentro fino alle ossa, risalendo dalle punte dei piedi al capo. Il vecchio si godeva questa dolce carezza senza dire nulla, senza provare nulla, con la consapevolezza che sarebbe stata l'ultima.
All'improvviso un guizzo di fuoco si levò più in alto degli altri e fece brillare la cornice di una delle foto poste ordinatamente su una mensola al lato della stanza. L'occhio del vecchio catturò di sfuggita quel luccichio e seppur a malincuore abbandonò momentaneamente il fuoco per dirigere lo sguardo verso ciò che aveva attirato la sua attenzione. Non riusciva a vedere bene la foto a causa della distanza e della luce, ma non gli serviva raggiungere con la vista la figura che spiccava nella vecchia fotografia. Sapeva bene chi fosse.
Era l'immagine di un bambino. Aveva gli occhi dipinti di un verde smeraldo e i capelli erano scuri e ordinati. Indossava un grembiule nero che contrastava con fiocco rosso che portava al collo e la "V" cucita con lo stesso colore sul grembiule stesso a indicare l'anno scolastico di appartenenza. Ai suoi piedi vi era poi una cartella in finto cuoio gonfia per i troppi libri. Era lui quel bambino. La foto rappresentava il suo primo giorno di scuola in quinta elementare. Quella che indossava era la sua prima divisa e non poté non sorridere ripensando a quanto potesse mancargli ora che non l'aveva più.
Il vecchio allora girò leggermente testa e concentrò i suoi occhi su quello che la foto aveva da raccontargli e si dimenticò della sua precedente occupazione. Il fuoco intanto avvolgeva il ciocco e continuava il suo pasto senza preoccuparsi dello sguardo dell'uomo che lo aveva abbandonato.
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Ardere e Bruciare
Short StoryQuesto mio primo esperimento nasce senza la presunzione di potersi considerare una vera e propria opera. La lettura che affronterete vuol essere solo la prima fase di una ricerca personale di stile linguistico e narrativo e questa piattaforma il suo...