Always in my heart.

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2 ottobre 2016

Nell'ultimo periodo Harry era perennemente distratto.

Da quando era cominciata la pausa con i ragazzi non aveva avuto più tempi da considerare, da rispettare, da tenere presente e nonostante avesse iniziato a uscire, a fare servizi fotografici e a farsi vedere in giro, non si riteneva più impegnato come lo era un tempo. Adesso era semplicemente più libero e per quanto si sforzasse, non riusciva proprio a farsi piacere quella condizione: un po' - no, decisamente tanto - gli mancava stare coi ragazzi, cantare con loro ai live, prendere aerei di fretta e correre per non fare tardi a qualche intervista o qualche ospitata. Non era più abituato a tanto tempo libero, a non sentire il peso delle responsabilità che aveva con il gruppo, a sentirsi libero di non chiedersi quale giorno della settimana era e quanto tardi fosse la sera prima di andare a dormire.

E infatti non ricordava che giorno fosse, quando si svegliò quella mattina.

Eppure si sentiva strano, sentiva un familiare peso all'altezza del petto e lui conosceva benissimo quella sensazione, l'aveva avvertita la prima volta che i suoi occhi avevano incrociato quelli dell'amore della sua vita, e tutte le altre volte successive. Era una sensazione che abbinava a Louis e lui l'amava, perché amava tutto ciò che riguardasse quel ragazzo che, tanti anni addietro, lo aveva rapito con un semplice ciao.

Capì il perché di quella sensazione quando, prendendo il cellulare, controllò la data e vide le numerose notifiche che intasavano il suo account di Twitter.

E poteva sembrare infantile vista da fuori, ma non così tanto per un ragazzino che era stato costretto a crescere troppo in fretta e che in fondo aveva solo ventidue anni, ancora una vita davanti e tutto il diritto di sentirsi male al pensiero che cinque anni prima, l'amore della sua vita, aveva pubblicamente messo per iscritto che lo avrebbe tenuto sempre nel suo cuore.

Era un ragazzino troppo piccolo ma che aveva vissuto un grande amore, quel tipo di amore che ti fa sognare ad occhi aperti, ti fa toccare il cielo con un dito e che subito dopo ti fa precipitare nel vuoto.

Il fatto è che Harry a sedici anni si era innamorato del suo migliore amico. Tutto qua. Si era innamorato della persona migliore che avesse mai avuto la fortuna di incontrare: un ragazzo dolce, sconsiderato e fuori di testa che lo faceva ridere tutti i giorni con i suoi stupidi scherzi, che lo faceva emozionare con la bellissima voce e sciogliere come un ghiacciolo al sole tutte le volte che lo stringeva tra le sue braccia.

Per questo comunque sarebbero andate le cose, non avrebbe mai potuto dimenticarlo oppure odiarlo. Louis era semplicemente tutto per lui, tutto ciò che aveva sognato di avere un giorno e anche di più, e metterlo da parte era un'opzione che non era disposto e non era in grado di considerare.

Louis era la sua anima gemella, il suo pezzo mancante del puzzle, l'altra metà della mela: senza Louis non esisteva Harry.

E se ne rese conto qualche attimo dopo, quando si sciacquò il viso e con le goccioline d'acqua incastrate tra le ciglia si ritrovò a guardarsi allo specchio. E fu strano, ma non vide un ventiduenne coi capelli corti e gli occhi verdi e spenti degli ultimi tempi ma un ragazzo di sedici anni coi capelli ricci, gli occhi luminosi e il sorriso immenso da bambino che lo aveva sempre caratterizzato negli anni, che aveva sempre smentito l'aria da adulto che col tempo si era ostinato a mostrare al mondo per non sembrare troppo fragile.

Rivide quel ragazzino felice e capì che gli mancava da morire, gli mancava da morire la persona che era con Louis e spesso non poteva fare a meno di pensarci e credere che fosse finita per davvero. Il tempo passava sempre più veloce, loro erano sempre più lontani e quante speranze avevano di tornare insieme? Di tornare la coppia felice di un tempo, di tornare ad avere quei sorrisi, di tornare semplicemente indietro?

Yours sincerely - Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora