Capitolo 16

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《Prego signor Styles》

Dice l'uomo mentre mantiene lo sportello dell'auto aperto, facendo scendere prima Lucas, poi me.
Osservo la casa dall'esterno e alzo le sopracciglia, sapevo che aveva una gran bella casa, ma non mi sarei aspettato questo.
Mi ritrovo avanti una villa, una parete totalmente fatta di vetro, da cui si vedeva un tavolino in acciaio, uno di quei tavolini bassi che sembrano fatti per metterci i piedi sopra, intorno a quest'ultimo delle poltrone nere danno la possibilità di dar ragione al mio modo di usare quel tavolo.
Le pareti esterne erano verniciate con un bianco perla, pulito e impeccabile, facendo spiccare la porta, blindata, totalmente nera con pomello argentato.
Per essere una villa con solo due piani e una piscina, quasi olimpionica, è davvero molto grande, non immagino le stanze dentro.

Lucas cammina stupito mentre mi tiene per mano, seguendo al mio fianco Sebastien, che apre la porta dandoci il permesso di entrare in casa, naturalmente anche dentro era impeccabile, pavimento in mattonelle lucide di marmo color bianco sporco, mobili neri, grigi o bianchi, ad ognuno una ciotola diversa con dentro pietre nere e altre trasparenti, in salotto spicca tra i piccoli mobili uno più grande, dal vetro degli sportelli potevano vedersi delle foto, degli oggetti e bicchieri di cristallo, ne mancavano alcuni, probabilmente per la cena di stasera.

《Harry! Lucas! Siete arrivati!》

Esclama Catrine, mentre sorridendo si avvicina a noi, porta un vestito argentato, tutto pieno di lustrini brillanti e scollo a cuore senza bretelle, dietro aveva un piccolo strascico mentre avanti le gambe erano coperte fin poco sopra le ginocchia, i tacchi ovviamente erano abbinati al vestito, e i capelli nonostante il colore erano ben raccolti in un piccolo shignon con qualche ciocca arricciata sulle guance, ora rosse come i suoi capelli.

《Uhm...se puoi dirmelo significa di si》

Dico alzando un sopracciglio, scorbutico come sempre, ero fatto così con persone di cui nulla mi interessava, eppure, mentre si avvicinava la ragazza a noi, non potevo fare a meno di guardarla, stranamente nella mia testa non si è formato neanche un piccolo commento di disgusto, anzi...

《Sempre simpatico..》 dice in una lieve risata poi si mette sulle ginocchia per stare a quattro occhi con il bambino, mentre io la guardo dall'alto, a guardarla così, sorridente e dolce, faceva credere che fosse una ragazza perfetta, un angelo sceso in terra, ma questo angelo é capace di ballare aggrappandosi ad un palo e far strofinare il suo corpo con quello di sconosciuti ubriachi.

《Dovresti conoscermi oramai, ma dimmi una cosa》 dico mormorando le ultime parole, mentre lei alza lo sguardo verso di me e si alza in piedi, ora faccia a faccia, con gli occhi puntati nei miei 《hai convinto tu tuo padre?》sussurro, per non farmi sentire dal diretto interessato, e anche per la minima distanza tra noi due, riesco a sentire il suo respiro irregolare.

《No, Harry, é stato lui stesso a chiedermelo, io ho solamente accettato》
Dice lei, in risposta, per poi fare un sorrisetto divertito, inclinando la testa di lato.

Ah, quindi è stato lui mh?
I miei dubbi stanno solamente aumentando, come mi aspettavo questa ragazza non è servita a nulla, anche se non è colpa sua , ma..Cosa diavolo mi metto a pensare, certo che è colpa sua! É inutile, assolutamente inutile, credo..

《Andiamo, ci sta aspettando di là, in sala da pranzo, tra poco ci porteranno la cena》

Catrine mi distrae dai miei pensieri, che a quanto pare diventano sempre più offuscati e confusi su delle certezze che credevo fossero tali.
Lei inizia a camminare per le stanze della villa, quando arriviamo nella giusta stanza suo padre era seduto su una poltrona in pelle bordeaux, perfettamente abbinata al tappeto di uguale colore, il pavimento stavolta era in piastrelle color salmone, sempre di marmo, magari per richiamare la cucina rossa mattone e le tende del grande finestrone identiche al pavimento.
Carlos sta seduto a fumare un sigaro accanto la finestra, almeno il fumo sarebbe uscito tutto, alza lo sguardo verso di me e fa un tiro, facendo uscire il fumo con poca calma, spegne il sigaro e si alza aggiustandosi la giacca e cravatta, era completamente vestito di beige con la cravatta rossa scura.
A passo lento si avvicina e mi porge la mano, fingendo di sorridere tanto quanto me.

《Siete i benvenuti, sarete affamati, prego sedetevi pure, fate come a casa vostra》

Casa nostra?
Casa mia?
Oh...se soltanto sapesse non mi direbbe queste parole...

Psycho Love ||H.S||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora