Capitolo 1: Bagno di sangue.

11 6 5
                                    

Un'altro giorno di scuola stava per iniziare. Un giorno qualsiasi, almeno così credevamo tutti.

Mi appoggiai al muretto mantenendo lo sguardo fisso sul cellulare fin quando con la coda dell'occhio non vidi arrivare dal dormitorio una delle mie compagne di classe. Quella mattina aveva un aspetto a dir poco peggiore del mio (che avevo passato una settimana insonne). Mi si piazzò davanti, così alzai lo sguardo.

- Hey Yumi, dal sorriso inquietante che hai e dal tic all'occhio deduco che sei venuta a sapere di Tamaki e Shiro.- le dissi.

La ragazza si limitò a ridere. La sua risata era qualcosa di estremamente inquietante.

Sospirai, sapevo cosa sarebbe successo quello stesso giorno alla povera Tamaki. Yumi è sempre stata ossessionata da Shiro, fin dai tempi dell'asilo, e non avrebbe mai permesso a nessuna di toccarlo. Ma questo Tamaki non lo sapeva, per lei era la fine.

La campanella suonò ed entrammo in classe.
Prima ora: Arte.
Avrei voluto spararmi, ma ci pensò qualcun altro a farlo. Una gomma mi colpì dietro la testa, la raccolsi e quando mi voltai per rilanciarla dritta in faccia al mittente mi ritrovai a pochi centimetri di distanza dal viso di Hiro, il quale aveva un sorriso a trentadue denti.

- Idiota!- bofonchiai posando la gomma sul suo banco per poi voltarmi di nuovo.

Le parole del professore parevano dette in un'altra lingua, probabilmente nemmeno una lingua terrestre. O forse era solo la stanchezza.

Alla seconda ora avremmo dovuto avere fisica, ma la prof era assente e data la scarsità di supplenti ci lasciarono un'ora libera. Yumi mi fece cenno di seguirla, e così feci, tanto non sapevo che farmene di un'ora priva di scopo. Mi portò verso il vecchio edificio della scuola, che da qualche anno era diventato un dormitorio per quei ragazzi che vivevano troppo lontano dalla città per fare avanti e indietro. Ecco, lei era una di quelle persone.

Proseguimmo per il corridoio e salimmo le scale che portavano al terzo e ultimo piano.

- Vieni con me, devo farti vedere una cosa.- la ragazza mi prese per il polso e mi trascinò dentro camera sua.

- Scusa il disordine.-

Si avvicinò a un armadio alto più o meno come lei e largo poco più di me e lo spinse via, rivelando così una porticella che aprì con un colpo secco.

- Entra pure- mi fece cenno con la testa di entrare dentro quella porta per nani.

- Cosa c'è la dentro?-

- Lo vedrai con  i tuoi occhi.-

Feci come mi aveva detto, quello che vidi era così agghiacciante e affascinante allo stesso tempo: c'erano strumenti di tortura di ogni genere e in ogni parte della stanza.

Poco dopo di me entrò anche Yumi.

- Allora Kuro, ti piace il mio paradiso del dolore?- chiese tutta entusiasta.
I miei occhi si illuminarono per la prima volta di pura felicità ed eccitazione.

- Non mi piace...lo adoro.- la mia voce si fece più cupa e tetra.

- Bene, potresti aiutarmi a...-

- A?-

- È un po strano da dire, ma so che posso fidarmi di te. Potresti aiutarmi a fare fuori quella sgualdrina di Tamaki?-

La mia predizione si era rivelata giusta.

Presi un respiro profondo

- Sei sicura al 100% di ciò che vuoi fare?-

La ragazza alzò lo sguardo e con la determinazione di chi vuole ottenere qualcosa mi rispose con un secco e sonoro 'Si'.

Uscimmo dalla stanzetta e Yumi si assicurò di nascondere bene la porticella. Tornammo verso la classe parlando del più e del meno, e senza che ce ne accorgessimo era già volata un'ora.

Dopo altre tre interminabili ore di lezione la campanella che segnava la fine delle lezioni suonò, e come sempre l'intero corpo studentesco cominciò a muoversi in massa verso l'uscita o i dormitori. In mezzo alla folla, sulla soglia del secondo piano, una mano mi afferrò per il colletto della giacca trascinandomi fuori dall'ingorgo. Era Yumi.

- Kuro, ti andrebbe di venire a pranzo con me? Magari possiamo anche metterci d'accordo su...beh, hai capito no?- chiese innocentemente.

- Si, fammi solo avvertire mia madre.-

- Vieni, andiamo nel bar dietro alla scuola.- Yumi mi prese per mano e ci avviammo verso l'uscita.

Una volta arrivate al bar ci sistemammo a un tavolino in disparte per poter avere un po di privacy. Lei mi spiegò tutto nei dettagli

- Dunque, sai che Tamaki ogni giorno alle tre in punto torna a scuola per il corso di danza in palestra. Quello che dobbiamo fare è molto semplice, visto che lei è la prima ad arrivare e il corso comincia alle tre e quaranta avremo il tempo necessario per darle una botta in testa abbastanza forte da farla svenire e portarla in camera mia. Dopodiché daremo libero sfogo alla nostra creatività con la stanza delle torture. Infine, la butteremo nella caldaia.-

Sentii un brivido percorrermi la schiena. Tutto ciò era assurdo, ma era da tanto tempo che volevo sperimentare l'omicidio, e quale migliore occasione se non questa?

Yumi's P.o.v.

Alle tre in punto arrivò Tamaki. Tutto andò secondo i piani, in cinque minuti riuscimmo a portarla fino in camera mia. Ci volle un pò per legarla al lettino di tortura, ma la sua faccia terrorizzata quando si svegliò aveva ripagato tutti i miei sforzi.

- Dunque Tamaki...come va con il MIO Shiro?- le chiesi sarcasticamente estraendo un chiodo arrugginito dalla tasca del camice.

- Y-yumi, cosa stai dicendo? Shiro è il mio ragazzo! E poi...perché mi hai legata?-

Scoppiai in una risata isterica e le conficcai il chiodo in un piede.
La ragazza urlò dal dolore, proprio in quel momento Kuro uscì dalla penombra con un martello in mano.

- Kuro! Kuro aiutami!- urlò Tamaki, l'altra non le prestò la minima attenzione e con un sorriso maligno si avvicinò a lei.

- Sai...mi sei sempre stata sul cazzo con il tuo modo di sculettare davanti ai ragazzi.- detto questo alzò il martello facendolo schiantare contro la gamba destra di Tamaki che cominciò a piangere disperatamente. Io le diedi un altro colpo sull'altra gamba e con un altro chiodo le bloccai la mano alla tavola sottostante. Altri colpi e alla fine un chiodo dritto in mezzo alla fronte. La troietta era morta.

Kuro's p.o.v.

- Questo è per il mio Shiro. - Yumi ringhiò a pochi centimetri dalla faccia del cadavere di Tamaki.

Guardai l'ora sul cellulare: le quattro e mezza, l'ora di ginnastica era appena finita quindi le ragazze del cordo di danza erano tutte nello spogliatoio e avevamo la strada libera verso le cantine dove si trovava la caldaia. Una volta arrivate lì Yumi scoperchiò l'enorme contenitore e mi aiutò a farci cadere dentro il corpo senza vita della nostra ex compagna. Richiudemmo il macchinario ma proprio mentre stavamo per uscire un pensiero mi fece bloccare.

- Merda! Yumi abbiamo fatto una cazzata, in fondo alla caldaia prima del condotto di diffusione dell'acqua c'è una turbina...avrà fatto a pezzi il cadavere...- dissi

- Meglio no?- chiese lei con aria confusa

- No! L'acqua si sarà sporcata di sangue...e le tubature portano alle doccie.-

Katzumi's p.o.v.

- Hey Kat, hai visto? Oggi Tamaki non si è presentata a lezione. Non ti sembra strano?- mi chise Naomi

- Uh, si effettivamente è un strano da parte sua. Ma a me va bene così, almeno ho avuto la mia occasione di ricevere i complimenti che mi merito.- risposi.

Entrai nella doccia e aprii la valvola cominciando a lavarmi, senza badare a cosa stesse uscendo da lì dentro. Mi accorsi che il liquido non era acqua solo quando sentii Naomi urlare:

-OMMIODDIO MA QUESTO È SANGUE!-

Esatto...del sangue stava uscendo al posto dell'acqua.




Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 13, 2017 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

The Nightmare AcademyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora