~Severus
Sei davanti allo specchio delle brame.
Caso vuole che tu l'abbia trovato proprio stasera.
Sono sette anni che lei se n'è andata via per sempre.
Sono sette dannati anni che l'hai vista per l'ultima volta, quando i suoi occhi ormai si erano già spenti.
E ora, a distanza di sette anni, te la ritrovi lì davanti, sorridente come quando era qui con te.
Ti manca, ti manca troppo.
Soffri in silenzio, non hai intenzione di dar a qualcuno la soddisfazione di vederti debole, anche solo per un secondo. Hai capito, in questa vita, che meno debolezze mostri e meno possibilità hanno gl'altri di farti male.
Sei solo a piangere davanti a uno specchio nel quale vorresti poter entrare, così da prendere la tua Lily e dirle ciò che non hai mai voluto dire.
Nonostante siano passati anni e tu ti sia rifatto una vita, se così si può dire, lei ti continua a mancare, più di tutto e di tutti.
Ogni anno la stessa storia.
Probabilmente non ami nemmeno più Lily. Di questo dovresti esserne sicuro, soprattutto dopo quest'anno, ma ancora sei incerto sulla tua posizione.
Comunque, anche se non provi più certe emozioni per lei, rimane il tuo più grande desiderio.
Desideri averla ancora qui, chiarire e confidarti con lei.
Peccato che tu non abbia più questa opportunità...
Soffri e piangi in silenzio, come sei abituato ormai a fare.
Hai il cuore in frammenti troppo fini per essere raccolti.
I tuoi sensi di colpa sono più fitti che mai.
Se tu fossi stato zitto, lei sarebbe ancora qua.
Se tu avessi parlato con lei prima, ora sareste insieme.
Se tu non avessi scelto il male...
Sai che nulla cambierà, ma non puoi fare a meno di pensare a come sarebbe andata se tu quel giorno non l'avessi chiamata con quell'appellativo ignobile. Magari avrebbe scelto te e non quel maiale di James che te l'ha portata via.
Infondo, però, avresti fatto lo stesso.
Se ti fossi trovato nella situazione di Potter, probabilmente avresti fatto quello che ha fatto lui..
Sei stato un idiota.
Potevi avere tutto ma volevi di più, ritrovandoti con niente.
È straziante, alle volte.
Aver toccato la felicità con un dito ed essere sbalzati giù, senza il minimo preavviso.
È come quando stai volando ma la scopa perde quota.
È come quando sei a un passo dal traguardo ma qualcuno ti supera.
Come quando ti trovi contro te stesso.
Perché, alla fine, il potere non serve. Non ti avrebbe dato la gioia o l'amore. Ti avrebbe dato la fama ma sarebbe finita con quella di chi chiamavi signore.
Anche ora tu dovresti essere felice, ma il peso della coscienza grava sulla tua anima, ora come non mai.
Sai bene che prima o poi ti ritroverai nuovamente in guerra e l'equilibrio che hai trovato finora si spezzerà, lasciandoti sull'orlo di un precipizio.
Lo sai, ma non vuoi crederci, tanto accadrà comunque se sarà destino.
Già, il destino...
A questo punto stai iniziando a credere veramente di essere soltanto una pedina che si muove su una grande scacchiera e sta giocando una lunga partita.
Avverti il rumore di passi fuori dalla stanza in cui ti trovi, sarà qualche ragazzino che scappa da Gazza. Se tu stessi bene, certamente saresti uscito per metterlo in punizione e levare qualche punto a Grifondoro, tanto loro centrano sempre.
Ritorni a fissare lo specchio e a piangere, lasciandoti scappare un mugolio.
I passi che prima sentivi si sono fermati e stanno tornando nella tua direzione.
Non ti ricomponi, nessuno studente oserebbe entrare.
Invece, con tua grande sorpresa, la porta si apre, rivelando una figura femminile.
Provi a confonderti nel buio, ma la persona che ha appena violato la tua solitudine voluta viene verso la tua direzione e si siede per terra, accanto a te.
La riconosci, per questo non ti preoccupi a celarti dietro alla tua maschera di freddezza.
"Severus, smettila di piangere... Non credo ti possa aiutare"
"Minerva, va via."
"Lo so come ti senti, so che ti manca. Non c'è bisogno che io me ne vada."
"No. Tu non lo sai come mi sento"
"Si che lo so. Lo sai perfettamente che lo so"
"Minerva, non lo puoi sapere"
"Sono rimasta vedova, te lo devo ricordare?! So benissimo cosa provi!"
Non ce la puoi fare.
Se fosse una serata normale continueresti a risponderle e a contraddirla, ma questa non è una serata normale.
Non hai la forza per tenere a bada le emozioni che non esprimi verso gl'altri, per mantenere quella parte celata di te che nessuno conosce.
Non hai più la forza per combattere.
"Tu sai come mi sento?! Mi stai prendendo in giro?! Tu non sai un bel niente. Lo sappiamo entrambi che ti sei sposata solo perché ti ha preso per stanchezza. Non hai la minima idea di come ci si sente in certi casi. Tu non ti svegli di notte per i sensi di colpa. Non ti senti il colpevole della morte della persona che più amavi. Tu non sai nemmeno che significhi provare certe sensazioni, vedere gl'occhi della persona a cui hai dedicato la vita spenti. Quindi smettila di dire che lo sai, perché non è così."
La guardi negl'occhi, cerchi di interpretare le sue emozioni.
È impassibile.
Siete simili, ma totalmente diversi.
È difficile da spiegare, avete praticamente le stesse reazioni di difesa, ma tu sei cattivo e lei buona.
Ghiaccio e fuoco.
Due opposti che si sono incontrati a metà strada.
Riesce a mantenere le sensazioni dentro di sé, esattamente come fai tu. Solo che lei si sfoga con te, ma tu finora non le hai mai detto ciò. State insieme da un anno, ma ci sono argomenti che preferisci tenerti per te. Odi essere solo che vagamente compatito.
Ti fa sentire debole.
"Sai, forse non avrò mai provato certe cose. Forse non avrò visto quello che hai visto tu. Ma ti assicuro una cosa: non puoi dire che non abbia sofferto quanto te. Io non avrò visto la morte in faccia come hai fatto tu, ma ho visto come una persona si possa distruggere per qualcosa di cui non ha colpa. Ho visto come la persona che amo più della mia vita ha sofferto e si è fatto carico di pesi non suoi. E credimi, in questa cosa ho sofferto quanto te. Con te..."
Sei largamente spiazzato. Non sai nemmeno cosa dire.
Forse hai lasciato trasparire più del dovuto, oppure Albus si è lasciato scappare giusto qualche parola.
Ti dispiace, hai fatto soffrire anche lei, a quanto pare.
Abbassi la testa, insofferente.
Probabilmente ora se ne andrà e tu combatterai con i tuoi demoni ancora un po', come se non l'avessi fatto fino a questo momento.
"Severus, guardami"
La sua voce si è fatta più dolce, più carezzevole di quando ti diceva di non piangere. Ora non sembra un ordine ma una richiesta.
Alzi leggermente la testa facendo incontrare i tuoi occhi neri con i suoi verdi.
Vi guardate profondamente, come se vi steste leggendo e poi ti sussurra qualcosa.
"E ti dico anche un'altra cosa. Forse stare con te è stato un errore. Ma è pur sempre stato l'errore più bello che io abbia mai fatto"
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Another love|| One-Shot
Short StoryPiccola One-Shot sulla ship Severus/Minerva; ambientata il 31 ottobre 1988 ad Hogwarts.