CAPITOLO 2

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Mancano due ore alla festa e sto aiutando Ethan a sistemare.

Ieri alla fine ho guidato io fino a casa con le imprecazioni di mio fratello per qualsiasi cosa che facevo.

Non sono come le 'normali' ragazze che ci sono sulla terra. Per cambiarmi e prepararmi mi basta mezz'oretta.

Manca un quarto alle otto e dovrebbe arrivare Sophia. Mi ha minacciato che devo essere truccata e pettinata in modo divinamente e quindi, vedendo la mia espressione quando mi parlava, ha deciso che ci avrebbe pensato lei.

Sono spaparanzata sul divano o meglio sono sdraiata su Ethan che sta cercando di giocare alla play contro nostra sorella.

Madelie è la più grande tra noi tre e abita nella villa accanto alla nostra con il suo fidanzato. Stanno giocando a call of duty ma lei è una vera bomba e nessuno riesce a batterla.

"T'ho battuto ancora sfigato!" Urla lei alzandosi in piedi e saltando indicando mio fratello.

"Non è colpa mia se ho una balena spiaggiata sulla pancia." Si difende in qualche modo Ethan.

Come risposta gli arrivo un cazzotto nei coglioni, uno di quelli che si ricorderà a vita.

Fa un verso di dolore e mi lancia un'occhiata. Appena si è ripreso un pochetto incomincia a tirarmi pugni e a darmi pizzicotti soprattutto sulle tette sapendo che mi fanno un male boia.

Incomincia così una lotta tra fratelli. L'entrata in casa di Sophia e di nostro padre mette fine alla battaglia che purtroppo non ha nessun vincitore, solo tanti lividi.

"Un giorno riuscirò ad entrare qua dentro senza trovare spargimenti di sangue." Dice papà ridendo seguito dalla mia migliore amica.

Dopo aver sistemato il casino ci dirigiamo in camera mia e ci prepariamo per questa dannata festa.

Papà ci ha portato la scorta di cibo e di alcol. Si mio padre ci recupera l'alcol. Non è mai stato uno di quei padri iperprotettivi che non lasciavano fare niente ai figli e così anche nostra madre.

Ci hanno sempre fatti fare quello che desideravano e non ci hanno fatto mancare niente. Inoltre ora siamo tutti maggiorenni e responsabili quindi ci hanno lasciato in mano la nostra vita, a partire dall'andare a vivere da soli.

Siamo ancora chiuse in camera sedute sul letto a parlare.

Lei ha un vestito grigio e bianco e io nero ed entrambe abbiamo le décolleté nere. Sentiamo la gente arrivare e quindi decidiamo di scendere. Papà e Madelie sono andati al cinema. La musica viene accesa e c'è già gente che beve e fuma.

Le camere le abbiamo chiuse tutte a chiave e sia io che Ethan ci portiamo dietro le chiavi per tutta la serata. Non vogliamo avere sorprese ecco.

Sono le 23 e la gente continua ad arrivare. C'è gente ubriaca che balla e si strusciano sulle persone intorno a loro. Poi ci siamo io, Sophia e Dylan che balliamo e cantiamo fregandocene della gente intorno. A noi interessa solo divertirci. Siamo un po' brilli ma non siamo per niente ubriachi. Riusciamo ancora a ragionare perfettamente a differenza di mio fratello e dei suoi compagni di squadra che sono tutti andati. Anche Dylan fa parte della squadra ma è soprannominato il "papà" perché non si ubriaca mai e mette in salvo il resto di quegli idioti.

Li conosco tutti quei ragazzi. Da quando mi sono trasferita qua c'è un via vai di gente impressionante.

Sono ormai le tre di mattina e la gente sta incominciando ad andarsene. Rimaniamo io e i miei due migliori amici, mio fratello e il resto della squadra.

I ragazzi non fanno altro che ridere senza un motivo. Ridono a qualsiasi parola dicono anche a quelle senza senso. Mi fanno morire qui ragazzi, li adoro.

Sono ammassati uno sopra l'altro e russano come se non ci fosse un domani, mente io e gli altri due sistemiamo il più grosso.

Non so che ore sono ma sono sicura che se non è mezzogiorno, o è già passato o manca veramente poco. Non ho la forza di alzarmi dal letto e sento la mia amica girarsi accanto a me.

Non riesco neanche ad aprire gli occhi quando sento la porta aprirsi piano piano. Non sento più nessun rumore poi, quindi deduco che chi abbia aperto la porta se ne sia andato. Ho dedotto male invece.

Nel giro di due secondi un corpo si butta sopra di me schiacciandomi spudoratamente e urlando manco fossimo allo zoo.

E subito dopo anche qualcun altro si butta sulla ragazza accanto a me, che per lo spavento si mette ad urlare pure lei.

Dio mi sta venendo il mal di testa.

Apro gli occhi e mi ritrovo due palle marroni fissarmi. Li richiedo subito sbuffando e dicendo "Jacob non sei affatto simpatico, lo stesso vale per il tuo amico."

Non è stato difficile riconoscere quegli occhi marroni, solo lui li ha così intensi.

Si sposta sopra di me ficcandomi un gomito nello stomaco. Gemo per il dolore e allora capisco che devo passare al contrattacco.

Mi muovo di scatto, girandomi di lato e trascinando dietro anche il corpo del ragazzo. Quest'ultimo senza capire come si ritrova a terra provocando un tonfo e le risate delle altre persone nella stanza.

"Dio dovevo aspettarmelo da te cazzo! Lo sapevo che dovevo andare a svegliare Sophia!" Si lamenta toccandosi il punto dolorante.

"Eh dai Jacob non è stato poi così male" lo deride Alexander, l'altro ragazzo che è venuto a svegliarci, che intanto si era alzato da Sophia e si era seduto sul letto ai suoi piedi.

"Non siete simpatici, per niente." Sbuffa facendo solo aumentate le risate di noi altri.

"Comunque Maia ti cerca tuo fratello di sotto. Ah dimenticavo.. non è di buon umore." Mi avvisa Alex.

Mi giro a fissarlo confusa per l'ultima affermazione e come risposta lui alza le spalle e aiuta il suo amico ad alzarsi.

Dopo essermi cambiata scendo le scale e trovo mio fratello furioso che pulisce la cucina. Si gira e mi vede e subito si rilassa.

"Ethan che ti prende?" Chiedo ancora più confusa di prima.

"Quei coglioni mi avevano detto che eri andata a casa di un ragazzo a dormire. Appena li prendo li uccido tutti quanti." Sbuffa mettendo sul tavolo il telefono.

"Stai scherzando spero." Dico con un sorriso sulle labbra. Dio quanto è cuccioloso quando si preoccupa per me.

"No. Ho sempre saputo di avere degli amici bastardi e sai bene quanto mi sia difficile distinguere gli scherzi dalle cose serie." Risponde incrociando le braccia al petto.

Lo abbraccio mentre sento dietro di noi una risata collettiva che riceve una linguaccia da mio fratello.


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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 09, 2016 ⏰

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