Will era felice quando quella mattina entrò in ospedale.
Finalmente, dopo tre anni passati come assistente, era un dottore a tutti gli effetti. Il giorno prima aveva risolto un enorme problema come il suo maestro, il dottor Lee Fletcher, gli aveva insegnato a fare negli anni di praticantato. Era pronto ad andare nella stanza della paziente, subito dopo aver gettato il bicchiere del caffé ormai vuoto nel cestino dei rifiuti, quando venne raggiunto dalla sua collega.
Era facile capire quando Silena Bauregard aveva una brutta notizia da comunicare - cosa che i primi anni le aveva causato alcuni disagi con i pazienti affetti da gravi patologie - e ciò riuscì a smorzare l'entusiasmo di Will.
-Oggi ispezione a sorpresa- gli disse Silena con un'aria da funerale.
Will imprecò mentalmente.
A volte, spesso con cadenza bisettimanale, il consiglio dell'ospedale mandava un ispettore a controllare che non venissero violate le regole. Quel giorno invece Will aveva bisogno di aggirare il regolamento.
-Chi è l'ispettore?- domandò, seguendo l'amica al piano superiore.
Silena sorrise maliziosamente.
-Quello che ti piace-.
Will si ritrovò ad arrossire a quelle parole. L'ispettore di Angelo da quasi un anno passava in ospedale una volta al mese per svolgere il suo lavoro. Will lo aveva trovato subito carino e rivolgendogli la parola lo aveva reputato una persona interessante.
Da allora aveva sviluppato una cotta per lui, sebbene non si fosse mai dichiarato. Di Angelo era un tipo molto introverso e il massimo dell'interazione che avessero avuto al di fuori delle conversazioni sul lavoro era stato un "Congratulazioni" e un'esitante pacca sul braccio quando Will era diventato ufficialmente un dottore.
Will uscì dall'ascensore e lo vide in lontananza a parlare con la dottoressa Lavesque, uno degli assistenti che supervisionava. Lo sconforto lo pervase: gli era giunta voce che quei due fossero fratellastri e lei non avrebbe potuto tenergli nascosto il piano di Will.
Si voltò verso Silena, che era stata raggiunta dal fidanzato e chirurgo Charles Beckendorf. Dalle loro espressioni comprese che erano giunti alle sue stesse conclusioni.
-Che facciamo?- chiese Beckendorf.
Will pensò in fretta. Se Hazel aveva comunicato al fratello ciò che era successo il giorno prima l'unica cosa che potesse fare era convincere l'ispettore ad approvare il suo piano, ma sarebbe stata un'impresa difficile.
-Di' al dottor Ascelpius di tenere libera la sala operatoria- disse Will. -Vado a parlare con di Angelo-.
Beckendorf annuì e andò verso il reparto di chirurgia, mentre Silena fu chiamata da un'infermiera. Will se ne rammaricò un po': gli sarebbe piaciuto avere del sostegno morale per quel difficile compito.
In quel momento di Angelo sembrò notarlo e si voltò verso di lui. Aveva le sopracciglia corrugate e un'espressione diffidente e severa.
-Cosa significa questo, dottor Solace?- domandò indicando una cartella.
Will sorrise - o almeno, ci provò. Era difficile mostrarsi allegro con quei freddi occhi neri a metterlo in soggezione.
-Senta, di Angelo, posso spiegarle...-
-Lo spero bene- lo interruppe. -Sono proprio curioso di sapere come mai non è stato ancora dichiarato il decesso del signor Brown sebbene sia morto dieci ore fa-.
Will prese un profondo respiro. Coraggio, si disse. Se doveva dirgli la verità tanto valeva farlo nel modo più diretto possibile.
-Useremo il suo nome per operare un altro paziente-.
Per un attimo di Angelo fu troppo allibito per proferire parola.
-Mi sta prendendo in giro, dottor Solace?- domandò con un misto di incredulità e irritazione. -Il primario di medicina ne è a conoscenza?-.
-Beh... è così che facciamo al Sacro Cuore- spiegò Will. -Noi sistemiamo le cose e il dottor D finge di non vedere-.
Per un lungo istante di Angelo lo guardò intensamente.
-Dottor Solace, si rende conto che ciò che ha detto potrebbe costare una sospensione a lei e a tutti i suoi complici?-.
Will purtroppo se ne rendeva perfettamente conto. Non poteva però lasciare quella scelta in sospeso.
Giocò la sua ultima, dispetata carta.
-Come sei messo con lo spagnolo?-.
Di Angelo soppesò le parole, come per capire dove fosse il trucco e cosa c'entrasse con il discorso precedente.
-Non benissimo, perché?-.
-Seguimi-.
Will lo guidò verso una stanza dall'altra parte del piano, aprì la porta che mostrò una paziente seduta sul letto intenta a leggere il giornale.
-Hola Reyna- la salutò.
-Hola... como estas?- chiese di Angelo con un accento molto poco convincente.
La ragazza lo guardò con un'aria strana, poggiando il giornale sulle proprie gambe.
-Guarda che so parlare inglese- disse Reyna.
Di Angelo si voltò a guardare male Will, che mascherò le risate con alcuni finti colpi di tosse.
-Volevo presentarti il mio amico- disse Will. -Di Angelo...-
In quel momento Will si rese conto di non conoscere il nome del giovane uomo. Lo aveva sempre chiamato per cognome e non gli era mai passato per la mente di chiedergli come si chiamasse. L'imbarazzo lo pervase: come poteva non conoscere il nome del ragazzo per cui aveva una cotta?
-Nico- completò per lui l'ispettore.
Reyna gli strinse la mano. I due cominciarono a parlare e Will uscì dalla stanza per garantire loro un po' di privacy.
Un po' invidiava la donna: dopo quasi un anno lui riusciva a malapena a farsi dire che ore fossero da Nico, mentre lei conversava con naturalezza e facilità con quel giovane uomo.
Dopo qualche minuto Nico uscì dalla stanza e raggiunse Will.
-Ok, dottor Solace, cosa significava quello?-.
-Reyna ha bisogno di un trapianto di rene, dato che la dialisi non sta funzionando. La sua assicurazione però non arriva a coprire un tale costo, mentre quella del signor Brown sì. Per questo non abbiamo ancora dichiarato il decesso: vogliamo inserire un trapianto di rene al nome di Brown per operare Reyna- spiegò Will. -Pensi ancora di denunciarci al consiglio dell'ospedale?-.
Nico rimase in silenzio per un lungo istante durante i quali Will temette seriamente che avrebbe risposto in maniera affermativa.
-Penso che potrei aspettare qualche ora per avere i documenti del decesso- disse infine.
Il sollievo per Will fu tale si sporse verso di lui e lo strinse in un abbraccio.
-Dottor Solace, se non mi lascia andare immediatamente giuro che cambierò idea- lo minacciò l'altro.
Will mollò la presa su di lui e chiese agli assistenti di portare Reyna in sala operatoria.
Qualche ora dopo si ritrovò nell'area ristoro dell'ospedale, prese un caffé e quando si voltò si vide che vi era anche Nico.
-Senta, grazie ancora per oggi pomeriggio- gli disse.
L'altro si schermì.
-Non potevo lasciare Reyna in quelle condizioni-.
Will sorrise. Bevve un sorso di caffé prima di dire ciò che pensava da qualche settimana.
-Ormai ci conosciamo da quasi un anno, non sarebbe il caso di darsi del tu?-.
Nico non ne parve sorpreso.
-Certo-.
Rimasero a parlare di quanto ci avrebbe messo Reyna a riprendersi e Nico promise di passare nuovamente a trovarla perché gli era simpatica - e Will sospettava - avrebbe voluto diventare suo amico.
Quando Nico fece per andarsene Will prese il coraggio di sporgersi verso di lui e afferrargli il polso. Sospettava che se non glielo avesse chiesto in quel momento non avrebbe più avuto il coraggio di farlo.
-Per domani sera hai programmi?-.
Il cuore gli batteva forte dalla paura e dalla tensione.
-Sono libero tutta la settimana- gli disse Nico.
-Conosco un ristorante thailandese molto carino, se ti va di venire con me...-
Will si sentì arrossire e per qualche secondo desiderò prendersi a schiaffi da solo. Aveva trent'anni ormai, ma Nico lo faceva sentire ancora come un adolescente alla sua prima cotta.
-Se è quello sulla Diciannovesima Strada ci vediamo direttamente là- gli disse Nico e se ne andò con l'ombra di un sorriso sul volto.
Mezz'ora più tardi Will uscì dall'ospedale fischiettando un'allegra canzone.
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I can't do this all on my own || HoO fanfiction [Solangelo]
Fanfiction[Scrubs!AU] [Nico/Will | accenni Charles/Silena, Nico/Reyna friendship] -Beh... è così che facciamo al Sacro Cuore- spiegò Will. -Noi sistemiamo le cose e il dottor D finge di non vedere-. Per un lungo istante di Angelo lo guardò intensamente. -Dott...