Era ormai notte fonda, ed io ero nel mio letto che cercavo ansiosamente di dormire. Stavo stringendo le braccia attorno al cuscino, quando sentì degli strani rumori che provenivano dal piano sottostante.
Istintivamente pensai subito ad un ladro, così presi il mio cellulare e tremando digitai il numero della polizia. Dopo essermi accertata di aver dato tutte le informazioni necessarie allo Sceriffo, attaccai e mi diressi verso la camera dei miei genitori adottivi, ma trovai solo delle lenzuola stropicciate con del sangue secco su di esse. In quel momento ero tanto spaventata, avevo le lacrime agli occhi e avevo solo voglia di urlare, ma cercai di essere forte, così mi diressi verso le scale, pronta per scendere al piano di sotto.
Scesi lentamente le scale, cercando di non far rumore anche se le mie mani tremavano e il mio cuore batteva a mille. Mentre scendevo le scale, vidi tramite il riflesso della luce che proveniva dalla cucina, qualcosa che gocciolava e qualcuno che muoveva le braccia istericamente. Spaventata mi guardai attorno e per terra vidi casualmente la mazza da baseball di mio padre, così la presi per provare almeno un po' a difendermi e mi diressi verso la cucina.
Piano piano mi avvicinavo sempre di più e una volta entrata dentro non vidi assolutamente niente, era tutto normale, come sarebbe dovuto essere.
Stressata mi coprì la faccia con le mani e chiusi per un secondo gli occhi, ma quando li riaprì tutto era diverso.
Non ero più in cucina, ero in una camera con delle sporche piastrelle bianche, accanto al muro di questa stanza c'era una vasca da bagno colma di sangue. All'interno di questa vasca da bagno c'era la mia cara nonnina, la madre della mia vera madre. In quel momento non ce la facevo davcero più, iniziai ad avere un attacco di panico, non sapevo cosa stava succedendo, così feci l'unica cosa che mi avrebbe fatto stare meglio: urlare.
Urlai talmente forte che sentì le pareti di quella viscida camera tremare.
Ma quando aprì gli occhi, dopo aver urlato, mi ritrovai nella mia camera, con una rivista di moda tra le braccia.
Non riuscì a fare nemmeno mente locale che i miei genitori entrarono nella mia camera.
"Lydia, Lydia! Tutto bene? Cos'è successo?" mi chiese mio padre con un'aria preoccupata.
"Ti abbiamo sentito urlare, ti senti male?" si intromise mia madre prima che io potessi dare una risposta alle domande di mio padre.
"State tranquilli, va tutto bene. Era solo un incubo." dissi sottovoce.
"Okay, ma se hai bisogno di noi non esitare a chiamarci!" mi rassicurò mia madre. Io le sorrisi e loro uscirono dalla camera.
Mi guardai attorno, non sembrava un sogno, sembrava che stessi vivendo davvero tutto quello.
Ma non ci pensai troppo, ritornai sotto le coperte e cercai di riaddormentarmi, cercando di convincere me stessa che quel sogno fosse appunto solo un sogno.
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Someone who can pull you back
FanfictionDopo la morte di sua nonna, Lydia Martin, viene portata, dai suoi genitori adottivi, in un manicomio perché la ritenevano pazza. Pensavano fosse lei la causa della morte di sua nonna. In questo tetro manicomio, Lydia incontrerà una persona speciale...