liar

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Non appena mise piede dentro casa il telefono di Iwaizumi cominciò a vibrare ripetutamente nella sua tasca. Il ragazzo chiuse la porta alle sue spalle e si tolse le scarpe mentre prendeva in mano il cellulare che non aveva smesso di vibrare segnalando l'arrivo dei messaggi. Era quasi mezzanotte e Hajime non si spiegava chi potesse cercarlo a quell'ora della notte. Sbloccò lo schermo e vide sei messaggi vocali provenienti da un'unica persona: Tooru.
Rimase un po' interdetto; lui e Tooru non si vedevano da più di un anno e si erano ricominciati a scrivere solo da qualche mese. Hajime alzò gli occhi al cielo mentre azionò il primo audio: sicuramente Oikawa gli avrebbe detto qualcosa di stupido, qualche cavolata delle sue sugli alieni o lo avrebbe aggiornato sulle partite di pallavolo.

"Ehi! Sono alla festa e sto bevendo troppo. Dicono che dobbiamo finire tutto anche se io lo credo impossibile." Sentì Oikawa ridere mentre l'audio si interrompeva. Tooru non riusciva a reggere neanche una birra, tutto quell'alcol gli avrebbe dato alla testa in meno di dieci minuti. Hajime avviò il secondo audio.

"Sono ubriaco in giro da qualche parte e fa freddo. Ho bevuto troppo e sono solo... Non so neanche perché ho iniziato questo audio... volev-"

Il messaggio si interruppe così. Iwaizumi rimase sorpreso dal messaggio, non era certo ciò che si aspettava da Oikawa, soprattutto da un Oikawa ubriaco.
Azionò il messaggio dopo mentre si sedeva sul divano, il telefono tra le mani.

"Sono solo. Sono fottutamente solo e ubriaco. Troppo ubriaco... Ho iniziato questo audio perché-" La voce di Oikawa si bloccò nella sua gola e Iwaizumi poteva immaginare le lacrime ai margini di quegli occhi profondi. "perché ieri sarebbero stati due anni e so che ti ho detto che avevo capito perché mi hai lasciato ma non è vero, sono un bugiardo. Sono solo, sono solo. Ti ho detto un sacco di bugie, sono un bugiardo. Son stanco di tutto e di tutti. Non ho nessuno, mi lasciano sempre tutti... Voglio morire lo giuro."

Hajime spalancò gli occhi mentre una voragine di terrore si stava aprendo sul fondo del suo stomaco. Con un dito tremolante attivò il quarto audio.

"Sto male. Sono ubriaco. Non capisco niente. Sono solo. Non ho amici. Perché non ho amici? Vorrei solo qualcuno con cui parlare." 
Iwaizumi sapeva bene che quel qualcuno in realtà era lui.
"Non ho nessun amico. Sono solo, al freddo. C'è della gente che mi fissa. Sono così solo. Vorrei solo qualcuno vicino a me. Sono stanco, vorrei morire dav-"

Sentendo quelle parole Iwaizumi chiuse la chat con Oikawa e cliccò velocemente sulla rubrica. Cominciò a scorrere fino a quando non trovo il contatto che cercava: 'Shittykawa ♡'.
Con mano tremante premette sul tasto di chiamata.

Biiip.
Biiip.
Biiip.

Sentiva lo stomaco sprofondare sempre più, la paura che faceva accelerare il suo cuore.

"Rispondi, dai rispondi."

Dopo sei squilli finalmente la voce di Oikawa prese il posto del rumore metallico.

"Pronto?" Sentendo la voce roca di Oikawa Iwaizumi tirò un sospiro di sollievo.

"Ehi."

"Ehi, Iwa chan."

"Dove sei?" Chiese Iwaizumi con voce tremante, preoccupato come non mai.

"Mi sto mettendo a letto. Perché?"

"Ho ascoltato gli audio..."

"Oh scusa. Davvero non ascoltarli, non farlo. Oddio che ore sono? Ti ho svegliato?"

"No non ti preoccupare. Piuttosto vai tu a letto."

"Sì mamma."

"Dai Oikawa vai a dormire."

"Ci andrei ma tu continui a parlarmi Iwa chan."

"Hai ragione, scusa. Vai a dormire ci sentiamo domani."

"Buonanotte."

"Buonanotte."

Appena attaccato il telefono Iwaizumi sospirò. Silenziosamente si diresse verso la sua camera da letto e si tolse i vestiti mettendo il pigiama. Si infilò nel letto con un macigno sul cuore e una voragine al posto dello stomaco mentre le parole di Oikawa gli risuonavano forti e potenti nella mente.

"Sto male, sto male, sto male. Non mi sento me stesso. Non lo sono. Mi vedo allo specchio ma quello non sono io. Vorrei qualcuno qui vicino a me."

"So che non stiamo più insieme e per di più siamo anche lontani ma io... Io ti amo. So che ci siamo lasciati ma non posso fare a meno di provare queste cose per te."

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