\\Jeky

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Jeky non sapeva ancora se descrivere come una storia d'amore la sua vicenda alla psicologa della scuola, ad ogni modo si trovava ancora seduta su quella poltrona di colore rosa antico, come tutto il resto dell'arredo alla fine, a saltare l'ennesima lezione di economia domestica dopo tanto tempo; Pronta a riempire la signorina Oditrís di tutto ciò che le passava per la testa. Ogni dubbio, ogni insicurezza.
La psicologa aprì la porta creando un leggero, sebbene gelido, giro d'aria invernale che fece sollevare le tendine velate in rosa dello studio. Jeky si mise composta, tolse i dr. Martens nero lucido dalla polotrona immacolata, si sitemò i capelli e mise a posto la camicia verde a quadri.
La sua presenza era sempre stata di grande contrasto con gli immobili della Signorina Oditrís.
Jeky si guardò le mani e attese che la strizzacervelli prendesse posizione.
"Riaverti nel mio studio dopo tanto ha risvegliato in me un insolito senso di...nostalgia, devo ammetterlo."
La voce della donna risuonò nella stanza vuota, ma lo fece in modo dolce, col suo solito tono autoritario da professoressa Faragonda (chi da piccolo seguiva le Winx può capire).
"Ciao Eleonore" disse la voce un pò rauca di Jeky.
In passato la ragazza si era presentata parecchie volte alla porta rosa dello studio presente nella sua triste scuola, nonostante all'inizio non fosse troppo convinta di mettere la sua complicata mente in mano ad una persona qualunque e tra loro non scorresse buon sangue. Ma poi si sa, da cosa nasce cosa e gli amici diventano nemici tanto quanto questi ultimi diventano persone care, e il nodo di pensieri e idee che si ha nella testa comincia a districarsi. Un pò come con le cuffiette del telefono. Quel paio di cuffiette costose che non si sa mai a chi prestarle per farsele sciolgiere, ma è anche così complesso che  da soli è impossibile venirne a capo.
Ecco come Jeky aveva vissuto la situazione con miss Oditríce.
"Come stai Jeky?"
Quanto odiava quella domanda solo lei lo sapeva.
Era una domanda generica, ma allo stesso tempo precisa e mirata, un piede che sta in due scarpe, ma non era fattibile nella realtà. Quindi ciò si contrapponeva alla personalità estremamente realista e materialista di Jeky.
La ragazza alzò lo sguardo precedentemente rivolto al decoltè rosa fluo della 65enne dietro la cattedra e strinse i pugni.
"Sto" pensò citando uno dei suoi cantanti preferiti, nonostante considerasse ogni genere di rap italiano commerciale, la classifica mentale e la playlist sul telefono dimostravano che Gemitaiz, Ghali, Madman, Enigma, Salmo e così via, erano roba che le piaceva. Ci pensava sempre a quel gesto, per tranquillizzarsi.
"Inutile dirti che va tutto bene, perchè non va bene nulla in realtà." Disse poi la 17enne.
"Voglio parlarti dei miei guai" continuò a pensare al rap, citando  Sac1, un altro tra i suoi favoriti, e ritrovò la calma.
"È difficile parlarti di tutto questo perchè per me è come rivever ogni cosa, ogni momento" disse senza guardare la donna negli occhi. Si fece coraggio
"È iniziato tutto in quel dannatissimo cortile"
-♡-
Eei lettori (semmai ce ne sarà qualcuno)
Spero che questa storia vi piaccia lel.
Per ora ovviamente non ho molto da dire, spero solo che come primo capitolo riesca a coinvolgere un pò e niente
Baci :3
\\ccomemilano

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 14, 2016 ⏰

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