Domani.Da domani la mia vita non sarà più la stessa.
Domani affronterò il mio primo giorno di università.Io,proprio io,Victoria Smith.Sarà dura,non posso negarlo.Devo mettercela tutta e concentrarmi sullo studio,senza farmi distrarre da niente e nessuno.Mio papà mi mancherà,ammetto anche questo.Per quanto possa essere snervante delle volte sono consapevole del fatto che pensa sempre e solo a cosa è meglio per me.Domani mattina,all'alba,io e mio padre affronteremo insieme un lungo tragitto,da Brighton-la mia città-,a Manchester,dove si trova l'università in cui studierò e vivrò per un lungo periodo.Se siamo fortunati arriveremo entro quattro ore,a meno che non ci sia traffico.Immersa nei mie pensieri non mi accorgo di quanto sia tardi.Decido di andare a letto e,dopo un po',finalmente,mi addormento.
"Tesoro,svegliati",la voce calma di mio padre interrompe il mio sonno.
"È già ora di svegliarsi?",mi lamento.Mio padre ridacchia,poi aggiunge "Ti preparo la colazione,sbrigati",ed esce dalla mia cameretta.La mia camera da letto è molto semplice,ma l'adoro.Il mio letto è un letto matrimoniale,ma leggermente più piccolo dei classici letti matrimoniali.Le pareti sono bianche,e su di loro ci sono appesse varie fotografie che ho personalemente scattato.Mi mancherà la mia camera.Sospiro e mi alzo dal letto.Prima tappa:bagno.
Decido di fare una doccia.
L'acqua calda scorre nel mio corpo nudo,facendo diminuire l'ansia che in questo momento si è impossesata di me.
Appena esco dalla doccia mi lavo i denti.Sono ossessionata dalla mia igiene orale,non sono bene il perchè.Alcuni giorni mi capita di lavare i denti anche sei o sette volte al giorno.
Scuoto la testa,e torno a concentrarmi sul da farsi.Mi asciugo i capelli,dopodichè li piastro.Torno in camera e tiro fuori dall'armadio un paio di jeans e una felpa nera dell'adidas.Mi vesto velocemente.
Non mi trucco,tanto non mi sta nemmeno bene quella roba in faccia.E tra l'altro non sono nemmeno in grado di truccarmi come si deve.
Mi infilo le mie amate scarpe e scendo in cucina.
Dalla scale posso già intravedere il mio migliore amico seduto sul divano.
È pazzo,penso tra me e me.Sono le 4 della mattina e lui è venuto a salutarmi.
"Sei pazzo",ripeto a lui,andadolo ad abbracciare.
"Anche tu mi mancherai",risponde sarcastico.
Louis Tomlinson.Lui è il mio migliore amico,anzi,è molto di più.È come un fratello.Ci conosciamo da una vita,praticamente.Siamo cresciuti insieme,e sono estremamente felice di averlo conosciuto.Mi è sempre stato accanto,e così anch'io.Insieme ne abbiamo fatte di tutti i colori,ma sinceramente non mi pento di niente,rifarei tutto da capo se c'è lui al mio fianco.Mi mancherà da morire,questo è poco ma sicuro.
"Mi mancherai Lou",dico sinceramente,cercando di non piangere.
"Victoria Smith,stai per iniziare a piangere?Strano,non è da te",scherza lui,cercando di farmi ridere.
"Louis quante volte ti devo ripetere ancora di non chiamarmi in quel modo?",lo rimprovero.
Sì mi chiamo Victoria,e no non mi piace il mio nome.Tutti mi chiamano Tory,da sempre,e lo preferisco.
"Perdonami Tory",si difende Lou.
Ci guardiamo negli occhi e contemporaneamente scoppiamo a ridere.Tipico di noi,penso.
"Louis,dato che ci sei,ti fermi a fare colazione con noi?",interviene mio padre.
"Con piacere Bob",sorride Louis.
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Always and Forever.||Niall Horan.
Fanfiction"Loving can hurt, loving can hurt sometimes But it's the only thing that I know When it gets hard, you know it can get hard sometimes It is the only thing that makes us feel alive."