Eravamo andati via, l'ambiente di quella festa era monotono.
Mi ha presa, e senza dire nulla a nessuno, siamo saliti in macchina e siamo andati via, nel nostro posto.
Il mare; luogo comune per una coppia, ma quando stavamo insieme lo sentivamo nostro, il nostro mare.
Anche quello sì che era un posto monotono, ma quando eravamo solo io e lui ci andava bene tutto.
E sottolineo "andava", perché ora non va più, non è più così. Non ci ritroviamo più soli ormai da diverse settimane.
Mi promise che tutto quello che facevamo lui voleva farlo davvero e voleva farlo con me perché ero la ragazza giusta. Mi disse, all'inizio, che fare l'amore per lui era una cosa seria, doveva succedere con una ragazza che amava, ma lui non lo so proprio se mi amasse o meno.
Quella sera, l'ultima, eravamo in macchina ed eravamo nudi, il solo a riscaldarci era un po' di calore di quello che emanano le sigarette quando le accendi e che poi quando le spegni non resta più nulla, se non l'odore.
Questo è quello che è successo con lui, eravamo accessi e quando ci siamo spenti è rimasto solamente quell irritante odore che ti ricorda che hai fumato anche se in quel momento non lo stai facendo.
Avevamo appena finito di fare l'amore, è questo l'ultimo ricordo piacevole che ho di lui, che poi non me lo ricordo neanche bene;
quella sera avevo mischiato alcool ed erba, tornando indietro non lo rifarei.
Mi ha lasciata sola, dopo quella notte.
Sono qui, e lui non c'è più.
Com'è possibile condividere così tante emozioni un giorno, e il giorno dopo arrivare ad odiarsi?
Come succede?
Questo veramente non lo so, so solo che per me non è stato così.
Quello che ho provato a dirgli quella sera, era ciò che volevo davvero, ero sul punto di dirgli quanto lo amavo, per la prima volta da cinque mesi a quella parte, non ci eravamo mai detti di amarci e sinceramente non so nemmeno se mi amasse o meno, io sì però, io lo amavo, e lo amo tutt'ora.
Lui mi ha fermata, non ha voluto sentirsi dire che lo amavo, non ha mai detto di amarmi, però l'amore lo facevamo spesso, ed eravamo felici.
Io sorridevo, sorridevo sempre quando ero con lui e spesso mi chiedeva "Perché ridi?" e con la stessa frequenza rispondevo "Non sto ridendo, sto sorridendo!", e lui non capiva, o forse faceva finta.
Sorridevo perché ero felice, lo ero davvero sempre, quella sera un po' di meno.
Quando andando verso il mare non mettevo le solite canzoni allegre che sentivamo insieme, mi disse "Sei triste? Stai mettendo canzoni mosce" e risposi "No, è solo che voglio rilassarmi";
Avevo un mal di testa ingestibile, ma non potevo rinunciare all'idea di concedermi, anche quella sera, qualche ora da sola con lui.
Spesso quando eravamo al mare mi soffermavo a guardare le stelle e lui mi indicava sempre la Stella Polare, ed io, ingenua, chiedevo sempre perché non fosse la più grande considerata la sua importanza.
Spesso mi prendeva in giro per quello che dicevo, proprio per questo mi dedicò anche la canzone, "Naive"... sosteneva che mi rappresentasse.
Dopo quel giorno, quando l'ascolto mi convinco sempre di più che aveva ragione, sono ingenua, e lui lo sapeva già prima che lo sapessi io, eppure mi conosco da una vita.
Dopo quel giorno, quando vado al mare mi accorgo sempre di più di quanto quel posto mi appartenesse quando ero con lui, e di quanto invece ora lo sento sempre meno mio, sia lui che il mare.
Dopo quel giorno, non ho più sorriso come mi succedeva con lui, rido sì ma senza sorridere.
Dopo quel giorno, io l'amore non so più cosa sia.
Ho pensato che forse siamo talmente convinti di averne bisogno che pensiamo di amare anche quando in realtà non è così, ho pensato che forse l'amore è una convinzione che vogliamo dare a noi stessi che però in realtà non esiste!
Ho pensato che forse, invece, l'amore esiste ... ma non è per tutti.
Che sia solo per i più forti, perché quelli deboli non la sopportano un'emozione così grande e io non lo so mica se la sopporto oppure no...