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driin driiin.
La sveglia. La scuola. Ancora.
Dopo una notte passata a leggere, non è facile svegliarsi.
Prendo il telefono, sono le 6:30, c'è tempo, quindi pigio il tastino 'ritarda'.
La medesima cosa la faccio ancora per una, due, tre volte.
Oddio. Prendo il telefono. Solo le 7:05. Tra meno di mezz'ora devo prendere l'autobus. Come faccio?
Mi alzo di soprassalto, e vado in cucina a prepararmi un cappuccino, che bevo al volo, quasi mi va di traverso. Dopo di che, mi lavo i denti, mi vesto con le prime cose che trovo nell'armadio, e metto giusto un filino di correttore per la mia faccia orribile piena di brufoli.
In genere non curo molto il mio aspetto estetico, infatti ho sempre i capelli disordinati, arruffati, e non mi trucco per niente, infatti si notano molto le mie occhiaie scavate, soprattutto in questo periodo in cui leggo molto la notte, e non riposo più di tanto.
Devo smetterla con questo vizio, la conseguenza poi è dormire alla prima ora e prendersi una bella insufficienza dalla prof, se non una nota sul registro.
E già ne ho prese troppe. E non ci tengo minimamente ai rimproveri continui della mamma.
Prendo lo zaino ed esco di corsa.
L'autobus! Mi ha superata! È troppo lontano cazzo.
Vedete, solo 15 secondi di ritardo ti cambiano tutto. Ti fanno perdere l'autobus, ti fanno arrivare a scuola in ritardo, ti fanno prendere una nota, per poi avere brutti voti in condotta.
Vedete, come le piccole cose comportano a grandi conseguenze.
Corro, corro, ma non ce la faccio, l'ho perso.
Devo aspettare il prossimo autobus che arriverà tra 8 minuti, e quindi mi farà arrivare 8 minuti in ritardo a scuola.
Le prof sono dei diavoli. Ecco perché sono così terrorizzata.
Mentre aspetto il prossimo autobus, il numero 9, mi siedo sulla panchina e prendo dal mio zaino un libro, quello che sto leggendo, che mi ha preso molto.
Non è famoso, parla di una ragazza comune a cui succedono tante cose, una ragazza che trova l'amore, parla di una storia di amore, amicizia, adolescenza, problemi. Mi interessa molto.
Così mi perdo nella sua lettura, e 8 minuti passano così velocemente, che mi sono sembrati 30 secondi.
Così, mentre leggo, arriva l'autobus numero 9, e io, goffa come sono, sentendo il rumore del mezzo, alzo gli occhi, apro lo zaino violentemente e metto il libro all'interno con la delicatezza di un elefante, facendo cadere a terra degli appunti di storia che mi serviranno per una futura verifica.
Così, mentre rimetto tutto in ordine con molta fretta, faccio segno all'autista di aspettarmi un secondo, e lui annuisce con un mezzo sorrisetto di derisione.
Appena salgo, mostro il mio abbonamento all'autista, e mi reco al fondo del mezzo, dove tutti mi fissano.
Dio, può capitare che una persona abbia un imprevisto. Non sono l'unica.
L'autobus è pieno, c'è un posto in fondo, un posto a due, uno di fronte all'altro, dove in un sedile è già seduta una persona.
E no, non siamo in un film, e non è un figo, purtroppo. È una vecchina, che saluto gentilmente, e chiedo se il posto sia occupato. Fortunatamente no.
Sono una persona piuttosto sulle nuvole, lunatica ma anche acida.
Ma se si tratta di persone anziane o adulti, per me il rispetto e la cortesia viene prima di tutto, tranne con i miei genitori. Ci litigo spesso. È la cosa non mi piace.
Intanto l'autobus fa tutto il suo giro, fino ad arrivare alla fermata della scuola, dove scendo di corsa. Sono a cinque minuti di ritardo e alla prima ora c'è l'insegnante di lettere, la più terribile.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 18, 2016 ⏰

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