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Leggere in un bar poteva essere bello e brutto per Jordan. Dipendeva tutto dai punti di vista. Potevi bere thè e cioccolate calde e leggere un bel libro, ma gli uomini ti guardavano languidamente, le facevano venire la pelle d'oca.

Sorseggiò dalla tazza di thè, la sua lingua si era scottata già da un po'. Le pagine del libro giravano velocemente tra le dita delicate della quindicenne.

Jordan aveva una particolare abilità nel maneggiare i coltelli e la sua mira era impeccabile. Aveva quattordici anni, non aveva un tutore ed ecco perché girava sempre con un coltello nella manica. Tutti però la chiamavano Kitty, perché era veloce e i suoi capelli erano morbidi e neri come quelli di un gatto.

La sua lettura venne interrotta da un ragazzo dai capelli castani si sedette difronte a lei. -Ti chiami Kitty?- chiese il ragazzo. Jordan riusciva a vedere l'olo-cuore attraverso il suo maglione. Doveva essere molto ricco per permettersi un'olo- cuore impiantato nel petto.
Gli olo-cuore erano dei meccanismi che sostituivano alcune parti del cuore. Erano entrati nel mercato dopo la quarta guerra mondiale, dopo che l'America del Sud si era separata, inseguito a dei forti terremoti,

-Di un po'... quanto ti è costato quell'olo-cuore?
-Rispondi alla domanda- disse il sedicenne prendendole il polso, il coltello gli arrivò a qualche millimetro dal suo 'cuore'. - Ti stacco quella palla luminosa che hai nel petto con le mie stesse mani. Ci vediamo in giro- . Adesso Jordan aveva ribrezzo anche di quel ragazzo.

Il ragazzo premette sull'antitrago* e parlò sotto voce. Aveva dei compagni. Appena scese e pagò il locandiere nella sala del piano terra due ragazzi ,seduti allo stesso tavolo, biondi, si alzarono e si diressero verso di lei. Non potevano che avere sedici- diciassette anni. Che volevano da lei? Non aveva fatto niente.

Uscì dalla locanda e si trovò difronte un'altro ragazzo. Lo guardò con uno sguardo omicida, e il ragazzo vacillò per un secondo, abbastanza per far allontanare Jordan di almeno due metri.

Indossò i guanti per il freddo, mentre si stagliava difronte a lei un ragazzo alto quasi due metri e muscoloso. -Ah. Bene. Ce l'avete tutti con me. Beh,maschione, il sole sta tramontando- disse togliendosi il guanto e mettendo il palmo della mano di fronte a lui.
Il ragazzo la imitò, poi la ragazza mosse piano la mano e l'altro cadde a terra, svenuto.

Jordan si arrampicò sul tetto di un edificio e guardò giù: i quattro ragazzi della locanda si erano apprestati a soccorrere il loro amico che, nel frattempo si era ristretto, fino a diventare un ragazzino, forse della sua età, che la guardava con occhi socchiusi.

La ragazzina lo guardò fino a che non chiuse gli occhi. Non lo aveva ucciso, ma aveva fatto rilassare i suoi nervi. Si rimise il guanto e andò a casa sua.

Non aveva tempo da perdere con quei cinque.






* parte esterna dell'orecchio

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Salve a tutti!
Mi vorrei scusare per il continuo cambiamento di storie, ma in questo periodo ho molte cose a cui pensare. Quindi spero che questa storia vi piaccia, e mi raccomando VOTATE
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