Jordan si svegliò infreddolita a causa della brace che, ormai spenta, dormiva nel camino. Ravvivò il fuoco e si andò a vestire in bagno.
Era l'unica in quella città - e in tutto il mondo- che avesse l'armadio in bagno. Indossò una maglia e dei pantaloni neri, una camicia in flanella rossa e nera e degli stivali marroni. Prese il suo coltello, il cappello, la borsa,le chiavi, alcuni libri e un biscotto e uscì di casa.
Quella notte aveva pensato a quel ragazzino che aveva fatto svenire. Odiava vedere una persona che stava male, ma era riuscita a seminare gli altri quattro. Probabilmente erano fratelli,chi lo sa.
Finì la sua colazione ( il biscotto) ed entrò nella biblioteca dove lavorava. Louis, il proprietario della biblioteca, non sapeva che stesse facendo lavorare una ragazzina. Ma lei ne aveva bisogno, si voleva responsabilizzare.
Incominciò a mettere a posto i libri e, dopo un'ora e mezza, aveva finito.Si sedette su una poltroncina e incomincio a leggere Angeli e Demoni di Dan Brown. -Kitty? Sei qui?- chiese la voce di Louis -Si, dimmi.
- Un ragazzino, qui fuori, mi ha detto di darti questi.- Louis le allungò un mazzo di fiori composto da un iperico, un agrifoglio,una begonia, un biancospino, un garofano rosso e un giglio.La ragazzina sapeva il significato di ogni fiore in quel mazzetto: l'iperico significava originalità,l'agrifoglio forza e resistenza, la begonia di fare attenzione, il biancospino prudenza, il garofano rabbia e il giglio purezza. Tra i fiori c'era un bigliettino e Jordan, dopo aver poggiato sul balcone i fiori, lo lesse. Ci vediamo a casa, Kitty, diceva.
-Louis, non mi sento bene, posso andare a casa?
-Certo, ti impegni così tanto in questo lavoro. Vai, cara,vai.
-Grazie, ci vediamo domani- prese le sue cose e corse a casa.Come sospettava, la porta di casa era aperta. Tirò fuori il coltello dalla manica ed entrò chiudendo rumorosamente la porta dietro di se.
-Ciao, Kitty- la sua voce era giovanile, forse quella di un quattordicenne. Lanciò il coltello così forte che l'aria fischiò, si andò a conficcare a pochi centimetri dalla testa del quattordicenne del giorno prima. -Cosa volete voi cinque da me? Cosa vi ho fatto?- lo prese per la camicia e fece entrare in contatto i suoi occhi verdi con quelli castani del ragazzino. -Se magari mi lasciassi la camicia potrei parlare- la ragazzina lo lasciò andare, staccò il coltello e si sedette sul suo lettino scassato. -Qual'è il tuo nome?
-Bruce. Vorremmo che ti unissi a noi.
- Per fare che? La puttana?
-Assolutamente no. Quei quattro avrebbero voluto rapirti. Ma credo che gli avresti uccisi tutti e venduto l'olo-cuore di Tony al mercato nero, vero?
-Già. Quindi, cosa volete da me?
- Vorremmo che ti unissi a noi. Siamo tipo dei giustizieri, e vorremmo avere una presenza femminile.
-Quindi vi devo fare da schiava? No grazie.
-No vorremmo che venissi a vivere con noi, ci potresti aiutare anche con le nostre opere da benefattori.- .La ragazza stara ricevendo un invito formale al suicidio. Bruce sospiro e si alzò dalla sedia -Possiamo anche far smettere quegli assalti alla verginità che il proprietario di questa casa ti fa subire.
-E secondo te dovrei venire ad abitare con cinque ragazzi in preda agli ormoni?
-C'è una falla nel tuo pensiero: noi siamo meno scattanti di te, mentre lui è più grosso di me quando sono trasformato. Comunque sia, decidi ora.-Bruce era molto scaltro e abile nei ragionamenti e aveva capito che Jordan avrebbe accettato.
-Dove abitate?- chiese sospirando lei ma il suo interlocutore era scomparso,lasciando la finestra aperta e un bigliettino sulla sedia.Viviamo in due case con tetti di iris vecchie, trovaci. Firmato, i cinque.
Jordan sapeva dove si trovavano quelle due case, ma non ricordava fossero unite. Prese la valigia da sotto il letto, mise le sue cose dentro e aspettò la notte. Doveva andarsene da quel luogo pericoloso.
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Buona sera!
Allora,cosa succederà adesso che Jordan andrà a vivere con i cinque ragazzi?
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Baci,
Sword_
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Hero
Science FictionNella città di Cutblood le regole non esistono più e quelle poche che ci sono non vengono rispettate, neanche da chi è costretto a farlo. Toccherà a sei ragazzini farle rispettare e a liberare quella città dagli oppresssori