I'm always the bad one.

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Non so bene come descrivere questo sentimento, ma ci proverò.
Ma che dico, io non so nemmeno cosa sto provando, come posso pretendere di poterlo esprimere?
Come potrei mai far fuori uscire tutti questi sentimenti, se io per primo non so nemmeno quali siano?

Forse dovrei provare come ho sempre fatto, forse dovrei solo fare lo stupido e nessuno saprà che sto soffrendo.
Sì, dovrei proprio continuare a farlo, ma ne vale veramente la pena?

Ne vale la pena di continuare a fingere che tutto vada bene?
Ne vale la pena di sorridere a tutti, quando le uniche cose che vorrei fare sono strapparmi i capelli, mordermi le dita e urlare fino a perdere la voce, perché anche di piangere ne ho abbastanza.

È incredibile tutto ciò, davvero.
È incredibile come io sia passato da essere l'ancora delle persone, quello che sa dare consigli e che sa sempre cosa dire e come agire per rendere tutti felici, a quello che nemmeno sa più che cosa significhi essere felici.

Anzi, io so cos'è la felicità, so assegnarle un nome e una sensazione.
Posso addirittura permettermi di dire che conosco cosa significhi essere felici per mesi interi.

Ma ora? Ora sono senza ciò, sono solo un ragazzo con un fiume di parole che vuole straripare, ma non sa come farlo.

Perché sì, io ho tante cose da dire, ho tanti pensieri nella mia testa, tante emozioni da esternare, ma se ora lo facessi, non ci capirei niente, dato che sarebbe solo un esplosione di parole e nient'altro; quindi preferisco andare piano, passo dopo passo.

E non è certamente un caso che agisca così.
Io sono sempre stato una persona impulsiva, prendevo e dicevo o facevo tutto ciò che volevo.
All'inizio era bello, tutto sembrava andare sempre per il meglio, ma dopo un po' le cose hanno iniziato a cambiare.

Eh sì, è dura quando le cose cambiano, perché ti senti spaesato, non sei più come nelle situazioni precedenti, e ogni cosa può ucciderti.

Uccidere, bello ma anche inusuale come verbo vero?
Lasciatemelo dire, io ho ucciso.

Sia chiaro, non in senso fisico, ma ho ucciso.
Ho preso una persona giovane, bella e pura, l'ho amata con tutto me stesso e le ho donato tutto ciò che potevo; ma col tempo io sono cambiato.
Ho iniziato a prendere le distanze perché credevo sarebbe stato meglio, dato che lottare aveva quasi ucciso entrambi.
Gli ho fatto del male, ho fatto male.

Non lo so nemmeno io il come o il perché, ma ad un certo punto non ce l'ho fatta più a vederlo morire per mano mia, e lì ho preso una decisione: lo avrei fatto cambiare, avrei fatto in modo che non mi amasse più, così non avrebbe più sofferto.

L'ho lasciato, lui lo ha accettato senza opporsi, forse se lo aspettava; ma io so.
Io so quanto gli abbia fatto male, l'ho visto il dolore nei suoi occhi, l'ho vista la morte passargli attraverso le iridi, perché io l'ho ucciso, ma io volevo solo proteggerlo.

I giorni passavano e io facevo ogni cosa pur di fargli capire di andare avanti.
Sono partito dall'ignorarlo, perché così il dolore sarebbe aumentato, e piano piano ci avrebbe fatto l'abitudine.
Ho proseguito uscendo con altre persone, anche se alla fine erano pagate per fingere con me, così sarebbe rimasto ferito, ma poi si sarebbe rimarginato tutto.
Ho anche deliberatamente scelto di deriderlo, perché il dolore era l'unica arma che avevo per riportarlo al suo stato di purezza.
Solo mi ero dimenticato di una cosa, io ancora lo amavo, e nonostante i miei sforzi, tornavo sempre da lui.

Ogni notte mi ritrovavo davanti la sua stanza a piangere e a dirgli di amarlo, perché alla fine lo sapevo anche io che non volevo separarmene.
E forse è stato questo che più lo ha aiutato, perché dopo un po' ha smesso di aprirmi.
Piangeva e urlava di amarmi, ma non mi lasciava entrare, non mi apriva più.
Ce la stavo facendo, lo stavo rendendo forte e invulnerabile.

Ho continuano con tutto il mio piano, smettendo anche di andare da lui la notte, perché ormai non ne sentivo più il bisogno, e non perché non lo ammassi più come prima.

Ma proprio quando credevo di aver risolto parte di un problema, lui si piegava in ginocchio e mi supplicava di amarlo, perché ne aveva bisogno, non poteva più starmi lontano, e io cedetti; mai feci sbaglio più grande.

Lo amai con tutto me stesso quella notte.
Lo toccai dappertutto, gli baciai ogni angolo della pelle, mentre entrambi piangevamo lacrime colme di parole, perché ce n'erano da dire davvero di innumerevoli.
Giocai con i suoi capelli, feci incastrare i nostri corpi e facemmo l'amore tutta la notte.

Il giorno dopo ripresi ad ignorarlo, entrambi coscienti che ci amavamo ma ormai non potevamo più dimostrarlo, più che per volere nostro, per protezione alla nostra sanità mentale. Ma qualcosa in lui era cambiata.

I suoi capelli ormai crescevano, il suo corpo diventava più grosso, la sua voce più scura e la sua espressione più serena.
Si stava finalmente dimenticando di me, quindi significava che i miei sforzi non erano stati vani, lui avrebbe smesso di soffrire e avrebbe potuto vivere una vita felice con una persona adatta.
Ma se tutto ciò era quello che aveva sempre voluto, perché ora si sente peggio?

Perché adesso il petto è diventato pesante? Perché la gola fa male e gli occhi bruciano per quante lacrime vorrebbero versare?
Il mio piccolo stava andando avanti, avrei dovuto esserne solo contento, ma invece mi sentii peggio.

Smisi di mangiare regolarmente e in abbondanza, gli esercizi che raramente facevo divennero presto inesistenti, proprio come la mia finta felicità.
I miei amici facevano di tutto per tenermi su di morale, ma ora sentivo la mancanza più che mai.

Ora i suoi occhi non chiedevano più amore, il suo corpo non chiamava più il mio, la sua anima non era più collegata alla mia, e non lo sentivo più.

Ho sempre e solo voluto il suo bene, ho sempre agito per renderlo felice senza di me, perché io non potevo dargli ciò di cui aveva bisogno, ma ora mi sento morire.

Forse è giusto che mi senta così, dopotutto io l'ho ucciso per fortificarlo, e mi merito di morire perché poi potrò rinascere, ma no, io non posso morire, non di nuovo.
Io sono già morto quando ho capii che avrei dovuto lasciarlo per vederlo finalmente felice, quindi non può accadere nuovamente, e sono condannato a soffrire in eterno per un amore ormai perso.

E non riesco a capire perché io venga odiato per ciò, alla fine ho solo voluto renderlo felice, ma nessuno sembra accorgersene.
Ho fatto di tutto per lui: prima l'ho reso vivo e l'ho fatto amare, poi l'ho ucciso e l'ho reso finalmente libero da tutto, gli ho ridato vita, donandogli la cosa più bella, la forza di andare avanti e superare le cose.

Ma alla fine il cattivo sono sempre io.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 22, 2016 ⏰

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