Capitolo {2}

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Il display del telefono é riflesso nelle lenti dei mie occhiali a causa della scarsa illuminazione della stanza, nel menù a tendina é presente un messaggio inviato da un numero a me sconosciuto e nell'anteprima é presente solo l'inizio:

"Speravo riuscissi a rispondere prima..."

Sembrava quasi uno dei soliti inizi dei soliti messaggi inviati da chi aveva ottenuto il mio numero non avendo il coraggio di chiederlo a me in persona, che poi manco lo dessi a richiesta.
Decido di aprirlo dopo aver fatto passare quasi due ore.

"Speravo riuscissi a rispondere prima, sono addirittura stata costretta a chiamare mia cugina dopo scuola, non volevo farle sapere niente ma era l'unico chance rimasta. Mi dai letteralmente sui nervi ma stasera devi esserci! Sei l'unico che riesca a capire tutti da uno sguardo mettendoli a proprio agio, mi necessita la tua presenza, poi ti spiegherò il resto."

É Claudia, la cugina di Ramona, non ho mai avuto molto a che fare con lei e di sicuro non mi aspettavo un suo invito tanto incisivo essendo una ragazza cosí tendente al comportamento maschile, ha piú palle di un Marine alla sua prima missione in Iraq.
Penso sia qualcosa di veramente importante altrimenti non si ridurrebbe mai a contattare proprio me.
Ancora non mi capacito di ciò che mi é successo, forse non era quello il messaggio che aspettavo...
Meglio non pensarci e chiamare mio padre, quel mascalzone ha deciso anche oggi di appendere le chiavi al chiodo senza aiutarmi a correggere gli sgarri che ho commesso durante l'ultima guida.
Entro in camera dei miei, c'é un tappeto con bandiera americana nuovo di zecca, quadri raffiguranti Harley Davidson in stile vintage, un giubbotto da biker in pelle appoggiato allo schienale della poltrona.
Mio padre é sul letto, so che fa finta di dormire ma ormai una discussione in piú o in meno non mi fa effetto, ho perso quella capicità di tremare all'arrabbiarsi di qualcuno, ormai li vedo solo come esseri che provano a dominare tutti.

", alza quel sedere e accompagnami, manca meno di un mese all'esame della patente, già mi hai fatto ritardare abbastanza"

Sento il solito sbuffo, forse era meglio lasciarlo dormire, ieri sera ho sentito che tornava tardi dal suo tour in moto con i datati compagni americani manco facciano parte di un film gangster.
Arrivano qui dalla California per lui solo una volta ogni due mesi, attraversano una nazione a scelta e poi ognuno riprende la sua strada.
La passione per le moto mi é stata trasmessa proprio da lui e manca solo una settimana alle feste di Natale, ha deciso di regalarmene ma senza il totale appoggio di mia madre, avventurosa ma eccessivamente prudente e protettiva, forse ho preso da lei queste due qualità.

"Ho 18 anni cavolo! Se non mi date fiducia ora devo aspettare ad andar via di casa?"
Cosí ero riuscito a convincere entrambi, dopotutto non é una spesa da poco e sono consapevole dei rischi che corro, ma se non ingrano la marcia non riuscirò a prenderci rapidamente la mano.
Meglio lasciar perdere per oggi, non si alzerà mai.

Anche stasera dovrò raggiungere gli altri a piedi e la sveglia suona proprio alle 19.30pm, é ora di avviarmi dopotutto non mi serve correre, ho le gambe sufficientemente lunghe da far faticare gli altri a passo normale.

"Chissà cosa vuole Claudia"
Penso tra me e me a pochi passi dalla piazza. Sono le 19.55 e come immaginavo sono il primo, tanto per cambiare. Mi siedo sulla prima panchina che trovo, arriva velocemente un gatto color ambra che sale agilmente vicino a me, non so sia il periodo particolare ma il secondo evento strano in un giorno..."QUANDO MAI SI É VISTO UN GATTO DI QUESTO COLORE DA QUESTE PARTI"...
Non faccio in tempo ad appoggiare la mano sul suo dorso che sento dei passi quasi celati dietro di me, li sento subito anche se lenti e poco rumorosi e di stucco:

"BUUUH...Ti sei messo paura non é vero?"

Chi poteva essere se non Jessica, lo scherzo piú infantile e banale da secoli, ma sinceramente non mi dispiace che qualcuno tenti ancora, potrebbe quasi essere inteso come segno d'affetto...oppure no.

Vediamo in lontanza Davide e Ramona mano nella mano, abbracciati (e quando mai), Claudia e...chi é il quarto componente?

"Luke caspita, da quand'é che hai comprato quelle scarpe?"

Davide aveva notato subito che le indossavo, neanche mi ha salutato, é da lui. Ho preso questo modello di Timberland, colore nero scamosciato, regalo autonomo per la promozione all'esame teorico della patente, dopotutto se non avessi pensato io a me stesso non ci avrebbe pensato nessuno.

"Dà le ho comprate un mesetto fa ma non avevo voglia di metterle."

Il suo sguardo riluttante si intravedeva da ogni ruga, so che le desiderava da tempo ma la sua relazione lo stava letteralmente prosciugando economicamente.

"Sentite un voi due, questa stasera deve essere ricordata, ci saranno i fuochi d'artificio per la festa dei ricconi giú al molo ed é troppo costoso andarci quindi possiamo assistere tutti insieme dal terrazzo di casa mia... Alle 21.00 precise verrà mio fratello a prenderci, effettivamente era contrario ma l'ho convinto, modestamente."

Si rivolge subito a me e Jess, si vede che gli altri già ne sono a conoscenza. Una serata un differente non fa male a nessuno ma non pensavo avesse un fratello, posso solo immaginare cosa deve sopportare quel povero martire avendo una come lei tra le mura di casa... La curiosità aumenta...chi é quella ragazza? Sono due minuti che ci siamo riuniti e non ha accennato ad uno sguardo verso nessuno...

"Cavolo, scusatemi, come vedete ci siamo allargati per stasera, lei é Chiara, un'amica conosciuta al campo scout quest'estate, torcetele un capello e ve le suono!"

L'aggressività di quelle parole erano realmente pungenti, deve avere qualche particolare legame con quella silenziosa ragazza, misteriosa, poco espressiva.
Non faccio in tempo a presentarmi che Jess già l'ha coinvolta nelle sue quasi gelose presentazioni eppure lei non mi sembra molto per la quale.

"Anche se resti solo per una serata, ricorda, per quanto tu possa provarci, quello spilungone ti rifiuterà in modi non ancora inventati da noi essere normali."

Chiara non accennava al minimo interesse continuava a camminare del tutto indifferente da quelle parole.

Osservo il gatto ambrato di pochi minuti fa, distolgo rapidamente lo sguardo voltandomi nella direzione del gruppo, succede ancora, slow motion, la ragazza nuova guarda nella direzione di quel gatto quasi ipnotizzata, la sua altezza é quella media per una ragazza, ha capelli lunghi nero pece che si distinguono con le ombre della sera.
Alzo di piú lo sguardo, sta accennando ad un sorriso che trasforma la sua forma quasi inespressiva ad una possibile folata di felicità individuale che probabilmente solo lei puó comprendere...
Inizia a scurirsi la vista, bianco e nero, continuo ad osservarla, dai capelli si intravede l'unica cosa che mi stupisce, due occhi grigio chiaro, fanno intendere la paura di essere giudicati, sembrano innocenti ma allo stesso tempo freddi.
Sento un miagolio, torno alla realtà, il gatto é scomparso, mi avvicino agli altri che ormai erano partiti spediti, sento un sussurro, no, é un tono di voce molto basso e sensibile.

"Claudia mi ha detto che sei Luke, belle scarpe."

Non capisco se quel complimento é un modo per presentarsi o é solo un complimento, ma quella ragazza non me la cantava giusta, andrà sicuro come non voglio che vada.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 23, 2016 ⏰

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