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"La luce nei suoi occhi" questo è ciò di quanto più simile all'amore abbia mai visto Yoongi.

È un pensiero che ha trovato origine da poco, nella sua testa, mentre guardava il corpo addormentato di Jimin, tra le sue lenzuola.

Non è una cosa che accade con frequenza, fra di loro, ma accade. E la mattina Yoongi la passa in silenzio, a respirare il profumo del ragazzo, nudo, al suo fianco.

Fosse per lui, rimarrebbe così per sempre, sdraiato nel tepore di un amore che è stato e che mai più sarà allo stesso modo.

Ma Jimin ha gli occhi chiusi, e Yoongi si scopre impaziente di vedere la loro luce, quando si apriranno.

Infondo, questo gli fa anche paura. Il momento in cui l'altro si risveglia, e ciò che c'era prima viene spazzato via dal vento.

È autunno fuori, le foglie cadono, ma dentro fa caldo, troppo caldo e appena i loro occhi si incontrano é di nuovo fuoco.

Quella fiamma che brucia nel petto di Yoongi è incandescente, quando Jimin lo stringe a sè e gli bacia un "buongiorno" non troppo convinto, sulle labbra.

Ma lui vuole di più, alimentare il bracere che ha dentro, non permettere al vento di estinguerlo. Così stringe Jimin a sè, ancora una volta.

La situazione fra loro due non è complicata, fino a quando decidono di non parlarne. C'è un "noi" taciuto sulle bocche di entrambi, un "che cosa siamo?" pronto a saltare fuori da un momento all'altro.

Ma Jimin prova a non pensarci e Yoongi tenta di non dare nessuno scossone al loro castello di carte.

Per questo il ragazzo ha avuto bisogno di confermare ciò che era accaduto la scorsa notte, e in quelle precedenti. Per dare più sicurezza all'emozione che gli gonfia il petto.

E insieme si sono uniti ancora, in quel aglomerato di incastri ed equilibri di carne debole. E ora che Yoongi si sdraia di nuovo al fianco di Jimin si sente meglio.

Chiude gli occhi e rivede le pupille liquide dell'altro, grondanti di un torbido desiderio, e sorride appena, quasi compiaciuto.

Alla sua sinistra, sul materasso, Jimin si allunga a prendergli la mano e la stringe, chiudendo le sue dita tra le proprie. Sorride anche lui.

L'atmosfera, però, si fa tesa, quando quel "dovremmo smettere" cade nella stanza come una sentenza. A pronunciarlo è stata la voce incerta di Jimin, mentre usciva dalla porta bagno. E ciò non spiazza solo Yoongi, ma entrambi. Il primo finge di non aver sentito, e l'altro finge di crederci.

Inizia a rivestirsi, tira le tende della finestra e la luce entra, invadente. Non sorride più, la sua mente é già oltre quello che hanno condiviso su quel letto, che non osa nemmeno guardare, ora.
Però guarda la sua mano, destra, che sembra ricordare il tepore del palmo dell'altro, appoggiato al proprio, e si chiede, quanto sia giusto, quello che stanno facendo.

Yoongi, invece, si ripete che non importa, finchè sarà con Jimin, tutto andrà bene. Ma le lacrime che sgorgano dai suoi occhi affermano tutt'altro. Jimin non lo guarda, mentre le asciuga, con la rabbia di chi non vuole cedere, anche se sa di non poter fare altrimenti.

Scoprono entrambi un nuovo lato di sè stessi quel mattino. Jimin vuole mettere un punto a quella frase, con la sicurezza che non ha mai avuto. E Yoongi, invece, piange come non ha mai fatto.

Si guardano per un istante e il tempo si ferma. Quando Yoongi cerca la luce negli occhi di Jimin, non trova niente.

"la luce nei suoi occhi" questo è ciò di quanto più simile all'amore abbia mai conosciuto Yoongi. Ma, ora che ci pensa, da solo, a casa sua, riesce a contarle sulle dita di una mano, le volte in cui l'ha visto, quel suo amore.

Anzi, è quasi certo, che quella luce abbia preso vita una volta sola, ed una soltanto.
La scintilla che si accende nel buio, e poi si estingue, questo è l'amore.
Eppure il petto sembra scoppiargli, ogni qual volta trovi Jimin nel pettine lasciato sul lavandino del bagno, o nei cornflakes per bambini, nella credenza in cucina.
La fiamma arde, e il magone in gola si scioglie in un mare di lacrime.

Per questo, è quasi certo che l'amore non possa essere semplice scintilla. Perchè la sua fiamma, nel buio, brucia ancora.

E continua a bruciare fino a sera. E anche il giorno dopo, quello dopo ancora.
I due non si parlano, non si incontrano. Non si scambiano nemmeno un messaggio. Eppure il fuoco si alimenta di rabbia e frustrazione.

Yoongi va a lavoro e pensa a Jimin tutto il tempo. A quella minuscola fiammella che resiste nel suo stomaco. Una lacrima solitaria scolorisce una sillaba, sui documenti poggiati sulla sua scrivania. Lui non l'asciuga.

Non ha mai pianto per qualcuno, non in quel modo, nè ha mai sentito quelle crepe corrodere il suo petto e non sa come comportarsi. Vorebbe chiedere aiuto a qualcuno, ma subito pensa a Jimin, e preferirebbe non averlo fatto.

Torna a casa e l'odore dell'altro è ovunque. Specialmente impregna quelle lenzuola così vuote e fredde senza qualcuno con cui condividerle.

Ma Yoongi vi si sdraia comunque e spegne l'abat jour sul suo comodino. La stanza sprofonda nel buio, e il fioco fuoco non è abbastanza per scaldarlo durante la notte.

Spark ㅡ yoonminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora