1° Capitolo

195 0 0
                                    


Mi chiamo Elena. Siamo a settembre del 2012, tra pochi giorni dovrò iniziare il primo superiore. Sono ansiosa, chissà come sarà la ragioneria. Chissà come saranno questi 5 anni.
Mi vesto sempre sportiva, amo la mia famiglia, amo stare con gli amici, mi piace il calcio e amo il paese dove vivono i miei nonni materni. E' un paesino fuori città, con il mare e le terme. Mia nonna materna è morta qualche settimana fa ed è stato davvero brutto. Ma io sono forte, almeno, sarò forte come lo era lei, mi darà lei la forza per andare avanti.
In famiglia ne siamo quattro.
Ho una sorella più grande di me di 4 anni, si chiama Jennifer.
Mia madre fa la casalinga e mio padre il muratore.
Ho un rapporto molto più forte con mia madre. Sono molto legata a lei. Con mia sorella litigo spesso e mio padre non è mai in casa. Si alza alle 6 la mattina, va a lavoro, torna per le 18...mangia qualcosa, si fa una doccia ed esce. Va al bar, va in piazza, va con gli amici.
Torna verso le 21, si sdraia sul divano e guarda la tv fino alle 23, poi va a dormire.
Non ci parlo spesso con lui, ma ogni mattina, prima di andare al lavoro, passa in cameretta, mi sposta i capelli e mi da un bacino. Lo fa anche con Jennifer.
Abbiamo fatto molti viaggi insieme, ci ha portato in crociera, ci ha portato a Milano, ci ha portato in Francia con l'aereo, ci ha portato sulla neve.. ma la sua vita è il lavoro. E il lavoro lo fa per la famiglia. Non so cosa darei per tornare a quei tempi in cui mamma si faceva la doccia la sera e io e lui giocavamo sul tappeto in camera da letto, mi faceva il solletico e mi faceva fare l'angelo. Lì era tutto perfetto.
Mio padre è un tipo forte ed è orgoglioso, non si lamenta mai di nulla, ma la sera è molto stanco e se mi sdraio accanto a lui sul divano e li chiedo qualcosa, non mi risponde subito. Anzi, non mi risponde proprio. Forse sono io che faccio mille domande...forse sono io, quella sbagliata.
Nonna mi manca tanto. 

Siamo ad ottobre.
Ho iniziato le superiori da un mese e mi trovo benissimo. Ho fatto amicizia con tutti. Mio padre ultimamente è cambiato. E' sempre arrabbiato. Fa una brutta tosse da un mesetto, ma non si preoccupa di niente. Mamma ha insistito e dopo una lite tra mamma e papà, siamo andati dal dottore. Il dottore ci ha detto di fare dei raggi ai polmoni.

Il giorno seguente, io sono a scuola, esco da scuola e vado a casa di nonna paterna. Ci sono mamma, papà e Jennifer. Papà controlla ancora le carte dei raggi, è incredulo.

"Che succede?"

Non risponde. Non è una novità.

"Ele, zitta." -interviene mia sorella.

"Zitta tu! Mamma, che succede?"

"Lunedì ricoveriamo papà."

"Perché?"

"Perché ha dell'acqua nei polmoni.."

"E cosa significa?"

"Può significare tutto."-risponde mio padre, mentre chiude le carte.

"Andiamo a casa."-continua.

"Ma no, mangiate qui"-ci chiede mia nonna, sorridente e preoccupata per suo figlio.

Rimaniamo lì a mangiare. Mio padre è un pò scosso.

Il lunedì arriva in fretta, io vado a scuola, mentre papà si prepara per andare in ospedale.

"Andrà tutto bene papà."

Sta andando via, si ferma. Si gira, mi sorride, si avvicina e mi abbraccia fortissimo.

Vado a scuola ma penso sempre a mamma e papà, distanti da me. La vita può cambiare in un attimo, in un secondo... la vita cambia quando meno te lo aspetti.
Quella stessa notte non dormo. Domani andrò in ospedale. Sono con mamma e Jennifer nel letto matrimoniale. Ci stiamo strette, ma va bene così. Guardo il soffitto e mi riempio di domande. E' la prima notte senza papà in casa. Lo chiamo.

"Papà sei sveglio?"

"Ehi ele.."

"Che fai?"

"Guardo la televisione e tu?"

"Anch'io."

La televisione in realtà è spenta e mamma dorme, mentre Jennifer ascolta cosa dice papà al telefono.

"Mamma che fa?"-mi chiede.

"Dorme"-rispondo.

"E Jennifer?"

"Ciao papà"-si intromette lei, gridando, rischiando di far svegliare mamma.

"Shhh, stai zitta"

"Non mi dici stai zitta, chiaro?"


"Ciao Jennifer, per favore, non fate lite, non fate arrabbiare la mamma"

"Va bene papà"-rispondiamo entrambe.

"Comunque dovreste dormire anche voi"

"Anche tu"

"Dovrei"

"Dovremo anche noi"

"Dai, che domani si va a scuola e Jennifer a lavorare"

"Papà"

"Dimmi Ele"

"Mi manchi"

"Anche tu, tanto...anche voi"

La voce cambiò.

"Vai a dormire, notte"

"Notte papà, ti voglio bene"

"Anch'io"

Mi addormento con difficoltà. Non sognavo mia nonna da tempo. Mi viene in sogno quella stessa notte.

Era un sogno strano, io ero dietro in macchina e papà e nonna erano seduti avanti, guidava papà. Nonna si girava verso di me e mi diceva "tra poco mi prenderò lui, tu dovrai accettarlo e dovrai essere forte, sii forte." Mi accarezzava il viso.
Mi svegliai di colpo, spaventata e con le lacrime agli occhi. "Nonna, se devi venire per dirmi queste cose, è meglio che non ci vieni"- gridai, asciugandomi le lacrime.

"Ma sei impazzita?" -esclama Jennifer. 
Non riesco a parlare, la voce trema. Mi abbraccia fortissimo.

Da quel giorno non l'ho più sognata mia nonna.

My dad, my hero, my angel.Where stories live. Discover now