Capitolo 4

27 1 0
                                    

Dopo circa un'ora decidiamo che forse è meglio tornare a casa. Mi ha mostrato via Mazzini con tutti i suoi fantastici negozi, quelli che adoro di più sono Zara, Pimkie, Stradivarius e Bershka. Se non si fosse capito sono un pochino fissata con lo shopping, ma giusto un pochino...
Beh è stato bellissimo, il gelato mi è piaciuto un sacco, è costato un po', però ne valeva proprio la pena. Ho anche comprato dei tatuaggi finti, io adoro fare finta di averli veri, è più forte di me!
Credo che Roberto non si sia divertito molto, del resto doveva aspettarselo, sono una ragazza, non un dinosauro!
Tutte scuse? Nah...

<<Allora ci risentiamo Allie?>> mi domanda speranzoso.

<<Certo Tot>> ridacchio.

<<Tot?>>

<<Fa più figo! O preferisci Robbie?>>

Scoppiamo a ridere mentre si copre il viso con una mano. Sta cercando di rimanere serio ma non ci riesce proprio...

<<Robbie?!? No grazie! Meglio Tot, dai>>

<<Ecco, bravo Tot!>>

Mi metto le mani in tasca e stringo il fogliettino su cui mi ha scritto il suo numero. Molto romantico, all'antica. Meglio di un numero salvato in rubrica. Ma quanto sto diventandi brava a fare le rime? Roba che Sfera Ebbasta spostati!
Roberto si avvicina e mi saluta, permettendomi di guardarlo nel profondo dei suoi occhi azzurri, poi se ne va. Ma quanto è carino? Troppo.
Di colpo il cellulare inizia a trillarmi in tasca. Cavoli, mio papà.

<<Pronto? Ah, sì, scusa... No, sono viva! Arrivo...>>

È veramente un rompiballe. Mi chiama ogni volta che esco di casa, per fortuna Roberto se n'è già andato, così non ho fatto una figuraccia. Ci mancava solo la scenata al telefono davanti al più figo della scuola. Ripenso alle ore che ho appena trascorso in sua compagnia, probabilmente le più emozionanti degli ultimi due giorni. Peccato che se ne sia andato così, senza portarmi fin sotto casa, come a un vero appuntamento.
In quel momento realizzo che non so dove mi trovo. Beh, naturalmente sono a Verona, ma voglio dire... Dov'è casa mia? Da che parte devo andare per arrivarci? Mi sono persa. Complimenti, Alannah, sei riuscita a perderti in pieno centro storico.
Invece di farmi prendere dal panico decido di mettere in moto il criceto che mi ritrovo al posto del cervello. Ho una piantina della città nella borsa. La estraggo e inizio a rigirarmela tra le mani per capire da che lato della via mi trovo, ma niente da fare. Stupida cartina. Ma dove siamo, nella preistoria? Esiste Google Maps!
Felice che i miei neuroni si siano risvegliati, guardo lo schermo del telefono, solo per rendermi conto che è scarico. Dannazione, la sfiga mi perseguita. Sarà colpa di Benedetta. Da quando l'ho incontrata me ne capitano di tutti i colori.
Richiamo mio padre nella speranza che gli sia passata l'irritazione.

<<Ehi, papino carissimo, può darsi che io non sappia dove mi trovo e che il mio cellulare stia per morire>>

Con voce seccata mi ordina di inviargli la posizione affinché possa venirmi a prendere. Questa sì che è una buona idea.
Ora che la mia dignità è sottoterra, posso sedermi davanti a una vetrina ad aspettare.

Good Morning BabyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora