L'inizio di una grande avventura

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Una fioca luce affiora dalla finestra, e Sofia, stesa supina sul suo letto strizza gli occhi, e con molta fatica si alza, stiracchiandosi e buttando indietro una ciocca di corvini capelli. Scende le scale a  chiocciola, attirata dal dolce profumo del latte.
Infatti in cucina la mamma lo sta preparando, e quando la vede le sorride, e le da una delicata carezza al viso. Sofia sorride e appoggia il mento alla mano della donna, come suol fare ogni mattina, appena sveglia.
La mamma è una signora di mezza età, con gli occhi color nocciola, dolci lineamenti che si stendono per tutto il viso, e dei bigodini sui capelli biondo cenere.
Posa una tazza davanti a Sofi, sul tavolo, dove nel contempo questa si è seduta, poi mamma le versa un goccio di latte che la figliola beve quasi avidamente.
La mattina per rimettersi i forze non c'è niente di meglio di una tazza di latte fatto dalla mamma.
Finita la colazione sofia va nella sua stanza, un piccolo locale buono solo per dormire sul morbido letto dalle azzurre lenzuola. Vi si stende e rivolta lo sguardo a sinistra, dove c'è un' alta vetrata che da sul giardino nel quale ama correre cercando di inseguire gli uccelli, per lo più piccioni, ma anche corvi, che si aggirano per il prato. Li invidia, e pensa: "loro hanno le ali e sono liberi, ma anche molto fragili, è buffa questa cosa: la natura ti dona il potere di comandare il mondo col solo batter delle tue ali, ma ti rende troppo piccolo e fragile per poter sfruttare questa tua forza. Così è per tutti gli animali, hanno in sè un potere tale da poter conquistare il mondo intero, ma per un motivo o per l altro non possono farlo, perchè la natura ti dona e ti sottrae, rendendoti impotente al suo cospetto. Tutti meno che l'uomo, che con quello che la natura gli ha dato è riuscito a riparare le sue fragilità esterne, ma se si pensa ai sentimenti, è la più terribile di tutte le bestie mai create. non ha cuore, non prova amore, sentimento,giustizia, rispetto, riesce solo a procurare dolore. Certo, ci sono le eccezioni, come mamma ed io ad esempio, ma le persone con veri sentimenti son davvero poche".

Sofia passa un'ora abbondante a guardare fuori dalla finestra. Le piace osservare gli altri quando pensano di non esserlo; ad esempio quando la mamma, mentre pensa di non essere osservata, si incontra con l'amante. Ebbene sì. La mamma non è sposata, ed ha un amante che la viene a trovare ogni mattina alle 9 in punto. A lei non piace parlare dell'uomo con cui stava prima, sembra quasi che la storia passata la metta di malumore.
Quando i due si vedono si stringono in un forte abbraccio, e cominciano a parlare con fare circospetto di chissà quali argomenti.
Sofia diatoglie lo sguardo. Si mette seduta,con la schiena al muro, e comincia a giocherellare con una ciocca di capelli. Poi scende dal letto, va in bagno e si piazza dinanzi allo specchio, dove, vedendosi spettinata, comincia a mettersi a posto la lunga chioma con le mani.
Finito lì esce in giardino, dove la mamma ha appena salutato il suo uomo. La ragazza fa finta di niente, e comincia una delle sue attività preferite: l'arrampicata sugli alberi.
Oggi ne sceglie uno particolarmente alto, e con pochi rami sul tronco. L'arrampicata è dura, ma pian piano riesce ad arrivare in un punto abbastanza alto per sentirsi al sicuro dai mali terreni. Passa in quel punto tutta la mattina, passando il tempo mangiucchiandosi le lunghe unghie  delle dita, e pensando a quale sarà il suo destino, spesso inventa delle storie di cui è protagonista, immersa in un mondo capovolto: gli animali governano il mondo e gli uomini fanno la parte degli animali da compagnia.

Le ore passano così in fretta che quando la mamma dice a Sofia di scendere dall'albero che è già mezzogiorno lei quasi cade dal ramo per la sorpresa.
Allunga un piede verso il ramo piu vicino e si lascia cadere su di questo, con una destrezza e un equilibrio imparato con anni e anni di allenamento di cadute. Quando i rami finiscono le restano ancora 4 metri di discesa ripida: si aggrappa con tutto il corpo al tronco, e piano piano, allungando prima le gambe giù per il tronco, poi un braccio, e poi  l'altro; quindi si cala giù per il tronco, e corre in casa dalla mamma, che, lo sentiva grazie al buon profumo, le aveva fatto il suo piatto preferito: salmone e pesce castagno. Sofi si mette sulla sua sedia, viene servita dalla madre. Gustano insieme il pranzo, poi la mamma le dice "hai degli occhi stupendi. Fanno un perfetto contrasto con  il tuo pelo nero. Poi l'azzurro è il mio colore preferito, magari avessi anch'io degli occhi azzurri come i tuoi..."
E ci risiamo, pensa Sofia, la mamma continua a paragonarla e a parlarle come fosse uno stupido gatto che non capisce niente di ciò che gli viene detto. A prova di ciò la donnna riprende il discorso: "sai, a volte sembra quasi tu capisca ciò che ti si dice. Chissà se è vero... oh, ma perchè sto a parlare con te? Tu non puoi capirmi, cosa vado a pensare! Ma non è colpa tua. Sei un gatto, non un umano, è la natura che così ti ha creata."
Ok, la mamma sta veramente dando di matto, o meglio, questo è quello che si ostina a pensare Sofia. Non si capacita del perchè tutti la trattano come un animale, poi lei quando guarda lo specchio vede una ragazza dai capelli neri e gli occhi azzurri,le orecchie un po' appuntite, è vero,ma Non è un gatto. È un orribile incubo da cui si vorrebbe risvegliare immediatamente. Ma non può. Perchè sa, Questa è la realtà e questa è la Sua vita, e in qualunque modo le vedano gli altri non ha importanza. La vita è sua, e di nessun altro.

Sofia va nella sua cameretta. È giunta l'ora di cambiare la sua monotona vita, passata a cercare lucertole, poltrire sul letto, o sulla poltrona, e arrampicarsi sugli alberi. È una vita comoda. Troppo comoda perchè accada qualcosa di Veramente importante. Sofia vuole vivere un'avventura, e col passare del tempo ha capito che i sogni vanno cercati, oltre che bramati.
Prende una piccola sacca, e la riempie con dei torsi di pane e degli snack.
Una sistemata ai capelli, e vorrebbe lasciare un biglietto alla mamma con scritto il motivo della sua improvvisa partenza, il suo sogno, l'avventura alla quale spera di andare incontro, e le vorrebbe anche dire che le vuole molto bene, e che al termine della sua avventura un giorno tornerà; ma non può scriverglielo, in quanto non sa scrivere, o meglio, con gli anni ha imparato le lettere dell'alfabeto, e le sa comporre a formare molte parole, ma non è capace di prendere in mano una biro, una matita, o una qualsiasi altra cosa per scrivere.
La mamma, poi, non la capisce mai quando parla; quindi le resta una sola cosa da fare: va dalla mamma e la porta in cortile, dove sulla sabbia e terriccio, la ragazza comincia a mettere insieme delle lettere mezze sghembe.
'CARA MAMMA T VOGLIO BENE  NON E TUA COLPA MA O DECISO D ANDRE A VVERE LA MIA AVENTURA E CUANDO FINIRA TORNERO
CAO '
La grammatica e laletteratura non sono tra i suoi punti forti, ma riesce a farsi capire.
La mamma inizialmente guarda la propria gatta con aria perplessa, poi le salgono le lacrime agli occhi. La prende e la cinge fra le sue braccia. Così comincia a sussurrarle all'orecchio "ti prego, perdonami. Per tutto questo tempo ti ho trattata come un normalissimo gatto, non rendendomi conto di quanto tu fossi Speciale. Non posso dire che è tutto ok,e che non mi mancherai,perchè sarebbe  una grandissima bugia. Ma non posso neanche obbiligarti a rimanere qui. Ti prego, un giorno ritorna. Io sarò sempre qui ad aspettarti. Sempre."

La mamma la guarda dritta negli occhi e le dona un delicato bacio in testa. Poi si sgancia dal collo una preziosa collana con una pietra preziosa blu elettrico, leggermente nera sulla parte centrale, e attorniata da un piccolo strato di argento, usato per collegare il ciondolo alla catenina dello stesso materiale. La donna gliela aggancia al collo in modo che non sia troppo lunga da toccare a terra, o scomoda da tenere al collo. In fine con le lecrime che ormai le rigavano le guance, la donna dice alla gatta:"questo ciondolo me lo donò mio nonno, perchè in caso mi fossi perduta,avrei sempre saputo trovare la strada per ritornare a casa. Non me ne sono mai servita, perchè anche se volevo vivere, come te, un'avventura , non l'ho mai fatto. perchè avevo paura. Paura delle conseguenze, di cosa avrei potuto trovare. Oh, cara Sofia, sei ancora in tempo a cambiare idea, e restare con me..."
Sofia scuote la testa, poi struscia il muso contro le gambe della mamma, meritandosi una carezza. Fa ondeggiare la coda in segno di saluto, e corre via,verso i boschi, e ancora oltre,correndo per le campagne. Fermandosi solo per riposare e mangiucchiare qualcosa.

Con i sui grandi occhi lucenti sofia cattura tutte le cose meravigliose che incontra durante il suo viaggio...immense praterie, laghi dalle chiare acque, torrenti che giocano alla cavallina con i sassi formando zampillanti cascatelle, e la gatta pensa che tutto questo mondo nuovo e meraviglioso non lo avrebbe mai conosciuto standosene a casa per sempre.

Così gira per le le terre e i paesi per svariate settimane, quando il prevedibile e calcolabile accade: il cibo finisce, e se Sofia non vuole rischiare la fame deve perforza dirigersi in città. L'idea non l'entusiasma affatto. Non solo per lo sporco e il sudiciume presente nelle classiche città vicine alle campagne, piene di topi, portatori di malattie, ma anche per il tipo di gente che le frequenta: gente incurante del proprio aspetto, e ,fin qui, si potrebbe anche sorvolare, ma non c'è scampo per gente che si mette a mangiare addirittura i topi, o le lumache bollite. Bleah, pensò Sofia. La sola idea le faceva venire il voltastomaco. Si fece coraggio, e si avviò verso la città.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 10, 2017 ⏰

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