La scomparsa di Martina

59 2 2
                                    

Francesca era una ragazza solare e testarda. Aveva i capelli lunghi e biondi, gli occhi azzurri ed era snella. Ella viveva in una casa di campagna con sua sorella e i suoi genitori. La sorella aveva 7 anni, capelli e occhi erano entrambi neri, era bassa di statura ed era coraggiosa e selvaggia.
Un giorno, mentre andavano per i campi fioriti ed impollinati, Martina scomparve. Francesca, ansiosa e preoccupata, andò a cercarla, ma non la trovò. La sera molto preoccupata per la sorte della sorella, spiegò ai genitori il tragico accaduto. Allora, essi, chiamarono la polizia che, molto attrezzata, fece delle domande a Francesca. Il giorno dopo cercarono di rintracciarla, ma non trovarono nulla.
Nel frattempo, mentre continuavano le ricerche, sparirono altre persone e la gente era molto preoccupata per quello che stava accadendo.
Francesca quella notte, munita di pila e di una grande forza d'animo, decise di scoprire chi era il misterioso rapitore. Durante il percorso sentì dei rumori strani e volle andare a vedere cos'erano.
Curiosando tra le alte erbe vide una ragazza che camminava tranquilla. Francesca si avvicinò per sapere dove si stava dirigendo e giunti a destinazione vide una navicella spaziale. Tale navicella era luminosa, grande e ben sorvegliata da creature armate, potenti e dalla corporatura possente. Essi erano vestiti in modo strano: avevano una muta rosso fuoco, una cintura giallo canarino con attaccato un fucile viola, un pugnale arancione e una pistola ipnotizzante verde fosforescente.
Sconvolta Francesca tornò di corsa a casa per raccontare quello che aveva visto ai suoi genitori. Essi non le credettero e giudicandola pazza dissero che aveva solo sognato, ma la ragazza, testarda, era convinta che quello che aveva visto corrispondeva al vero.
La sera successiva, Francesca, tornò dove aveva visto quella strana cosa ed essa era lì. Entrò di soppiatto e silenziosamente si nascose dentro una delle innumerevoli stanze finché gli alieni non ripresero il volo.
Quando essi partirono era più o meno l'alba e la ragazza uscì dalla cupa stanza per dirigersi a scoprire quel luogo così misterioso ma allo stesso tempo curioso ed entusiasmante. L'interno era come un labirinto, pieno di stanze, corridoi, finestre oscurate e circuiti di tutti i tipi, inoltre c'erano anche molte telecamere e Francesca era molto preoccupata perché aveva paura che la scoprissero e così non avrebbe potuto più salvare sua sorella e nel peggior dei casi avrebbe potuto fare una brutta fine.

Ormai era un po' di tempo che girava per quel labirinto e aveva perso ormai la speranza di ritrovare Martina, quando notò una porta con una curiosa scritta:  "ڥڨڪږڧڪڗڦڷڸڕڣڳڶڷڴۅڹڼۈڸںڧڦڦڕڧڨۋ" (laboratorio, vietato l'accesso).
Molto incuriosita, aprì la porta ed entrò facendo attenzione a non far rumore. A quel punto vide gli alieni con qualcosa, o meglio qualcuno, tra le braccia e osservando bene quella piccola figura, dopo aver aguzzato per bene gli occhi,incredula capì che era sua sorella e che stava per essere usata come cavia da laboratorio per chissà quali esperimenti. Allora decise di fermarsi a guardare e ad elaborare un piano prima di agire per salvarla. Il laboratorio era grande, senza finestre, cupo, arricchito di boccette colorate e con una luce che illuminava solo il tavolo degli esperimenti. Mentre stava per agire per sbaglio urtò contro un tavolino scorrevole facendo cadere le cose che erano sopra. Subito, gli alieni, si girarono e la videro. Essi chiamarono le guardie che, in poco tempo,arrivarono catturandola e rinchiudendola in una stanza piccola, buia e ferrata. Francesca,in quel luogo silenzioso, cominciò a pensare ad una strategia per salvare Martina, ma prima di tutto per uscire da quella blindatissima stanza. Scrutandola per bene vide un condotto dell'aria da dove sarebbe potuta entrare e scappare. Il problema era come arrivare lassù. Osservando meglio vide, nell'angolo più cupo, una scala a pioli. La ragazza la prese e la trasportò nel punto dove si trovava la sua unica via d'uscita. Aperta la griglia entrò in quel rettangolo molto piccolo e infinito.Mentrestava esplorando quei numerosi cunicoli vide una stanza illuminata con molte armi al suo interno. Silenziosamente aprì la griglia, la posò vicino a lei e piano piano entrò in quel luogo ben fornito di attrezzature da guerra. Girò per un po' in quel lugubre magazzino e,vedendo una pistola nucleare verde e un fucile che rimpicciolisce le persone, decise di prenderne un paio. Mentre tornava sotto la botola che, l'avrebbe portata da Martina, sentì dei rumori strani, erano passi pesanti come quelli di un gigante. A un certo punto entrarono due extraterrestri che stavano discutendo :
-"Hai sentito che c'è un intruso a bordo?"
-"Sì,ha intenzione di salvare la sorella! Ahahah!"
-"Ahahah! Sì infatti, ma non sa che è impossibile scappare da qua!"
A queste parole Francesca, che era nascosta dietro uno scaffale, prese la pistola nucleare e con gran rabbia li uccise senza pensarci due volte.

Dopo aver verificato che fossero davvero morti, uscì a testa alta da quella che diventò la tomba di quei poveri alieni, che hanno avuto la sfortuna di incontrare quella che diventò "Francesca la sanguinaria". Man mano che gli stranieri la trovavano a gironzolare nei corridoi, che portavano al laboratorio di chimica, venivano abbattuti come birilli dalla ragazza assassina. Quando arrivò davanti alla fatidica porta,la aprì e mise agli arresti i padroni del veicolo. Si diresse verso la sorella, la prese delicatamente in braccio e successivamente la mise in piedi. Subito arrivarono alcuni alieni che avendo sentito delle voci, provenienti da quella stanza, entrarono velocemente e cominciarono a sparare.Francescasi nascose dietro un mobile ma la piccola, ancora intontita dagli esperimenti, venne colpita al petto. La povera Martina cadde a terra in lacrime per il dolore subito e perché aveva capito che era giunta la sua ora. Francesca, disperata e sconvolta, cominciò a sparare ininterrottamente uccidendoli tutti.Lasorella maggiore andò subito dalla sorella cercando di capire come stava:
-"Martina come stai?"-disse in lacrime.
-"C6"-disse con un filo di voce.
-"Martina ti prego rispondi!"
-"C6"-disse con sempre meno voce.
-"Martina ti prego non mi lasciare, dobbiamo tornare a casa dai nostri genitori sane e salve"
-"Vai alla stanza C 6, sono tutti lì"
Questa fu l'ultima volta che sentì la sua voce ancora immatura, infondo aveva solo 7 anni.

Francesca,con le lacrime agli occhi e molto arrabbiata, uscì da quella stanza con l'obbiettivo di salvare, almeno, tutte le altre persone che erano state catturate da quei miserabili.Ripresein mano la pistola nucleare che aveva lasciato cadere per soccorrere Martina e si diresse verso la porta"C 6". Durante il percorso trovò altri alieni che le sbarrarono la strada, ma, con una grandissima rabbia negli occhi, li fece fuori uno ad uno, finché non arrivò davanti alla stanza indicata dalla sorella. Entròspalancando e sbattendo la porta e gridando a squarciagola disse:
-"Siete liberi uscite dopo di me"
Tutti in fila indiana la seguirono verso la sala comandi dove trovarono gli ultimi alieni, ma lei gli sterminò e prese il comando della navicella spaziale.Francescariportò tutte le persone rapite a casa sane e salve, esclusa sua sorella che di sicuro stava sorridendo mentre le persone tornavano dai loro cari felici e spensierati.

La scomparsa di MartinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora