Lui ...

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"Ti ama ancora" tra un sorriso e le lacrime ... così era iniziata, che poi era iniziata dodici anni fa e ne sarebbe durata altri otto.

Questa scena si svolgeva in una sala dove seduta c'era lei e di fronte a lei un uomo, ormai consumato fino alla fine delle ossa dal tempo e dalla solitudine; quest'ultima mano a mano che il tempo passava lo stava logorando completamente, fino a farlo sparire del tutto, come erano spariti loro in quella folla di gente che parlava di tutto e di niente, senza fare attenzione a nessuno: perché loro erano fortunati a parlare con qualcuno. Anche se poi forse c'era talmente tanto da dire che quel poco tempo a disposizione non era mai abbastanza per colmare tutto il burrone che si era creato col tempo, con il susseguirsi delle stagioni, degli anni, della vita, che poi vita non era.

Era seduta compostissima in una sedia scomoda, con i capelli rossi, lunghi e scalati fino ad arrivare alla frangia; il viso segnato dalle lacrime e un grande sorriso, ma non dovuto alla gioia, solo per aver pronunciato le parole più vere che possano mai essere state detto o inventate dall'uomo. Tre semplici parole, ma allo stesso tempo tutte complicatissime, di fila. Quel TI AMA ANCORA era stato così silenzioso, ma estremamente rumoroso: non aveva suscitato nessuna reazione nella massa, ma era come se il mondo si fosse fermato, intorno a loro, in quel momento ... lei era cresciuta troppo in fretta senza lui e lui invecchiato troppo in fretta senza lei ... non erano due amanti, ma semplicemente e tortuosamente una figlia ed il corrispettivo padre.

Occhi verdi, ciglia lunghissime, e lo sguardo di una donna vissuta :
" Hai detto che saresti tornato a casa per troppe volte. Ora basta ".
La voce colma di coraggio e stanca.
Per troppo tempo ho scelto te, dimenticando me.
Una vita segnata dal dolore, dalle lacrime durante le feste, nascoste nei sorrisi e nella gioia di chi ha tutto sotto i propri occhi, senza accorgersene: la propria famiglia.
L'ultima volta suo fratello aveva capito tutto. Aveva sentito la mano di lui sulla spalla e così ella aveva capito che lo doveva fare ...

Quando la vide entrare dalla porta quasi non la riconobbe, forse per il portamento o semplicemente perché era cresciuta.
I suoi occhi non avevano mai osato incrociare quelli di lui, forse solo per paura di rimanere intrappolati, come lo era rimasto lui.
Erano iniziate le due ore messe a loro disposizione.
- Come stai ? - Aveva detto lui
- Bene ... -
Non riusciva nemmeno a guardarlo ...
La pelle era un telo che avvolgeva dolcemente le sue ossa, facendole intravedere. Non si reggeva quasi più in piedi, non l'aveva più rivisto da quando aveva deciso di non ascoltare le sue parole.

Adesso la sua mano era intenta nel prendere un bicchiere dalla pila, per poi prendere anche la bottiglia, aprendola con cura per infine versare l'acqua nel bicchiere preso prima.
L'aveva messo sul tavolino verso di lui ed aveva compreso, senza fare obiezioni, che doveva bere e così aveva fatto.
Da quando non mangi più ?? Fu la domanda che le sfiorò la mente, a cui però sapeva dare benissimo una risposta; per questo non aveva nessuna intenzione di portare in tavola la questione.
- Sei cresciuta, sei bellissima ... -
Lo sapeva che era orgoglioso di lei, diplomata "felicemente". Era una donna in carriera (tra studio e lavoro).
- Tu invece hai più capelli bianchi di prima, adesso non posso più contarli. -
Non si aspettava di trovare lei lí, questo lo sapeva.
In rare occasioni gli aveva scritto una lettera, ma non aveva voluto più vederlo. Quello non era più l'uomo di cui si era innamorata, fin dal primo giorno in cui l'aveva tenuta fra le braccia; braccia forti, possenti, di un instancabile lavoratore.

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⏰ Last updated: Nov 30, 2016 ⏰

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