Uno strano gioco

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Era già da un pò che Sherlock era tornato da quella sua presunta morte, e ci ho messo parecchio a metterci una pietra sopra. Ancora ripenso che lui davvero credeva di ripresentarsi da me dopo due anni con un "ti sono mancato" e terminare il nostro incontro come se non fosse accaduto nulla. Ma seriamente? In tutto questo tempo ho imparato a conoscerlo, ho cercato di comprenderlo in tutte le sue innumerevoli sfaccettature, ma più ci penso più sono convinto che non meritavo quei due anni senza di lui... tranne per il fatto che alla fine ho trovato la mia anima gemella... Mary... e se non fosse stato per lei non ce l'avrei mai fatta a superarli. Forse dopo tutto dovrei ringraziarlo di essere... hem come dire...morto per un pò. Quel giorno stavo andando a Baker Street, come al solito passavo per vedere se c'era qualche nuovo caso, ma una volta varcata la soglia lo sentii urlare dal piano di sopra.
-Aaaah!Non ci riesco!-
Subito sbiancai convinto che fosse in difficoltà .
-Sherlock!- Esclamai poi salendo velocemente le scale e spalancando la porta  dell'appartamento. Trovai il leggendario, perspicace, consulente investigatore Sherlock Holmes, in pigiama, sdraiato sul suo divano, con quattro cerotti alla nicotina, due per ogni braccio e gli occhi fissi sullo schermo del suo iphone.
-Ho provato di tutto John...- Disse sedendosi e rivolgendomi poi lo sguardo.
-Ho preso appunti guarda... calcolo delle probabilità; tutte le possibilità, o almeno una gran parte, sono scritte su questi fogli!- Si tirò in piedi con in mano un mucchietto di fogli e si diresse verso di me passando sopra al tavolino, senza badare alle scartoffie calpestate. Mi porse  i fogli sui quali  vi erano disegni strani e appunti vari. Io rimasi perplesso, mi coglieva alla sprovvista, non capivo a cosa fosse riferito, forse ad un caso di elevata importanza. Per essere stato da quattro cerotti, come minimo avrebbe dovuto coinvolgere direttamente la regina d'Inghilterra.
 -Mi manca solo una vita...John! Solo una! E posso dire addio alla mia unica chance  mattutina! Non posso sprecarla.- Mi girò lo schermo del telefono  sbattendomelo quasi in faccia. Una luce rosa mi appannò per un attimo la vista e infine  capii il problema e sono certo di avergli rivolto uno dei miei sguardi più perplessi e confusi.
-Candy Crush?- Chiesi indicando lo schermo. Lo guardai annuire con convinzione lasciandomi il telefono tra le mani.
-Serio?-
-Quando mai non lo sono stato John?- Rispose rivolgendo per un attimo lo sguardo altrove.
-Si tratta di qualcosa di piu grande di me...non credo che tu possa capire... è in ballo la mia intelligenza, una sfida tra uomo e computer...- cominciò a camminare per il salotto gesticolando e da lì capii che sarebbe stato un lungo discorso; quindi cominciai a giocare con quel giochino ascoltandolo. - ...  è un pò come Alan Turing e il miestero di Enigma, solo che  è un caso ancora più complesso e articolato,  è una serie di infinite combinazioni che ogni volta cambiano associandosi  modo diverso e....- lo interruppi.
-fatto.- dissi poi riferito al livello del gioco. Lo vidi sbarrare i suo occhi azzurri e avvicinarsi a me di scatto strappandomi letteralmente il telefono dalle mani.
-COME!?- mi rivolse lo sguardo incredulo.
-MA COME HAI FATTO!?-
Sospirai togliendomi la giacca
-Probabilmente è perche non ci ho pensato troppo, infondo è solo un gioco, non c è bisogno di calcolare nulla, o si vince o si perde, ma è notevole come tu sia riuscito ad arrivare ad un livello così alto in poco tempo- commentai. Andai poi in cucina e sentii Sherlock sospirare, e borbottare qualcosa
-Piuttosto, novità? C'è qualche caso interessante- domandai preparando un pò di tè.
-Un cane disperso, una presunta rapina... niente che possa suscitare in me alcun interesse in particolare.- disse in tono annoiato.
Scossi la testa in segno di disapprovazione.
-Sherlock... devo essere sincero con te...-cominciai poi portandogli la tazza di tè fumante.
-...è da quando hai saputo che mi sono fidanzato con Mary che ti comporti in modo strano...-
Mi guardò interrogativo prendendo la sua tazza di tè e soffiando a filo del bordo, diramando il vapore.
-Strano? Cosa intendi per strano?  È un concetto fin troppo  soggettivo per essere associato ad una persona. dovremmo arrivare prima a capire cosa realmente è normale. La mia normalità  è completamente diversa dalla tua, quindi se tu stai supponendo che io mi stia comportando in modo strano..- si interruppe bevendo un sorso di tè
-...allora anche io dovrei dire lo stesso di te.-
Rimasi a guardarlo e sentii palesemente corrugare le mie sopracciglia, tanto la mia espressione aveva assunto un tono ancora piu interrogativo.
-Sì... hem... - tornai in cucina a prendere il mio tè e mi accomodai sulla mia poltrona.
- É questo che intendo.- risposi poi riferito a ciò che aveva appena detto anche se non ero sicuro di aver capito.
-Ti comporti in modo strano, ti vedo distaccato dal tuo lavoro... da... me... - Gli rivolsi lo sguardo e potei notarlo abbassare il capo quasi di scatto a quell'affermazione concentrandosi a bere  il suo tè come a non farsi notare.
-Stavi giocando a Candy Crush... - affermai ormai arreso all'idea.
-Tu, una delle menti più brillanti e sagge che io conosca...- lo vidi arrossire leggermente, come suo solito quando riceve un complimento.
-...alle prese con un giochino effimero  come quello.- 
la sua espressione divenne quasi subito solenne, pronto a negare quanto appena avevo detto.
-Non è effimero...- ammise quasi con una specie di broncio. -... è... particolare...- concluse non trovando scusante migliore. Annuii quasi ridendo
-Okay va bene hai vinto tu- sorridendo alzai le mani in segno di arresa - ma resta comunque il fatto che ti comporti in modo strano , sopratutto da quando mi sono trasferito... - Lo guardai in attesa di una risposta; ma quella mia affermazione fu seguita  da uno sguardo basso, perso nel vuoto del mio mio amico.
-Hey? - chiesi, dopo poco, per attirare la sua attenzione. Sherlock si alzò dal divano con un sospiro, incamminandosi.
-É che mi manchi John... - e detto questo si diresse verso al bagno senza ulteriori commenti. Rimasi a bocca aperta perplesso da quell'affermazione... gli mancavo... ma in che senso?  Non capivo cosa intendesse... davvero,  era come aver ricevuto un pugno allo stomaco all improvviso. Cominciai a pensare al significato di quelle parole. Rimasi a riflettere analizzando la frase mentre  finivo di sorseggiare il mio tè, e poi esausto di pensarci troppo  mi alzai e  mi piazzai davanti la porta del bagno bussando in modo irrequieto
-Sherlock!? Mi devi delle spiegazioni!- Bussai ancora finchè non mi si aprì la porta davanti e me lo ritrovai mezzo nudo, gocciolante, coperto solo da un asciugamano in vita, accompagnato da una nuvola di  caldo vapore. Mi sentii avvampare, lo ammetto... in quella situazione rimasi un attimo sconcertato. Mi guardava fisso con quei suoi occhi vitrei e quell'espressione seria, e prima che potessi aprire bocca  per balbettare qualcosa  mi attirò a se baciandomi. Percepii le sue labbra calde sulle mie e per qualche secondo mi sentii abbandonare, ma poi ripresi coscienza e lo spinsi indietro scansandolo. Lui continuava a guardarmi come se la situazione non gli tangesse minimamente.
-MA COSA CAVOLO TI È PRESO SHERLOCK!?- Gli sbraitai contro arrabbiato. Scosse la testa e uscì dal bagno ignorandomi.
-Sherlock!?- cercai di seguirlo ma lui entrò in camera sbattendosi la porta alle spalle.
-Sherlooock!- bussai alla porta più volte, senza una risposta e quindi  provai ad aprire, ma la trovai chiusa a chiave.
-Va bene! Non so cosa ti stia prendendo! E dopo ciò che è successo i..io... ah dio Sherlock!- diedi un ultimo colpo alla porta quando ne uscì il mio collega vestito con il suo solito completo scuro, i capelli ancora umidi, mentre si stava abbottonando gli ultimi bottoni della camicia, senza nemmeno guardarmi. Inarcai un sopracciglio interrogativo e poi in men che non si dica  Sherlock uscì di casa lasciandomi lì, solo. Perchè aveva agito In quel modo?  Perchè mi aveva baciato? Ma sopratutto dov era andato? Fu quest'ultima domanda a farmi scattare e veloce, scesi le scale 
-John!-
Prima di aprire il portoncino, mi voltai e vidi la signora Hudson affacciata alla porta del suo appartamento.
-Signora Hudson...-
-Ma cosa è successo? Ho sentito urlare e Sherlock se ne è andato così di fretta...- scossi la testa
-Niente non è successo niente... saprebbe dirmi dove è andato?- notai la sua espressione pensierosa
-Non saprei caro ...provi all'obitorio... lo sa che lui...-
-Sì,sì, grazie mille signora hudson- Non gli diedi nemmeno tempo di salutarmi che mi diressi subito al St. Bartholomew's Hospital, ovvio che fosse andato all'obitorio, era lì che si rilassava  con i suoi esperimenti quando non voleva stare a casa. Una volta lì incrociai Molly
-Hey! Hai visto Sherlock?- Chiesi frettoloso. Lei scosse la testa interrogativa
-No, di qui non è passato, ma per...- non la lasciai finire, girai i tacchi e  imboccai l'uscita. Capii che non si sarebbe fatto trovare così facilmente... una volta in strada  mi incamminai senza una meta precisa cominciando a convincermi che avrei dovuto pensare come lui
-okay... allora ... entro nel mio palazzo mentale.- portai i polpastrelli delle dita sulle tempie  e provai a concentrarmi...ma niente non servì a nulla, anzi, mi venne subito in mente il ricordo di quel bacio improvviso... scossi la testa cercando di tornare subito in me. Sospirai e ripresi a ragionare da John Watson. Probabilmente girai tutta Londra, o almeno una buona parte, senza trovarlo finchè non sentii il mio telefono vibrare, era un messaggio.
"Al cimitero. SH" 
Una volta letto rimisi in tasca il cellulare e mi incamminai verso il luogo senza farmi troppe domande. Solo per strada ricordai che "non sei mai tu che trovi Sherlock, è lui che trova te" è solo che ero troppo confuso per averci pensato prima; probabilmente mi sarei risparmiato tutti quei giri, se soltanto avessi aspettato un pò... ma l'ansia mi stava torturando, e non potevo rimanermene a non fare niente in attesa di un indizio. Arrivai al cimitero. Una volta lì non fu molto difficile trovarlo, infatti tra una lapide e l'altra, scorsi la sua figura  in piedi davanti il punto in cui lo avevano "seppellito" due anni fa. Ormai la sua lapide era stata sostituita già da un pò. Mi avvicinai.
-Sherlock?-
-John..- rispose lui senza rivolgermi lo sguardo.
Non sapevo da dove iniziare e mi passai una mano sul viso cercando di farmi forza. Quando finalmente presi un pò di coraggio, Sherlock mi precedette, voltandosi verso di me. Prima di iniziare a parlare mi diede un'occhiata dal alto verso il basso.
-Sei uscito di casa appena poco dopo di me, di fretta, considerando che non hai badato a mettere la giacca. La signora Hudson ti ha chiesto cosa fosse successo, ma tu, ovviamente, hai mentito e visto che non sapevi dove cercarmi hai chiesto consiglio a lei, e ovviamente come prima tappa hai optato per il Bart. Troppo scontato non ti pare? Infatti dopo  esserti assicurato che non fossi lì hai girovagato un bel pò a passo veloce e costante considerando la fronte leggermente bagnata dal sudore;  e il leggero affanno che avevi quando poi sei venuto qui dimostra che hai aumentato il passo quando hai saputo dove trovarmi. Ed ora eccoci qua.-
Sospirai  irritato e stufo del suo comportamento.
-non sono venuto qui per un'analisi.- affermai categorico.
-voglio delle spiegazioni.-
-va bene- rispose lui -ti darò tutte le spiegazioni che vuoi. Ma ti avverto sarò molto diretto. Non mi piace girarci troppo attorno.-
-Sì! Ho visto come non ti piace girarci attorno! - risposi ironico e rude. - hai preso e te ne sei andato senza un motivo apparente! E ora sei qua a dirmi che non ti piace girare intorno alle cose!? -
-senti sono qui, adesso, e sono pronto a rispondere delle mie azioni. Cosa vuoi sapere?- mi chiese lui cercando di rimanere tranquillo.
Tirai un respiro e poi domandai ciò che mi premeva di più.
-perchè mi hai baciato?-
-perchè ti amo.-
Rimasi a fissarlo, non so per quanto tempo, ma mi parve un'eternità.
-ti prego dì qualcosa chè stai cominciando a diventare inquietante.- disse lui alzando gli occhi al cielo.
Indicai me stesso.
- ah ?! Io dovrei dire qualcosa?- scossi la testa incredulo.
-sono fidanzato! Ecco cosa dico! Non te ne puoi uscire così all improvviso! Poi...- mi passai le mani sul viso cercando di metabolizzare la situazione. -...poi non eri tu a dire di essere sposato con il tuo lavoro eccetera eccetera...-
Cadde un attimo di silenzio poi prese parola
- sì ma tu fai parte del mio lavoro John... è per questo che.. - sospirò.
-.. lascia perdere..- fece un gesto con la mano come a dire basta e lo vidi incamminarsi
-E ora dove credi di andare!?-
-me ne torno a casa!- rispose lasciandomi indietro.
Lo raggiunsi strattonandolo per il cappotto e facendolo girare verso di me e potei notare le sue guance arrossate e  i suoi occhi lucidi. Ripensandoci molto probabilmente  quella reazione fu per il freddo pungente di quel pomeriggio autunnale, ma in quel momento credetti che la colpa fosse stata mia e... non riuscii a trattenere i miei impulsi, ricambiai così quel bacio che mi aveva rubato...ma solo nella mia mente, in realtà rimasi a fissarlo come un deficente.
Lui abbassò lo sguardo.
-Senti, ho capito...fa finta di niente... dimentica quello che è successo e basta. L'amore è solo un gioco, imprevedibile complesso e articolato, come Candy Crush, o si vince o si perde,lunica differenza è che in quello le vite so ricaricano con il tempo, mentre  nell'amore di vita ne hai solo una ed io in giochi come questi non sono molto fortunato... non merito di amare qualcuno , nè penso di esserene in grado. Ho il mio lavoro e me lo farò bastare, come ho sempre fatto.- annuì e sorrise, un sorriso forzato. E se ne andò verso casa . Lasciandomi lì all'imbrunire del giorno, con migliaia di pensieri per la testa.

I'am Johnlocked (Sherlock fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora