In una casa grande e gialla abitava una ragazza di nome Emma. Era una ragazza un po' in sovrappeso, ma aveva dei capelli biondi da far invidia a tutti, sembrava una principessa, Rapunzel. Era brava a scuola, andava bene in tutte le materie (ginnastica un po' meno). I suoi compagni la invidiavano: sapeva fare molte cose con semplicità, anche le cose difficili viste fatte da lei sembravano semplici. Lei sapeva aiutare gli altri. Faceva il tutor di matematica ad una sua compagna di classe di nome Francesca. Ogni tanto veniva presa in giro. La chiamavano "balena" o "palla di lardo". Se la prendeva con se stessa, si diceva che doveva cambiare, si faceva schifo da sola, non si voleva vedere allo specchio. I compagni le dicevano, però, quando la vedevano disegnare e quando la sentivano suonare il pianoforte, che era brava. Almeno si erano accorti che aveva talento. Con il tempo imparò a riconoscere le sue capacità e il suo valore. La sua autostima stava salendo. L'anno di scuola seguente ricominciarono a prenderla in giro. La chiamavano "lesbica", "palla di lardo" e "elefante". Un giorno le venne da pensare..Se gli altri la consideravano un elefante, gli altri per lei erano moscerini e quindi avrebbe potuto schiacciarli. Un giorno, stanca degli atteggiamenti dei compagni, raccontò le vicende alla prof. di cui si fidava di più. Ebbe la sua vittoria. Adesso tutti la considerano coraggiosa. Adesso un suo amico la chiama Rapunzel e lei si sente una principessa e considera il suo amico il suo principe di cui è innamorata. Un giorno, come Rapunzel, le piacerebbe far salire il suo principe nella sua torre tramite i suoi capelli. Adesso i suoi amici l'accettano per quello che è. Adesso si piace e vive a testa alta. Fa quello che le piace fare fregandosene del giudizio degli altri. Dal bullismo imparò anche che se cercavano di tirarla giù, voleva soltanto dire che lei era sopra di loro. Adesso è forte, ma è stata debole anche lei, ha provato a farsi del male, ma poi ha capito che non ne valeva la pena. Una volta, al corso di orientamento, imparò che deficiente significava "colui che manca di qualcosa". Quelli che la prendevano in giro sono deficienti. Non sanno cosa si sono persi. Hanno scartato dalla loro vita una principessa. Sono stati penosi. Piccola, anche se ti chiamo così, tu, sì, proprio tu, se ti prendono in giro, non prendertela con te stessa. È colpa loro. Sono loro a perdere la battaglia e, oltre che perdere una battaglia, perdono anche una persona fantastica come te. Anche se ti chiamo piccola, puoi essere grande, puoi farla pagare a chi se lo merita. Non tenerti tutto dentro. Parlane con le persone di cui ti fidi. E una volta che hai detto la verità, fregatene se ti chiamano "stupida" solo perché hanno ricevuto una punizione che non volevano. Ascoltami: hanno fatto la parte dei fighi per troppo tempo, adesso la loro parte tocca a te!
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PRINCIPESSA
Short StoryLa storia che racconto è la mia,anche se ho cambiato i nomi di alcune persone.