Capitolo 1

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Quante volte nella mia vita mi sono detto "Se solo potessi tornare indietro". Molte. Molte più volte di aver detto "Ciao" probabilmente. Eppure, so che ho fatto del bene, tornare indietro e non fare ciò che avevo fatto significherebbe molte vite umane, e non solo, perse. Anche perché, parlandoci chiaro...nessuno potrebbe aver fatto quello che ho fatto io. E non intendo solo una cosa, tante.
Tutto è iniziato un po' di anni fa... ah non si capirebbe nulla se non partissi dall'inizio, dal mio inizio.
Ho vissuto a New York fino a quando non fui maggiorenne. Quel periodo è stato cupo, depresso, triste per me, ed il tutto fa pensare subito a un solo e semplice luogo: l'orfanotrofio.
Non avevo molti amici, anzi non ne avevo. Tra i ragazzi, c'erano i forti, quelli con comportamento da bulli, grossi e cattivi, e poi i deboli ovvero i meno dotati fisicamente, gli sfigati insomma. Io ero riuscito a guadagnarmi rispetto da tutte e due le classi sociali. Non ero un bullo, ma loro mi rispettavano da quando nella mia prima adolescenza avevo preso a cazzotti il capo della banda, o meglio dire il capo dei capi delle bande. Ovviamente mi avevano proposto di prendergli il "trono di imperatore", e per un po di giorni pensavo di volerlo essere. Ma infondo loro che facevano? Fumavano, spacciavano droghe, rubavano soldi agli sfigati e facevano di tutto per mettersi al centro dell'attenzione. Poi invece ho cambiato idea, però ho inciso due regole molto chiare a quegli imbecilli, visto che potevo di tutto ormai:
- non rompete più le palle;
- sigarette quando voglio.
Nessuno osò opponersi a quelle poche, sacre, leggi. Così stetti sempre in disparte da tutti i ragazzi, solo con le mie sigarette.
A proposito di regole, l'orfanorofio ne era proprio pieno: non si poteva uscire, non si poteva fumare, non si poteva andare in bagno in continuazione, si doveva studiare, non litighare, e molte altre regole che non sto a dire. Inoltre non era accettato andare nell'altra metà dell'edificio. Perché? Semplice, noi eravamo solo ragazzi, uomini insomma. Dall'altra parte c'erano le ragazze. Era logico il perché non si potevano vedere uomini e donne. Beh, una delle regole che violai, più di una volta, fu anche quella.
Io ho, o forse avevo ormai, una sorella, Beta. Ha tre anni in meno di me, era dolce, carina, e spesso mi faceva regalini con carta, cera pongo e altro quando andavo dalla sua parte. Ma io mi comportavo sempre da stronzo con lei, tutto ciò che mi dava con affetto glielo distruggevo davanti agli occhi, se mi abbracciava la buttavo per terra, o se osava baciarmi le davo ceffoni da urlo. Lo so, non ero un buon fratello e solo ora me ne rendo conto. Una volta la difesi.
Era il giorno di Natale, avevo circa quindici anni, e avevano aperto tutte le porte dell'orfanotrofio in segno di solidarietà. Quindi potevamo incontrare le ragazze. Ero in bagno e stavo per iniziare una relazione con una, quando ho sentito mia sorella gridare. Era nel bagno dall'altra parte del corridoio, e non so nemmeno come feci a distinguere la sua voce da tutte le altre. Lasciai subito la ragazza e percorsi il corridoio che era pieno di persone che limonavano. Ero un metro e novanta, giusto un po' piu alto degli altri ragazzi, ma nonostante le dimensioni fossero quasi uguali riuscivo a buttare a terra tutti quelli che avevo davanti, facendomi strada verso il bagno.
Mi chiedo come cavolo facevano quelli del duemila ad essere alti in media un metro e settantacinque, solo pensarci mi fa ridere.
Comunque, arrivato in bagno sentii rumori provenire da una delle cabine. Sentivo un ragazzo ridere, bestemmiare e godere allo stesso tempo mentre mia sorella piangeva. Cavolo se ero innervosito! La porta era chiusa a chiave, nessun problema gli diedi qualche botta con tutta la forza, e anche se era in metallo, si aprì. Non sto a specificare quello che avevo visto, ma si può immaginare. Presi il ragazzo per il collo e lo lanciai contro il muro, anch'esso in metallo. Ormai l'acciaio era ovunque, pure nelle matite. Ecco, se fossimo stati nel duemila questo forse non sarebbe accaduto. Continuai a sbattergli la testa contro il muro che piano piano iniziava a sporcarsi di sangue. Mi girai e iniziai a colorare la porta del bagno. Purtroppo in quel momento gridavo, bestemmiavo e godevo anch'io. In fine lo scaraventai sul lavandino e lui scivolò a terra, morto. Iniziarono a venire altri ragazzi, suoi amici probabilmente. Erano in tre, e io in uno, che vale quattro. Avevano dei coltelli, ma non gli servirono a molto. Da quando avevo dieci anni ero riuscito a rubare un telefono di nascosto e guardavo (tramite il wi-fi dell'edificio) video sull'autodifesa. Certo questa non era autodifesa. Li disarmai in un batter d'occhio, e dopo trenta secondi, due di loro erano già a terra mentre l'altro stava scappando. Mia sorella era dietro di me che cercava di fermare i miei movimenti mentre mi gridava all'orecchio. Poi si mise davanti strattonandomi, io non mi mossi di un millimetro. Lei aveva le lacrime agli occhi e si stringeva al mio petto.
"Basta Alpha...Sniff..."
Guardai giù accorgendomi che poggiavamo i piedi in un lago di sangue. Misi le mani sul volto di mia sorella e mi abbassai alla sua altezza
"Tranquilla, adesso noi però ce ne dobbiamo andare. Capito?"
Beta continuava a piangere
"Hey, non piagnucolare, e stringiti forte"
La presi per la vita e la misi in spalla iniziando a correre. Uscii dal bagno e mi diressi verso una finestra abbastanza bassa. Arrivato lì lasciai mia sorella
"Alpha...Sniff...io non voglio scappare, non ho commesso niente"
Aveva ragione, ero io che ero in torto.
"D'accordo" la guardai con sguardo innervosito e la mandai a quel paese. Passò giusto un secondo che mi dimenticai di lei. Scappai dalla finestra e uscii dall'orfanotrofio. Quella fu una delle ultime volte che vedetti Beta, la mia sorellina.

Il sistema di sicurezza di tutte le città dopo la 10^ guerra inter-solare si era sviluppato molto, non avevo speranze di riuscire a salvarmi dalla polizia. Il giorno dopo venni arrestato per omicidio volontario di un ragazzo e tentato omicidio di tre. Stetti in carcere per un anno, senza poter vedere nessuno.
Anche lì mi dissi che sarebbe stato meglio tornare in dietro.

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Ciao ragazzi e ragazze spero che la trama del racconto vi piaccia. Questa è la seconda storia seria che scrivo, la prima è stata vittima di una recensione. Effettivamente le parti iniziali non erano scritte benissimo (quelle che ha recensito). Perciò ho deciso di fare una storia totalmente diversa per partire subito con capitoli ben formari. Cmq, questo a voi non interesserà nemmeno, quindi scrivete nei commenti se questa storia vi piace, se c'è qualche passo che non avete capito o altro.
Ci vediamo al prossimo capitolo!

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