TUTTO HA INIZIO DA QUI

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Mi chiamo Cristina, ma gli amici mi chiamano "Cri", ho appena finito la scuola media e ora inizierò il mio nuovo percorso in un istituto socio-sanitaro. Il perché di questa scelta? Sono una ragazza disposta ad aiutare il prossimo, non riesco a vedere persone in difficoltà soprattutto se queste sono legate a me, sono comprensiva e sono considerata anche una grande rompicoglioni perché odio quando le persone buttano la propria vita nel cesso e quindi glielo impedisco di farlo. Per esempio un mio ex compagno di classe, si chiama Luca, è un ragazzo molto buono dentro, ha veramente molte capacità ed è anche molto sensibile, ma fuori si fa vedere la persona che non è, risiede in una comunità che secondo me non fa esprimere le sue potenzialità e questo peggiora la situazione. Come lo so?
Beh.. diciamo che la nostra conoscenza è andata avanti anche al di fuori della scuola. Anzi, tutto è partito da una promessa che gli avevo fatto una sera.
"Vedrai che la prossima settimana mi troverai in comunità a trovarti" queste sono state le mie testuali parole e così ho fatto. Una settimana dopo mi ha trovato lì, davanti alla porta della comunità contenta di rivederlo e sapere come stava.
"Ciao luca" dico con una voce che sprizzava di gioia.
"Ciao" risponde con un sorriso che interpretava l'espressione "perché sei venuta a rompere i coglioni".
"come stai?" chiedo mentre il mio sorriso scompare pian piano a causa delle sue risposte di merda.
"bene" dice con lo stesso sorriso da presa per il culo e se ne va.
Il mio sguardo si abbassa, i miei occhi diventano umidi. <Non puoi piangere ora Cristina, non farlo.>
Mi giro e vedo un uomo sulla trentina che si avvicina a me.
"Ciao sono Riccardo, l'educatore di Luca, so che sei venuta a trovarlo, noi ora andiamo a giocare a calcio, vuoi venire con noi?"
Sorrisi e annui.
Mi caricò in macchina e andammo nel capo di calcetto vicino alla comunità. Mi sedetti e guardai la partita, o meglio non proprio la partita, ma lui. Il mio sguardo non si incrociò col suo, era troppo impegnato nel giocare, ma ogni volta che lo guardavo un sorriso spontaneo compariva sulla mia faccia.
Era passata ormai un'ora, mi squillò il cellulare, mio padre era arrivato a prendermi, aspettai che finissero di giocare e mi alzai, da lontano salutai tutti, soprattutto Luca che non mi guardò nemmeno.
<<Che ci vuoi fare Cristina, è così, non ti darà mai nessuno soddisfazione, non ti dimostrerà nessun sentimento finché non gli farai capire quanto ci tieni a lui>> pensavo nella mia testa mentre mi dirigevo alla macchina di mio padre.
Tornai a casa e mi coricai nel letto. Incominciai a pensare, pensare a quanto quel ragazzo pure con tutte le difficoltà, con il suo comportamento di merda con la sua situazione mi trasmetteva una forte voglia di avere qualcuno accanto..... beh cioè non è che lui non avesse nessuno vicino, o meglio, era 1 ragazza ogni 2 settimane ma erano "passatempi" come mi diceva lui, ma questa cosa mi faceva male, tanto male, ma sono sempre stata zitta e ho fatto finta di nulla. Mentre pensavo il mio cervello si spense e mi addormentai, dimenticamdomi pure di cenare e sperando che la giornata finisse e quella del giorno dopo fosse migliore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 05, 2016 ⏰

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