IL VANDALO (un manifesto)
Nota del "diffusore"
Ho ricevuto questo racconto via email qualche giorno fa da un indirizzo che non conosco e che, nonostante le mie ripetute richieste, non ha mai risposto. Immagino sia un indirizzo email attivato solamente per la spedizione del racconto e poi abbandonato. Non so bene perché l'autore, il "vandalo", abbia scelto me per promuovere il suo piccolo saggio: forse perché nei miei miseri scritti sulla letteratura elettronica e in particolare sulla poesia digitale, il "vandalo" ha trovato delle idee, degli spunti non lontani dalle tesi trattate in questo racconto.
Comunque sia lo riporto e lo diffondo aggiungendovi solamente questa mia nota e un riferimento URL: lascio alla gentile lettrice e al cortese lettore le valutazioni sul suo contenuto.
Trieste, 12 febbraio 2012.
versione 2.0
roberto gilli
http://www.robertogilli.it
Il Vandalo (un manifesto)
"Quando trovate un buon libro dovete chiedervi: Son io disposto a lavorare come un minatore?"
W. Goethe
Va bene, tutti abbiamo letto "Storia dell'assedio di Lisbona" di Saramago e non starò qui a parlarne. Considero Saramago un grande, un grandissimo scrittore. Anch'io sono un notevole scrittore, sicuramente non sublime come Saramago ma comunque abile nel tratteggiare universi con le parole. Posso creare storie, attirare il lettore in spirali di senso fino a portarlo nella mia visione del mondo, scrivere dialoghi che siano talmente artificiali da sembrare veri, dipingere quadri poetici e vividi per offrire nuovi sguardi sulla vita quotidiana. Insomma sono uno scrittore. Per mia sfortuna, però, non ho mai scritto un libro, almeno nel senso tradizionale del termine.
È difficile far capire la situazione esistenziale in cui si trova uno scrittore che non scrive libri. Potrei usare qualche trucco, qualche metafora: un nuotatore in mezzo ai campi, un alpinista in mezzo al mare o altre immagini analoghe. Ma non sono qui per fare retorica (concentro le mie capacità su altre mete adesso) ma per spiegare: questo testo è un memoriale, un temino, un piccolo racconto di quello che sono e di come lo sono diventato. Voglio narrare "il vandalo", "il distruttore della letteratura", per fornire degli spunti al dialogo che su di me, inaspettatamente, si è generato.
Certo ho la tendenza, quasi la presunzione, a pensare che tutto il disastro di cui tanto si parla sia solamente opera mia: così non è, altri hanno seguito i miei passi come, a vederlo adesso, era naturale che fosse. Però forse sono stato il primo e quindi, forse, può interessare a qualcuno sapere come e perché il mondo della letteratura sia cambiato.
Mi si può chiedere perché non abbia mai scritto libri miei. In verità credo di averne iniziati centinaia ma non sono mai riuscito a superare il primo capitolo. Mi bloccavo annaspando come mi mancasse il respiro. Inizialmente pensavo fosse un problema di tecnica narrativa, di incapacità di strutturare una trama o i personaggi o gli ambienti, così seguii numerosi corsi di scrittura creativa che non ebbero, com'è naturale, alcun effetto. Poi mi convinsi che non avevo nulla da dire, che la mia vita non mi offriva stimoli sufficienti per avere qualcosa da raccontare. Iniziai a fare viaggi e stramberie, frequentai locali malfamati e prostitute, cominciai a bere e fumare. Ma quella vita "avventurosa", in realtà, non mi piaceva per nulla, continuavo a preferire la mia poltrona e i miei libri. L'unico risultato che ottenni, oltre al vizio del fumo, fu di rendermi conto che ero timido e pavido: continuavo a non scrivere nulla di buono. Ci pensai su a lungo e mi convinsi che la mia esistenza, il senso della mia vita, era la "potenzialità": io ero il vero scrittore post-post-moderno: potevo scrivere tutto ma sapevo che, data l'infinita mole di libri già scritti dall'umanità, ogni mio romanzo non avrebbe avuto senso. Era meglio leggere e continuare ad esplorare il mondo delle parole già scritte. Non so se questo dà ragione a quelli che hanno letto nelle mie azioni il riflesso di una frustrazione profonda o un Edipo non risolto o le mille altre cose che hanno scritto su di me e sulle mie motivazioni. E non mi importa nemmeno molto, se devo essere sincero: le righe che seguiranno spiegheranno meglio, descriveranno la realtà come la vedo io, tutto il resto lo lascio ai commentatori, ai critici, ai sociologi e a tutti gli altri esperti di qualcosa.
![](https://img.wattpad.com/cover/985467-288-k02a8ea.jpg)
STAI LEGGENDO
Il Vandalo (un manifesto)
Non-FictionHo ricevuto questo racconto via email qualche giorno fa da un indirizzo che non conosco e che, nonostante le mie ripetute richieste, non ha mai risposto. Immagino sia un indirizzo email attivato solamente per la spedizione del racconto e poi abbando...