La prima cosa a cui penso.

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"Derek".
Ecco qual è stato il mio primo pensiero quando vidi i Beserkers correre verso di noi.
Lui, che da sempre si affidava ai suoi sensi da lupo, pensava di sentire l'arrivo di quei cosi, ma invece no.
Invece no.
La prima cosa che fece uno fu attaccare Derek, pugnalandolo, trafiggendolo.                                                   Da parte a parte.                                                                                                                                                                          Lui si accasciò contro una pietra, Breaden era già di fianco a lui, pregandolo di non morire.                                          Ma nessuno, nessuno, pensò a me in quell'istante, nessuno pensò alle lacrime che mi offuscavano la vista, solo lui, solo lui, con voce flebile mi disse di andare, di cercare il mio migliore amico, di cercare Scott.                                                                                                                               Esitai. L'unica cosa che volevo veramente fare era accovacciarmi di fianco a lui, rassicuralo, dirgli che non sarebbe successo niente e che tutto sarebbe finito prestissimo.                                                         Quando però incrociai il suo sguardo, iniziai a correre: non so se per scappare da una cosa che non volevo neanche immaginare o per un senso del dovere smisurato che mi stava cadendo addosso come un lenzuolo; sta di fatto che corsi via, consapevole anche che poteva essere l'ultima volta che incrociavo i suoi occhi.

Arrivai, trafelato, sudato, sporco, arrabbiato, con le lacrime che rigavano il mio viso coperto di sabbia e polvere.                                                                                                                                                                             Scott era un Beserker. Un cazzo di Beserker.                                                                                                               Con una manata scaraventò Malia, Peter e Kira contro i muri della chiesa e con una forza sovrumana, prese Liam, lo tenne fermo, incollato al muro. Pensai fosse la fine: se Scott, o quello che io credevo fosse ancora Scott, avesse fatto del male a Liam, non ci sarebbe stato più nessun dubbio. Era andato, morto forse anche lui, in un certo senso, sostituito da una bestia che non riconosceva neanche Liam, Liam, il ragazzo che lo ammirava, che lo adorava come si fa con un dio, che lo amava e che Scott stesso aveva capito di amare. Ed è forse per questo che, così vicino alla morte, Liam decise di provare un'ultima strada: riuscì. Le parole del ragazzo si aggrapparono all'ultimo spiraglio di Scott McCall che stava dentro a quella bestia, riuscendo a farlo uscire da quel coma vigile indotto dal rituale di Kate.                                                                                A Peter Hale, però, non era mai piaciuto non essere al centro dell'attenzione e, da vigliacco quale era, attaccò Scott alle spalle, consapevole che per il ragazzo un momento di debolezza tale non si sarebbe più ripresentato. Peter fallì anche in quella occasione, forse quella che gli fece più male di tutte, perchè si rese conto, definitivamente, che Scott non era un ragazzino qualunque, no; Scott, giovane, malridotto, stanco, confuso, riuscì ad avere la meglio su un autoproclamato alpha potente e vissuto come Peter. Inutile dire che la ferita all'orgoglio non si rimarginerà così in fretta come i tagli sul suo corpo.

Raccogliemmo ciò che avevamo perso di vista, chi le proprie armi e chi la propria anima, ma una volta usciti dalla Chiesa, il mio cuore perse un battito.
Breaden, riversa sul corpo di Derek, stava piangendo.
E 'Breaden' e 'piangendo' non erano le parole giuste da mettere insieme in una frase.
Era morto.
Derek Hale era morto.
"No" , pensai in quel momento.
Derek. Morto.

Non ebbi neanche il tempo di elaborare la scena che mi trovavo davanti, non riuscivo neanche a capire fino in fondo ciò che era successo, quando purtroppo dovetti realizzare che Kate Argent era ancora viva. E con lei, i suoi Beserkers.

D'un tratto, le cose cambiarono, ma successe tutto troppo velocemente:
un ululato squarciò il momento di stallo che si era creato, precedendo un lupo dal pelo nero e lucido, che si scaraventò su Kate Argent, azzannandola. Appena ebbe modo, Kate scappò. 
I Beserkers, senza un capo e annientati dalla furia del lupo, sparirono.

Il lupo, tuttavia, aveva qualcosa di familiare. Piano piano infatti si stava trasformando in un uomo alto, con la pelle olivastra,  con la barba folta e nera e con occhi blu elettrico, ora trasformati in occhi verdi che conoscevo tanto bene.
Derek Hale era vivo. Anzi, non solo era vivo, ma si era evoluto in un bellissimo lupo, tanto spaventoso quanto imponente. 

Fu proprio in quel momento che io, Stiles Stilinski, in preda ad un'euforia controllata, ma totalizzante, capii di essere innamorato di Derek Hale.Del ragazzo che salvai da un proiettile infetto e che mi obbligò quasi ad amputargli un braccio, piuttosto. Lo stesso ragazzo che si mise tra me e suo zio Peter, appena uscito dal coma e alpha fuori controllo. Del ragazzo su cui caddi paralizzato dal veleno di un Kanima, dal quale tutto sommato non volevo staccarmi e che poco dopo si mise di fronte a me, cercando di proteggermi da quella creatura, seppur conoscendomi a malapena e reputandomi più un problema che una persona. Dello stesso ragazzo che, paralizzato dallo stesso veleno, cadde in una piscina e che fui costretto a sostenere per più di due ore, aspettando aiuto. Lo stesso maledetto ragazzo che presi a pugni più volte per riportarlo in coscienza e per il quale guidai fino in Messico, infiltrandomi in un club gestito da mafiosi, pur di salvarlo. 

Derek è veramente la prima persona a cui penso. Sempre. È il primo a cui penso quando devo affrontare qualcosa, perchè la sua tenacia mi è di ispirazione. È il primo a cui penso quando mi sento solo e vorrei qualcuno vicino, che poi non è mai qualcuno a caso, ma sempre lui. É il primo a cui penso anche quando mi costringo a fare la conta dei miei affetti, pensando ogni giorno a quale creatura possa portarmelo via. È stato il primo anche quando non ero in me, quando quella maledetta volpe del cazzo si era presa gioco di me; anche lì, quando combattevo per uscire dal mio stesso cervello, l'avevo messo al primo posto, il posto del Re. È stato al primo posto anche quando quella psicopatica della sua ex ragazza aveva rapito mio padre per usarlo come sacrificio umano, pensavo a come fosse possibile che l'ennesima persona in cui aveva creduto era stata in grado di tradirlo. Da lì, giurai che avrei fatto qualsiasi cosa in mio potere per salvarlo, per fargli credere di nuovo nelle persone, per fargli credere nuovamente che amare non è sbagliato, è difficile perchè ti devi esporre e per una persona con il suo passato è difficile esporsi. Spero l'abbia capito.

Quando lo vidi voltare le spalle però, dovetti affrontare un altro tipo di realizzazione: chissà quando l'avrei rivisto. Fino ad allora però, giuro di continuare a metterlo al primo posto.

Se solo sapessi quanto ti amo, Derek Hale. Sei stato e sarai sempre al primo posto.

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