RIFLETTO

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Sono le ventitré e trenta. A casa tutti dormono.
Mi trovo davanti allo specchio della mia camera.
Rifletto.
Dietro di me la finestra, sento la gente urlare, ridere; sento anche della musica, quando il semaforo diventa rosso. Se non fosse per i clacson che sento da fuori, qui, tutto sarebbe silenzio.

Chiudo gli occhi, li riapro, li chiudo ancora, sospiro.
Mi siedo, porto le gambe al petto, sospiro ancora; guardo la figura riflessa nello specchio, sospiro di nuovo.
Sono davvero io?

La figura è pallida, più del normale; ha una benda sul braccio sinistro, i capelli scompigliati e l'assenza degli occhiali mi permette di vedere le occhiaie che le contornano gli occhi. Indossa una vestaglia bianca ed un paio di gambaletti neri.

Sento freddo, al riflesso non importa più.

Cosa sta succedendo?
Il suo viso è triste. Io ricordavo di essere felice.
Forse.

Gli occhi bruciano, ma anche questo ha smesso d'avere importanza.
Niente ha più importanza.

Nella testa ho mille interrogativi.
Non sono miei. Sono degli altri.

Altri chi?
Altri. Qualcuno. Voci che appartengono a nessuno e a tutti.

Non fa differenza, nessuno li ha mai considerati cattivi, nessuno ha mai provato a chiedersi il contrario.

In giro, si dice che io sia diversa.
Non mi sorprendo. Tutti siamo diversi.

In giro si dice che io sia pazza, magari squilibrata... dicono anche schizofrenica... Io, personalmente credo che siano indovini, perché non ho mai parlato con nessuno.

Non che non voglia... è che...

Trovo difficile intavolare una discussione con Qualcuno che si chiede "perché ancora non mi sono sparata in testa."
La risposta comunque è facile: qui in Italia possedere un'arma da fuoco è illegale.

Qualcuno, si chiede anche "perché non mi sono buttata di sotto".
Anche qui la risposta è semplice: abito al primo piano.

Qualcuno si chiede "perché non mi ammazzo. Metto fine a tutto. In un colpo solo, senza bende sul braccio sinistro, senza graffi sulla nuca; perché non metto uno stop?"

Questione di giustizia.

Io vorrei davvero accontentare tutti, so di essere inutile, quindi spero di rimediare facendo stare bene gli altri.

Quindi, se ci fossero solo questi altri... Non sarei qui a scrivere, immagino abbiate inteso dove sarei.

Sfortunatamente per loro, conto il volere della mia gemella più di ogni altro e lei mi vuole viva.

Sarebbe però ingiusto, ignorare il volere di molta altra gente, quindi ho deciso di rimanere in bilico: tra vita e morte.

Qualcuno può sperare in un mio errore, in un movimento sbagliato.
Mia sorella può rassicurarsi del fatto che sarebbe una morte così lenta da poter essere evitata.

Sospiro. Chiudo gli occhi. Sospiro di nuovo. Li riapro. Mi alzo. Sospiro ancora.

Mi metto a letto. Rifletto.

Ho sonno, ma non voglio dormire.
Voglio dormire ma non ho sonno.
Guardo il soffitto.
Non ho più neanche voglia di fare nulla.

Sospiro.

Rifletto.

Sospiro.

Chiudo gli occhi.

Sospiro.

Smetto di pensare a qualsiasi cosa.

Sospiro.

Sospiro. Aspetto. Sospiro.

La notte mi raggiunge.

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