Fu un giorno pesante per essere il primo, pensò Hermione voltandosi nel letto. Erano le undici, tutto taceva e nel silenzio della notte poteva percepire il suono del suo respiro, il profumo delle lenzuola pulite e immacolate e la morbidezza del tessuto che la avvolgeva da capo a piedi.
In vita sua non le era mai successo di essere stata ripresa per quanto riguardava le sue conoscenze e avrebbe voluto che le cose rimanessero così.
Purtroppo però per colpa di quella serpe, quel giorno era andato tutto in fumo. Certo, doveva ammettere che Draco in Pozioni prendeva voti alti quanti i suoi e che in quella materia sapeva muoversi piuttosto bene e l'aveva più volte sorpresa completando Pozioni difficilissime prima di lei e ottenendo risultati eccellenti. Hermione non riusciva a comprendere il motivo per il quale, quel giorno però, non riuscì a passare sopra alle sue prese in giro e al suo sguardo accusatorio. Eppure, pensò, c'erano state offese ben peggiori e giornate molte più insopportabili di quella. Forse fu il fatto che lei un'ora prima l'avesse visto perso, stanco, vulnerabile e sotto un lato che non aveva mai notato e per questo le risultava difficile capire come in quella stessa persona dagli occhi tristi e innocenti di quella mattina si potesse celare il solito stronzo.
Continuava a rimuginarci, dicendo a se stessa che probabilmente l'aveva offesa solo per far notare agli atri che niente era cambiato, che lui era ancora lì, nonostante tutto.
Ma perché stava ancora pensando a lui? Che gli interessava dello stato d'animo di Malfoy quando l'unica cosa che doveva fare era odiarlo per il modo in cui l'aveva trattata .
Si ripromise, allora, rivoltandosi un'altra volta nel letto, che l'indomani avrebbe avuto la sua vendetta, più dolce che mai e senza alcuna pietà.**
Dal tavolo dei Grifondoro proveniva sempre un gran baccano la mattina e nessuno sapeva da dove prendessero tutte quelle energie per ridere e scherzare anche all'alba. Harry e Ron stavano parlando del più e del meno e tra una chiacchiera e l'altra il rosso si fermava con gli occhi su Hermione e le sorrideva, senza un preciso motivo. Lei da buona amica glielo restituiva, fingendo che la cosa le stesse bene ma erano già un paio di giorni che Ronald si comportava in modo strano con lei, pensò la ragazza.
"Sai cosa Herm, non mi è piaciuto per niente come si è rivolto a te ieri quella serpe di P.." disse Harry senza terminare il nome e staccandosi dal discorso con Ron.
La Grifondoro era rivolta verso il tavolo dei Serpeverde incrociando lo sguardo assassino della Parkinson che la fulminò. Questo però non era decisamente ciò che sperava di incontrare.
Lui non c'era.
Strano. I suoi scagnozzi erano lì e anche Pansy. Ogni giorno che passava era sempre più un mistero scoprire dove passasse il tempo Draco Malfoy. Saltava persino le lezioni e nemmeno i suoi amici avevano la benché minima idea di dove fosse.
Insoddisfatta, si voltò e rispose. "Se Malfoy pensa di avere il minimo effetto su di me si sbaglia di grosso!"
"In realtà io mi stavo riferendo a Piton.." ribatté Harry perplesso.
"Piton. Certo era quello che intendevo dire. Pff, a volte si assomigliano talmente tanto che non riesco a capire chi dei due sia più serpe.." disse lei cercando di salvare il salvabile.
"Hai proprio ragione, Herm" intervenne Ron sfiorandole la mano.
Lei si ritrasse.
"Devo controllare una cosa" disse guardandolo negli occhi. Poi si alzò e lasciò la Sala Grande.**
Draco, cosciente del fatto che fra poco avrebbe avuto una lezione, si precipitò comunque alla guferia. Percorse velocemente le scale e raggiunse la torre ovest del castello. Quello che doveva fare era improrogabile, tutto il resto invece avrebbe potuto aspettare.
Doveva assolutamente inviare quella lettera alla madre, ma non poteva certo lasciare che a recapitare quel messaggio fosse il gufo dei Malfoy quindi ne prese uno che fosse completamente diverso dal suo, per far sì che passasse inosservato.Era ancora settembre, ma per poco. Il cielo era scuro, minaccioso e Draco giurò di aver sentito qualche goccia. Quella mattina si era alzato di corsa, infilandosi la sua solita camicia bianca, la cravatta dei Serpeverde e aveva messo sopra un gilet di lana. Aveva trascorso l'ultima ora inventando una scusa per i suoi compagni e rimanere da solo. Aveva riletto mille volte la lettera ricevuta il giorno prima e sapeva che se non avesse risposto in fretta ne avrebbe pagato le conseguenze. Per scrivere quella dannatissima lettera di risposta a sua madre aveva impiegato un'ora, cercando di accostare le parole giuste in modo da far capire tutto e niente allo stesso tempo. Si rifiutava di prendere il posto del padre tra i Mangiamorte, si vergognava del Marchio che possedeva e soprattutto dalla famiglia da cui proveniva. Fin da piccolo vedeva suo padre come il suo futuro, come un idolo e un mito a cui ispirarsi, ma da quando aveva realmente capito quale posto occupasse, ciò che desiderava per se stesso era diventare tutto il contrario di lui.
Sentiva il freddo e la pioggia addentrarsi nei suoi capelli, nei suoi vestiti e scivolare sulla sua pelle candida e si domandava se tutta l'acqua che stesse cadendo in quel momento potesse lavargli via tutti i pensieri e lasciarlo libero, almeno per un po'.
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All about Dramione
FanfictionSesto anno. Hermione Granger é pronta per affrontare un nuovo anno ad Hogwarts pieno di avventure, passioni, ostacoli e paure... accoglierà nuove sensazioni mai provate fino ad ora o forse solamente represse, perché causate dall'unica persona che ab...