La mia mente.
Lo strumento necessario per sopravvivere in quel casino.
Col pensiero vagavo tra dolci canzoncine, arcobaleni, unicorni e bellissime principesse.
Non mancava niente.
Sono questi i pensieri di una stupida diciott'enne?
Questi sono i pensieri di una diciott'enne con mancata infanzia, con mancato affetto.
Una ciocca di capelli cadde sul mio viso provocando un leggero brivido che attraversò tutto il mio corpo .
Sono sempre stata una ragazza molto solitaria.
Decisa, prepotente, lunatica, con un solo obbiettivo:"la libertà."
Delle grida intereppurero bruscamente i miei pensieri.
Un gruppo di ragazze circondavano una ragazzina.
Una "novellina."
Molto probabilmente.
Non si sarebbe mai aggirata da quelle parti altrimenti.
Afferai la giacca di jeans che tanto amavo e uscii a passo pesante dalla mia stanza serrata.
Le grida aumentavano a ogni passo.
Avanzando mi accorsi di aver rivolto lo sguardo alla ragazzina per terra dap'prima circondata.
Lei girò lentamente la testa , mi guardò.
Era segnata.Aveva lividi su tutto il corpo, tagli profondi sul viso e sulle braccia al momento tese verso le ginocchia che utilizzava per proteggersi il petto.
Il mio cuore si strinse alla vista, ricordava me, nella stessa situazione.
D'istinto mi toccai la cicatrice sul braccio destro.
*flashback*
Stavo camminando sull'asfalto ricoperto di sassolini, riflettevo sul senso della vita.
A cosa serve se poi si vive in quelle condizioni?
Avevo appena 12 anni, voglia di vivere?
Sempre la stessa.
Immersa nei miei pensieri inciampai in un sassolino.
A pochi passi da me si trovava un gruppetto di ragazze, cercavano un contatto visivo, glielo concessi rivolgendole debolmente un sorriso , pensando che fosse per la preocupazzione della caduta.
Non era così.
Si misero tutte a ridere indicandomi.
Mi circondarono notando la mia paura ormai al limite, stavo tremando .
Mi spinsero contro il cancello ricoperto di filo spinato , faceva male.
Mi ferii gravemente, il sangue usciva violentemente dalla ferita.
Percepii una voce dietro di me e poi il vuoto.
Ero svenuta.
L'ultima cosa che ricordo era un ghigno, una porta sbattuta con violenza, un respiro accaldato e una voce maschile.
Il buio totale.
Poi nient'altro.
*fineflashback*
Il gruppetto di ragazze seguì con lo sguardo il viso della ragazza dolorante ai loro piedi.
In poco tempo me le ritrovai davanti.
Di nuovo quel ghigno, davanti a quel cancello.
Non mi avrebbero toccato.
Non questa volta.
~ Dark
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~came into the world.~
Fanfiction"Prologo" Non sò di preciso, che scopo avesse la mia vita . Sono un rifiuto, per così dire. Uno scherzo della natura, per così dire. Io chi sono? "Bella Drake". Lo spreco di spazio che occupo è immenso. Non ho padre ne madre, non ho cugini ne zii...