Due anni prima...
Corro. Non so nemmeno dove sto andando, corro e basta. Mi ha abbandonata. Mentre avevo bisogno di lui, ha deciso di abbandonarmi. Mia madre è morta e ora ho perso anche lui. Lui era l'unica persona che pensavo sarebbe rimasta per sempre, era la mia roccia. Era un fratello per me, non un migliore amico. E no, non lo perdonerò. "Lo farai." Non voglio perdonarlo. "Invece sì, lo vuoi." Lo odio, odio Jack Henson. "Lo ami, ami Jack Henson. Più di ogni altra cosa al mondo." Odio la vocetta insopportabile nella mia testa che mi contraddice, qualunque cosa io pensi. Però ha ragione. Sto solo cercando di autoconvincermi che non lo amo e che è tutto okay. Ma non è okay. Ha fatto crollare tutte le mie fondamenta. Io sto crollando.
Oggi...
Ricordi. I ricordi mi tormentano la mente, costantemente. Mi lacerano dentro lentamente e a volte sento una morsa che mi stringe il cuore, minacciando di farlo esplodere. A parte i ricordi, sto bene. Passeggio per il parco ed è primavera. Amo la primavera a Rivertown, tutto si tinge di colori, i dolci, freschi profumi dei fiori mi inondano le narici e portano un po' di allegria nella mia vita.
Ho dodici anni, mia madre è morta da quasi sei mesi e io abito con mia nonna. Non riesco a dormire, non ci riesco proprio, mi giro e rigiro nel letto tentando inutilmente di trovare una posizione comoda. Quando finalmente riesco ad addormentarmi, dopo ore, un incubo mi fa svegliare di soprassalto. Guardo l'ora e sono le 4:21. Mi alzo dal letto e mi metto un paio di scarpe, poi apro la finestra e scavalco il cornicione, mettendo i piedi sulle grondaie. Avanzo un po' e trovo il ramo grosso e solido del nostro albero, mio e di Jack. Mi ci arrampico sopra e lo attraverso, con l'equilibrio di un funambolo che ho acquisito nel corso degli anni. Quante cadute, da quell'albero. Non mi sono mai fatta del male sul serio, tranne quella volta in cui mi hanno ingessato il braccio sempre per colpa di una caduta. Micro frattura. Fortuna che l'albero è basso e che c'era Jack a calmarmi. Riesce sempre a calmarmi quando ho paura di qualcosa. Un cane che abbaia mi risveglia dai miei pensieri. Continuo ad avanzare sull'albero, aggrappandomi al ramo. Lo attraverso in poco tempo, poi proseguo fino all'altro ramo che collega la finestra della mia camera con quella della camera di Jack. Scendo con un balzo e arrivo sul pezzo di grondaie davanti alla sua finestra. Busso piano due volte, senza aspettarmi una risposta perché molto probabilmente dorme. Invece dopo pochi istanti apre la finestra.
«Che succede?» chiede sbadigliando e facendomi segno di entrare. Mi siedo sul cornicione e balzo giù dalla finestra, entrando in camera sua.
«Altri incubi.»
«Sdraiati con me.» dice dolcemente, mentre chiude la finestra. La lampadina sulla sua scrivania è accesa.
«Che ci facevi sveglio a quest'ora?» gli chiedo, con la curiosità che si ha a dodici anni.
«Non riuscivo a dormire. Smettila di fare sempre domande!» taglia corto Jack. Sospiro e mi rassegno, sapendo che non risponderà. Si sdraia sul letto e io mi sdraio affianco a lui. Mi sento sempre protetta quando sono con lui, non solo perché ha tre anni in più di me, ma anche perché trasmette quella sensazione di sicurezza e di forza che gli ho sempre invidiato. Metto la testa sul suo petto e lui mi mette un braccio attorno ai fianchi, abbracciandomi.
«Andrà tutto bene...» mi sussurra, dandomi un bacio sulla testa. Poi inizia a cantare dolcemente, e io mi addormento con il suono della sua voce, come al solito.Ci sono ricordi in grado di lasciarmi senza fiato, e questo è uno di quelli. La morsa al cuore stringe sempre di più. Prendo un respiro profondo ma sento la testa pesante, forse per colpa della stanchezza. Non ho dormito molto, come al solito. Continuo a camminare, e tutto inizia a girare. In pochi minuti mi ritrovo sdraiata per terra, poi sento qualcuno cantare. È una canzone che conosco molto bene: "Hallelujah". Me la cantava Jack quando eravamo piccoli. Jack. Apro gli occhi ed improvvisamente sono nella mia stanza. Sono svenuta per strada e qualcuno mi ha riportata qui, dev'essere una persona che conosco, dato che sa dove abito. Di questa persona non c'è traccia, però sento un profumo di menta che mi è familiare. Jack, dove sei? Ho bisogno di te.
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Wonderwall
RomanceRicordi. I ricordi ti tormentano la mente, alcuni fanno male, altri invece ti fanno sentire al sicuro. Io di ricordi ne ho troppi: ricordi di mia madre, morta quando avevo dodici anni per colpa del cancro, ricordi di mio padre, che ha deciso di abba...