Era tornato a prenderla.
Nonostante lei lo avesse creduto morto, lui aveva fatto irruzione in quel buco che era la sua cella e l'aveva salvata. Non si era mai dimenticato della sua regina, della sua anima gemella sociopatica e vittima di un amore folle quanto il suo. Sì, perché lei era la vittima e lui il carnefice.
Lei era sua, corpo ed anima, e tutto ciò che desiderava ora erano le braccia del suo Puddin stringerla forte, tutta.Joker lo sapeva, ma non aveva ancora fatto nulla perché il bisogno di rivederla muoversi all'interno del loro rifugio aveva un'importanza a dir poco drastica dentro di lui. Sentiva che, più lei faceva avanti e indietro per la stanza, tra i suoi ninnoli e le sue armi, familiarizzando con essi come per la prima volta, più la sua scomparsa diveniva un avvenimento distante, mai realmente accaduto. Era rassicurante rivederla sorridere, vestita di rosso e di blu, con quel suo sguardo acceso e malato. Gli era mancata e glielo aveva detto perché, al di là dell'orgoglio, non vi erano segreti.
Non in amore. Mai.Joker, per quanto spietato, era un uomo sincero. Aveva, in passato, voluto torturare ed uccidere quella splendida creatura, ma era rimasto stupidamente accecato dal sentimento che lei, lentamente e forse inconsapevolmente, aveva instaurato inesorabilmente in lui. Ammettere a sé stesso di essere caduto tanto in basso era stato arduo, ma aveva smesso di sentirsi soggiogato da parecchio; aveva presto inziato a comprendere quanto lei riuscisse a capirlo e fargli girare la testa nello stesso, stupefacente istante.
Per farvi capire, lettori, quanto forte fosse l'amore del Joker per Harley, basti pensare che il Re di Gotham aveva temporaneamente deciso di abbandonare i furti alle grandi banche, nonché le truffe alla mafia. Il suo nuovo obiettivo era Batman: colui che aveva catturato la propria metà, permettendo al governo di rinchiuderla in uno squallido buco nel quale lei, bella e fatale come la morte, non avrebbe potuto che sfigurare, per poi appassire.
Un pensiero del genere fece rabbrividire l'uomo.
Guardò un'ennesima volta la ragazza e, allungando una mano, decise di chiamarla a sé; "Harley"
La vide voltarsi e sorridergli. Lui, seduto sul loro letto troppo a lungo rimasto vuoto, le fece segno di sedersi sulle sue gambe. Lei obbedì, schiava di una sensazione languida che sentiva montarle tra le gambe.
Gli carezzò i capelli verdi, scompigliandoli appena, per poi fare scendere le proprie dita sottili giù, lungo il viso pallido del suo amato, sugli zigomi pronunciati ed i tatuaggi in parte sbiaditi. Le piacevano quel viso, quegli occhi e quelle labbra sottili, capaci di dare vita ad un sorriso ripieno di promesse di morte."Ti sono mancato?" la voce di lui, calda e viscida, la fece fremere.
La ragazza annuì; "Sognavo solamente noi due. Chiudevo gli occhi e ti vedevo; ti vedevo ad Arkham, qui, nella macchina... ovunque."
L'uomo sorrise, ripieno di orgoglio; "E sai cosa sognavo io?"
La bionda, con fare ingenuo ed eccitante, negò.
"Sognavo quel maledetto pipistrello che ti ha portato via da me morto. Poi arrivavi tu, ti spogliavi e ti sdraiavi su questo letto." la voce di Joker si era ridotta ad un sussurro nel piccolo orecchio di lei. Harley ghignò, si alzò in piedi e, senza farsi minimamente pregare, si sfilò la maglietta aderente che, in ogni caso, non aveva mai lasciato troppo all'immaginazione.
Non attese alcuna replica che, di seguito, si tolse anche gli shorts;
"Sto andando bene?" domandò sensuale, consapevole di stare facendo girare la testa all'uomo.Joker, in tutta risposta, rise di gusto. Rise in quella sua maniera inconfondibile, come se il respiro gli venisse continuamente a mancare; come se avesse perso il lume della ragione.
Stava andando anche sin troppo bene.
Applaudì l'uomo, invitandola a continuare, incantato dalle curve del corpo della ragazza; il seno, il fondoschiena, le gambe lunghe ed il ventre piatto erano un richiamo alla sensualità che lasciavano non indifferenti. Harley stessa, sin da quando era stata Harleen, non gli era mai parsa anonima.
La ragazza, esortata, riprese il proprio corteggiamento; con lentezza spossante, si accarezzò a lungo l'orlo delle calze a rete, sin quando non decise di voltargli le spalle, chinarsi in avanti -mostrandogli il fondoschiena perfetto- e sfilarsele sino ai piedi. Le scarpe se le era tolte senza che lui se ne accorgesse, tanto era assuefatto dalla visione di lei, dall'aspettativa. A coprirle l'intimità, ormai, non era rimasto che uno strato di stoffa sottilissimo, nero, che non vedeva l'ora di strapparle via a morsi.
Harley, però, non aveva finito.
Si rimise dritta, nuovamente decisa a contemplare il proprio uomo e, con fare da bambina, iniziò a farsi scivolare le mani oltre le coppe del reggiseno. Sorrideva e lo guardava, pizzicandosi i capezzoli turgidi in un maestrale esempio di vedo-non vedo che lo fece ringhiare per la frustrazione. Sbatteva le palpebre velocemente, vittima di brividi di puro piacere, mentre le cosce nude sfregavano tra loro in un pietoso tentativo di darsi pace lì in mezzo.Joker non ce la fece più.
Si alzò rabbioso, voglioso e disperato, al limite della sopportazione, da troppo tempo in astinenza da lei. Afferrandola per i polsi, la obbligò ad indietreggiare sino a costringerla con le spalle al muro. Ora gli sorrideva sghemba, fiera di averlo piegato al desiderio ed eccitata dinanzi a quel gesto tanto primitivo, dominante. Non vedeva l'ora di sentirlo contro sé per davvero, perciò lo provocò;
"Sono stata abbastanza brava, Puddin?"Lui tese le labbra in un sorriso macabro e, avvicinandosi al collo niveo di lei, aspirò una lunga boccata d'aria; si inebriò del suo odore. Poi, proprio come un animale, fece scivolare la lingua sulle curve del suo seno, lentamente, per frustrarla tanto quanto lei aveva fatto con lui. La sentì gemere ed agitarsi, desiderosa che quelle labbra scendessero più giù, verso i capezzoli o, se possibile, sino al basso ventre, ma Joker fu determinato ed attese che l'orgogliosa Harley si abbassasse a pregarlo per ciò che desiderava.
E così accadde;
"Basta, ti prego!" gridò d'improvviso, con la voce acuta e tremante "Voglio di più."
L'uomo avvertì un moto di potere montare in lui lento ed appagante, facendolo sentire virile oltre l'inverosimile. Accostò le proprie labbra all'orecchio di lei e parlò; "Quanti uomini hanno cercato di strapparti le mutande dentro quella maledetta cella?"
Harley, premendo il proprio centro contro il suo, rispose divertita; "Tantissimi."
Joker ringhiò, per poi esplodere in una calda risata; "E tu che hai fatto?"
"Ho spezzato il collo a chi ha provato ad avvicinarsi troppo." sussurrò sincera lei, per mezzo di un tono lascivo e delicato, nato per sedurre senza remore "Solo il mio Puddin può toccarmi tutta."
L'uomo annuì, spingendo la propria eccitazione contro di lei, per farle capire quanto gli facesse effetto averla vicina; "Esatto, piccola." e, con furia, allungò una mano tra le gambe della ragazza, prendendo ad accarezzarla con forza e passione.
Lei gemette, lasciandosi scivolare la testa all'indietro.Joker sollevò un angolo della bocca; "Quanto sei bagnata..."
Lei, sfruttando un breve attimo di lucidità, replicò; "Solo per il mio Re."
Per l'uomo fu troppo. Afferrò le gambe della donna e la esortò a cingergli il bacino con esse. Una volta fatto, la penetrò con furia e bisogno, desideroso di lasciarsi alle spalle le lunghe giornate nelle quali aveva lavorato per cercarla, ritrovarla e riprendersela.Ora era lì ed era questo ciò che contava; il fatto che gridasse come un'ossessa unicamente perché lui le era dentro, il fatto che chiedesse sempre di più, che i suoi occhi fossero ridotti a due spilli eccitati e che tutto il suo splendido corpo non facesse che contrarsi per il piacere ad ogni spinta, esortandolo a fare di più, senza mai smettere, sottomettendola in quel frangente estremamente eccitante che era la loro intesa sessuale.
Lei era la sua donna.
La sua regina.
La sua puttana.
La sua amante.
Harley bastava per tutto; non riusciva a stancarsi di lei, della sua voce e della sua pazzia."Puddin, sto impazzendo!" gridò un'ultima volta la ragazza, prima di venire, contraendosi piacevolmente attorno all'erezione di lui che, ormai al limite, esplose di piacere insieme a lei.
Si accasciarono sul letto subito dopo, ancora stretti l'uno all'altra.
E risero; risero per tutta la notte, certi che, da allora in poi, nessuno li avrebbe più fermati.
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Crazy in love |Harley & Joker|
FanficJoker si è ripreso la propria Harley, la sua regina. Dopo mesi, potrà finalmente riaverla di nuovo al suo fianco e sentirla tutta attorno, come se non fosse mai mancata. ATTENZIONE! EROTICA.