Perfect wave.

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Ho un debole per il surf. Mi ha sempre incuriosito sin da quando ero piccola. Ho visto tutti i film possibili e immaginabili e passavo ore ed ore su youtube a guardare le gare dei surfisti australiani. Nonostante mi avesse sempre affascinato come sport, non ho mai pensato di praticarlo. Prima di tutto perché non sono una grande nuotatrice ma la verità è che sono un'eterna impaziente e, si sa, quella del surf è una storia incentrata tutta sull'attesa.

Li vedi lì i surfisti, seduti sulle loro tavole a cui, spesso, tengono più della loro stessa vita. Li vedi, lì in mezzo al mare con le loro mute termiche, che aspettano.

E aspettano.

E aspettano.

Aspettano minuti interminabili.

Mica hanno i cellulari per passare il tempo. Mica parlano fra di loro, sono troppo distanti l'uno dall'altro. Li vedi lì, fissi con lo sguardo all'orizzonte: poco gli importa di quello che succede alle loro spalle, sulla spiaggia.

E sperano.

E sperano.

Sperano che arrivi l'"onda buona", come la chiamavo io. Loro, invece, la chiamano "onda perfetta", the perfect wave.

È una storia di attesa, quella dei surfisti. È una storia di speranza.

Ma a volte è anche una storia di delusione.

Capita che, dopo aver aspettato innumerevoli minuti, si scivoli dalla tavola perché il mare è talmente mosso che ti sbatte di qua e di là, che non si riesca a prendere l'onda nella direzione giusta. Capita anche di riuscire a salire sull'onda ma poi si perda l'equilibrio.

Quello che però mi affascina così tanto, è che i surfisti non si stancano, non si arrendono mai. L'attesa tra un'onda ed un'altra può durare anche ore ma loro niente, non si arrendono. Piuttosto risaliranno sempre sulle loro tavole, riproveranno sempre a cavalcare l'onda, aspetteranno sempre pazienti quella perfetta. Lo scopo è proprio quello: avere la forza di tornare sul surf ogni volta che si cade. Perché, in fondo, solo tornando sulla cresta dell'onda si impara a non scivolare, a non perdere l'equilibrio, a capire quale sia il modo più giusto e professionale di affrontare l'onda. Di certo, i surfisti, non si arrendono. Perché se si arrendessero al primo fallimento, come potrebbero gustare l'ebbrezza dell'onda successiva?

Le onde più grandi, più alte, le vere "onde perfette", sono anche quelle più difficili da domare ma che danno le soddisfazioni maggiori e a sentir parlare un surfista californiano si direbbe proprio che ad aspettare tutto quel tempo valga sempre la pena.





Tratto da una storia vera. La mia.

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⏰ Last updated: Jan 13, 2017 ⏰

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Perfect wave.Where stories live. Discover now