Che il tutto ricominci

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-Lasciala! Gridai con tutto il cuore, mentre lui continuava a picchiarla.
Ma come possa un essere del genere essere definito uomo io non lo concepisco.
-Zitta. Vai in camera tua e taci. Dice, puntando le mie iridi con quel ghiaccio che si ritrova negli occhi.
All'ennesimo pugno nello stomaco reagisco buttandomi su di lui. Non mi interessa di essere picchiata o tanto meno di provare dolore. Voglio solo salvarla. Ricevo schiaffi,pugni da una mano grande quasi quanto me. Mi sento lacerare. Sangue dovunque. Mi giro intorno. Buio.

-Sara, svegliati! É solo un incubo! Sento una voce. Quella della donna più forte che io conosca, mia madre.
-Piccola sei tutta sudata,tutto bene? Ci sono io qui. Continua. Sapevo che ci sarebbe sempre stata. Io e lei. Solo noi. Lei é la cosa più preziosa che io abbia, nonostante mi ostini a risponderla male ogni santa volta in cui iniziamo un discorso, nonostante non le dica mai che le voglio bene, beh io la stima molto.
-Si mamma tranquilla. Nulla di grave. Solo uno stupido incubo. Dico poco convincente e con il pensiero costante che quello che ho appena sognato possa ripetersi.

Decido di alzarmi, anche perché sono le sette e dieci. Faccio una doccia veloce, piastro i capelli anche se non ne avrei bisogno e metto la mia amata matita nera con aggiunta di mascara per poi indossare la divisa composta da camicia bianca, cravatta, maglioncino e pantalone blu. Trovo un leggero fascino nell'indossare una divisa, nonostante i miei coetanei la ritengono una cosa stupida, penso sia esempio di classe ed eleganza in qualche modo. Prendo a volo il mio zaino e mi dirigo verso la porta di casa, salutando mia madre, esco ritrovandomi un leggero venticello in viso. Percorro il piccolo tratto di strada che mi divide dalla scuola. Frequento oramai il secondo anno di scuola alberghiera. Il mio sogno é quello di diventare maître. Come al solito nei corridoi intravedo Taylor che fissa il suo cellulare appoggiato al termosifone fuori la mia aula.
-Buongiorno ciocche viola. Mi saluta riferendosi alle ciocche viola che spiccano sui miei capelli castani.
-Buongiorno applicato.
-Come stai?
-Mh.. bene. Mi affretto a dire.- Tu?
-Non mi lamento.
Continuammo a parlare del più e del meno, finché non lo lascio dirigendomi nella mia classe.

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Ciau sono Sara, ho diciassette anni e questa storia é basata su una storia vera. Okay so di fare schifo hahahah, ma capitemi é la prima storia che scrivo e spero siate comprensivi, anzi se avete qualche suggerimento sarei molto felice di leggerli. Beh non so cosa dire hahaha
Buona lettura e siate comprensivi hahaha

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 03, 2017 ⏰

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