Sono il cane randagio che trema prima di attraversare.
Sono il guardiano del villaggio che segue a vista gli umani.
Sono il cucciolo di cane che affonda le unghie nella gamba dello straniero, in cerca di cibo.
Sono il lamento del lupo al tramonto.
Sono l'aquilone che vola legato a un lembo di cuore
Si stacca l'aquilone, mi stacco un po' anche io
E immobile e muto lo guardo volare.
Sono il profumo della gentilezza cresciuta tra i panni sporchi
Il pesce non più fresco e le vasche piene di anguille vive
L'uomo che vive vendendole crude sulla bicicletta
L'uomo che guida con il naso nel caos.
Sono la donna che sorride con rispetto
Sono l'uomo che porta il lutto al petto
Sono il bambino che piange sotto il letto
In una strada, tra le rane, nel ghetto.
Un vetro mi separa da chi mi guarda
Cammina sulla strada e mi punta contro il dito
Contro lo sguardo fermo della cataratta del nonno
Contro chi ti offre amore, due ore, per la tua faccia da idiota
E ti sorride
Sempre, ti sorride.
Sono le banane piccole davanti alla statua dell'elefante
Sono la corona di fiori come Arbre Magique
Sono le statue a proteggere il mio camminare
Sono le preghiere con l'incenso in mano, tra il fior di loto e le lavandare
Sono i capelli raccolti e la musica dolce
Sono i dragoni di cui ti raccontano le storie
Sono la sedia di legno su cui ti siedi
In una città di pace e di montagna
Dove finalmente respiri
E senti l'Asia e l'Europa vibrare
Dolce.
Sono il ventilatore sul letto di una camera d'hotel
Puntato sul sudore, un'altra notte d'amore
Mi stringi forte per non cadere nel baratro
Ma siamo già caduti troppo in basso
E l'aria è tutta euforia quaggiù, quassù
Non so più che succede
Non sono mai stata così
E non accenna a passare.
Nel buio il tempo scompare
Le distanze si annullano nel nostro latitare
Nel perderci e ritrovarci a un tavolo dove si mangia male
Nel saperci accendere e nel saperci calmare
Mi stringi la mano. Tutto formicola.
Ancora.
Vertigine per un attimo quando tu senti il vuoto
Buttandoti sul nostro letto
La sento per te
Chiudo gli occhi e c'è il sorriso della mia anima vera
Della strada per l'aldilà
E splende proprio qui
In questa stanza di mezza periferia, tra le edere di Bangkok
Sono l'ultimo ricordo del calore che parla
Intona una nenia della buonanotte
Tremando tra le coperte
Raccolte
Nella foresta incantata, fa freddo.
Ridi.
Si dice che si vive per far poesia
Si dice che si vive per non veder morire la propria poesia
Si dice che si vive per vedere cosa c'è altrove.
Sei lontano e vuoi tornare
Sei a casa e vorresti scappare
Io guardo nel mondo un infinito più-in-là
Nel rispetto della vita vedo continuamente evolversi
La possibilità di sopravvivere
Acquisisce nuove forme
Mentre plasmo la materia della parola
L'infinita meraviglia
Ricordo a malapena i tuoi occhi
Perché è difficile trovare lo specchio giusto
Per guardarci
E vedere che dietro ai nostri occhi
Siamo in due
Insieme
Sdraiati
A goderci con un brivido lo spettacolo
E cala il sipario.
Altrove è ovunque noi riusciamo a guardare.
Altrove è una strada aperta dentro di noi.
Sdraiati, ci cerchiamo al buio.
E troviamo riparo.