WASTELAND
CAPITOLO 1
( Astrid's pov )
Non mi sarei mai immaginata che una cosa simile sarebbe potuta accadere. Non avrei mai immaginato che Hiccup fosse una persona simile. Mi era sembrato un ragazzo così dolce, sensibile...lo conoscevo da quando avevo solo tre anni, eravamo cresciuti assieme. Eppure a quanto pare non lo conoscevo abbastanza bene, o forse una parte di lui, quella più oscura e nascosta, mi era ignota. È incredibile quante cose si scoprano vivendo.
Lui ha lasciato un deserto dentro di me.
Avevamo iniziato a frequentarci quando compii diciassette anni. Ero totalmente consapevole delle mie azioni, ero grande e responsabile. Volevo quel tocco di libertà e indipendenza bramata da tutti gli adolescenti e sapevo come cercarla. La cercai in lui, infatti. Ero rimasta totalmente presa dai suoi occhi, quando li vidi dopo tanti anni. Ci eravamo distaccati quando lui aveva compiuto dieci anni, non ci eravamo più visti per così tanto tempo. Ma lui era diventato famoso a Berk. Era chiamato con nomignoli come "Il primo cavaliere dei draghi", "Il cavaliere di Furia Buia"...quando le voci mi arrivarono rimasi basita da tutto ciò. Avevo sempre creduto ai draghi come creature del male, nemici da sconfiggere. Fin da piccola avevo sempre vissuto preparandomi a diventare una guerriera degna del suo nome, ma lui mi aveva sorpassata in poco più di due settimane, un tempo molto ridotto rispetto al mio addestramento, mi aveva battuta con l'astuzia e l'intelligenza. Cose così mi fanno irritare e imbestialire, normalmente. Fu così, accadde, ovviamente. Lo andai a cercare di mia iniziativa. Sapevo dove abitava, essendo il figlio del capo.
Uscii di casa di sera tardi, per non essere vista da nessuno. Chiunque avrebbe potuto pensare a qualcosa del tipo : "Astrid Hofferson frequenta il figlio del capo!", e io non volevo che nessuno lo pensasse. Non avrei mai immaginato avrei avuto una relazione con lui, ma evidentemente non conoscevo nemmeno me stessa.
Quando arrivai alla casa degli Haddock mi arrampicai fino all'unica finestra al piano disopra, guardando dentro alla stanza per assicurarmi fossi nel posto giusto. Ero esattamente dove dovevo essere. Entrai silenziosamente,guardando dove mettevo i piedi. Osservavo Hiccup dormire apparentemente molto profondamente, e ciò poteva essere credibile :era quasi mezzanotte. Pensavo l'avrei colto alla sprovvista, ma a quanto pare lui era sveglio, non dormiva affatto.
Feci uno scatto in avanti, sfoderando fuori un pugnale e bloccandoglielo sul collo. La lama glielo sfiorava, ma stavo attenta a non lasciargli nemmeno un graffio. Non volevo fargli del male, chissà in quali guai sarei potuta finire solo per un segno leggero. Era il figlio del capo, aveva tutto il potere di questo mondo nelle sue mani.
Quello che ne uscì nonfu però uno sguardo preoccupato, una respirazione accelerata....isuoi occhi si aprirono lentamente. Mi guardava mentre sulle suelabbra si formava un sorriso. Tutto ciò fu abbastanza inquietante,in effetti.
–Ciao, Astrid.– mi disse, con la sua voce così profonda e perfetta da sembrare quella di un dio. Rabbrividii, non riuscendo a distogliere gli occhi dai suoi. –Cosa ti ha portata qui? Con un pugnale...a un millimetro dal mio collo?
Feci un respiro profondo,togliendogli il pugnale di dosso. Non mi ero immaginata questo grande cambiamento in lui, una volta era sempre così fifone...cosa l'aveva fatto cambiare in tale maniera?
–Ciao Hiccup, è tanto che non ci vediamo...– dissi, schiarendomi la voce con un colpo di tosse. Lui rimase steso sul letto, sembrava non avesse intenzione di alzarsi. Forse era davvero così, non mi riputava così importante.
–Concordo.
Rabbia. Gli avrei spaccato volentieri la faccia, se solo avessi potuto. Perché si comportava così? Perché non faceva nulla, non alzava nemmeno un dito? Si comportava tranquillamente, senza fretta. Come se avessimo avuto ore intere per parlare, e se avessimo finito troppo presto poi ci saremmo annoiati.
Non parlammo di molto quella sera. Il fatto importante è che non smisi una sera di andare a trovarlo. Era diventato una sorta di droga per me, non riuscivo a fare a meno di vederlo. Perché? Cos'era successo per farmelo piacere? Vorrei tuttora saperlo.
L'unica cosa che so è che ora sono bloccata in camera mia, con le lacrime che scendono sulle mie guance. Non riesco a fermarle, lui mi ha trasformata. Mi ha dato tutto ciò che volevo e poi me l'ha tolto senza preavviso, rendendomi tutt'a un tratto debole. Troppo debole.
Dopo i nostri numerosi incontri lui si era un po' aperto. Aveva iniziato a mostrare interessi nei miei confronti, facendomi sentire realizzata. Non desideravo altro. Mi ero innamorata di lui, totalmente. Del suo fisico, del suo modo di fare. E non so come, non so perché...una sera iniziammo a baciarci, senza neppure aver mai espresso a parole i nostri sentimenti. Le sue labbra erano calde, come avevo immaginato. Si univano perfettamente alle mie, come se fossimo stati fatti l'uno per l'altro.
Mi portò contro la parete, non prepotentemente, ma dolcemente. Questo era l'Hiccup che conoscevo quand'ero bambina, ma non fece altro che confondermi così. Quell'Hiccup non esisteva più, mi stava prendendo in giro. Voleva farmi credere di essere un altro.
Ma io ero così attratta da lui che non mi fermai un attimo a pensare quando lui cominciò a baciarmi sul collo...i pensieri erano bloccati dentro una scatola chiusa con un lucchetto le cui chiavi erano difficili da trovare, solo se sarei andata via le avrei trovate. Ma io non volevo andare via, io volevo rimanere lì con Hiccup. Mi sentivo una regina a pensare di averlo fatto cadere ai miei piedi, ma non era così.
Quando me ne resi conto era troppo tardi, ormai. Erano successe già troppe cose tra di noi,mi ero già unita a lui. Non ero stata totalmente consapevole delle mie azioni, in quell'istante. Sapevo di volerlo, ma non ero sicura di volerlo fare. Poco dopo però tutte le mie inibizioni sfuggirono nel nulla. Mi lasciai andare forse per la prima volta nella mia vita.Feci qualcosa senza preoccuparmene troppo, mi comportai come una vera adolescente. Come una ragazza audace, coraggiosa qual ero.
Mi disse "Ti amo"infinite volte, e io gli credetti. Feci male, molto male. Tutti gli ammonimenti dei miei genitori quand'ero piccola, del genere "Non ti fidare di nessuno"...tutti buttati via come un foglio sul fuoco, a bruciare. Ma una volta arrivati alla cenere non si può più ricostruire la carta. Se avessi solo strappato il foglio sarei riuscita a rimettere insieme i pezzi, per quanto piccoli e tanti fossero, ma io non l'ho fatto. Io ho scelto la prima opzione, sono stata totalmente ingenua. Mi odio ora. Nel momento in cui soffro. Soffro così tanto che darei di tutto per tornare indietro. È troppo tardi, però. Non si torna indietro.
Non avrei mai immaginato che lui avrebbe fatto la stessa precisa cosa con Rikke.* Eravamo grandi amiche da bambine, poi ci siamo allontanate un po'...quando lei è arrivata a casa mia le ho letto negli occhi le stesse parole pensate da me. Cose di questo genere : "Ci sono cascata", "Dovevo stare più attenta", "Perché l'ho fatto?"
Una volta dopo aver scoperto che lei aveva subito le mie stesse cose sempre da parte di Hiccup mi sono girata e sono corsa in camera mia. A piangere come sto facendo ora. Lo faccio ogni sera, ormai. Penso che sia l'ora di reagire, però. Alzarmi, uscire da qui e dirgli in faccia ciò che penso davvero. E se non gli farà nessun effetto, beh...almeno mi sarò sfogata.
Lui ha lasciato un vuoto dentro di me.
Un vuoto che se voglio può essere colmato, non sono irrecuperabile. Non posso lasciarmi cadere in un oceano di emozioni. Ho già toccato il fondo, ormai sono bloccata quaggiù...ma se voglio posso rialzarmi, nuotare fino all'aria. Posso ancora farcela. Nulla è perso. Stiamo parlando di Hiccup, quello che era spaventato da me quand'era bambino. Posso farlo spaventare anche adesso, se ci provo.
Mi alzo in piedi, apro la porta e scendo le scale velocemente. Esco di casa sbattendomi la porta alle spalle e cammino spedita verso la casa del traditore più miserabile della storia. Il figlio del capo così bastardo...mhm,cattiva cosa. Non sarà un buon capo, presumo. Solo l'idea che in futuro comanderà lui a Berk mi fa rabbrividire.
Entro nella sua camera dalla finestra come sempre, guardandolo sul letto schifata.
*Rikke = personaggio inventato, da prendere come possibile ragazza di Berk che non fa parte del gruppetto di cavalieri che noi conosciamo.
NOTA:
La fanfiction ha il titolo di una canzone da cui ho preso ispirazione. Eccola : https://www.youtube.com/watch?v=Lm-rpaWkONI&list=RDMMewaFwj_TpFg&index=2
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Wasteland ||cricrina01
Fanfiction"Non mi sarei mai immaginata che una cosa simile sarebbe potuta accadere. Non avrei mai immaginato che Hiccup fosse una persona simile. Mi era sembrato un ragazzo così dolce, sensibile...lo conoscevo da quando avevo solo tre anni, eravamo cresciuti...