Perché al mio fianco ci sei tu

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Dedicata al gruppo Telegram Yuri!!! On Ice [Fangroup]: ragazzi siete una continua fonte di divertimento e ispirazione, vi voglio bene <3


You raise me up, so I can stand on mountains                                                                                                   You raise me up to walk on stormy seas                                                                                                                     I am strong when I am on your shoulders                                                                                                            You raise me up to more than I can be

You raise me up - Josh Grovan


Christophe Giacometti osservò il suo riflesso nello specchio del bagno dell'Ice Stadium di Barcellona. I suoi occhi erano arrossati per le lacrime che aveva versato fino a poco prima. Aveva sciacquato il viso più volte ma ad un'unica occhiata tutti avrebbero capito che aveva appena pianto. Provava una tale rabbia! Per una volta che non c'era Victor, per una volta che aveva la strada praticamente spianata per l'oro... Aveva sprecato l'occasione di vincere. Si era distratto, aveva sbagliato, aveva perso. Non poteva che incolpare se stesso...

La porta del bagno si aprì e lui abbassò lo sguardo sul lavandino al quale si stava appoggiando con ambo le mani.

"Christophe." Lo chiamarono e non poté che alzare gli occhi ed ecco che un viso familiare comparve dietro di lui nel riflesso dello specchio. Un uomo alto e bello, con addosso un elegante completo sotto un lungo capotto; aveva dai lunghi capelli castani ben acconciati, un paio di occhi marroni e caldi che fissavano Christophe con amore e dolcezza. "Sei stato bravissimo, Chris." Disse.

Lo svizzero sbuffò. "Non mentirmi."

"Non mento mai e tu lo sai benissimo." disse l'uomo accarezzandogli la schiena con delicatezza.

"Ho fatto schifo..." continuò Christophe voltandosi completamente per guardarlo direttamente negli occhi. Amava specchiarsi in quegli occhi, sinceri e profondi, quegli occhi erano la prima cosa che vedeva la mattina e l'ultima che vedeva la sera prima di addormentarsi.

"Smettila di sminuirti Christophe." disse con dolcezza il proprietario di quegli occhi. "Sei bravissimo, il risultato non conta. Tu sei un campione."

A quelle parole gli occhi di Christophe si riempirono ancora una volta di lacrime, che cercò di nascondere inutilmente con le mani. L'uomo dai capelli castani allora lo abbracciò e lo svizzero affondò il viso nel suo petto, continuando a piangere, mentre l'altro gli accarezzava i capelli e la schiena. "Va tutto bene, va tutto bene..." mormorava dolcemente. "È normale sentirsi così."

Christophe pianse per alcuni minuti ma poi si riprese; si allontanò dal petto dell'uomo asciugandosi gli occhi con la mano e il suo sguardo cadde sulla macchia che si trovava dove prima c'era il suo viso. "Ti ho bagnato il cappotto..." mormorò.

"Ti sembra il momento giusto per preoccuparsi del mio cappotto?" Chiese l'uomo alzando un sopracciglio.

Christophe ridacchiò un po' imbarazzato, guardando l'uomo che lui sorrideva. "Ci sono dei giornalisti che vogliono farti un'intervista." Disse semplicemente.

"Devo proprio?" Chiese lo svizzero sconsolato, visto che non era proprio in vena di parlare a degli estranei della sua terribile gara.

"Si, devi... Ma prima ti dobbiamo rendere presentabile."

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