" Non dimentico. Archivio, e poi mi vendico. "
- Sicura che la casa sia questa? - Domandò per la ventesima volta Jake.
- Se lo ripeti una volta di più ti taglio le palle -, sibilò Jane, gli occhi verdi che rispecchiavano l'euforia unita all'agitazione.
L'imponente casa con le pareti azzurro cielo si stagliava davanti a loro, l'unica finestra attraverso cui filtrava la luce del lampadario acceso era quella al terzo piano.
Jane aveva calcolato che quella doveva essere la stanza da letto di Cara, così come aveva studiato meticolosamente il resto dell'edificio.
- Lo sai che facendo quello che stiamo per fare violeremo circa due terzi delle leggi attualmente in vigore? -, le sussurrò Jake.
Jane sbuffò e si voltò a guardarlo: i capelli pel-di-carota del ragazzo assumevano strane sfumature rossicce alla luce della luna, le sue lentiggini erano quasi del tutto inesistenti nel buio e i suoi occhi, di un verde più scuro e spento di quello delle iridi di Jane, brillavano di preoccupazione.
- Se non vuoi proseguire perché ti caghi sotto, fa' pure. Ma sarebbe una follia, arrivati a questo punto: abbiamo studiato e programmato questo giorno per mesi e mesi, e abbiamo passato l'ultimo anno a parlare esclusivamente della nostra vendetta, a immaginare come sarebbe stato assaporare la vittoria e liberarci finalmente di questo problema -, Jane immaginava il colorito di Jake farsi di colpo di un rosso violento. - Ma se tu vuoi mollare proprio ora, fa' pure. Io non ti fermerò -.
Jake sbuffò profondamente e non emise più un lamento, ma rimase a guardarla qualche minuto, cosciente del fatto che lei aveva molto più coraggio in corpo di lui. Jane, che intuì immediatamente i pensieri del ragazzo, gli prese una mano tra le sue, e non aggiunse nient'altro.
Era ormai un'ora che aspettavano lì, raggomitolati dietro ad un arbusto in un parco, fissando silenziosamente la finestra illuminata della stanza di Cara. Le gambe di Jane urlavano di dolore e la ragazza si chiese cosa stessero facendo i restanti componenti del suo gruppo, disseminati in postazioni differenti: Travis, Greg e Kristina.
Quando finalmente la luce nella camera da letto si spense, Jake sobbalzò, e Jane gli strinse una spalla, come se con quel semplice gesto potesse infondergli un po' di coraggio, mormorando una sola parola:- ora -.
Corsero a perdifiato verso il giardino dell'enorme casa, e così fecero i restanti tre complici, che li raggiunsero poco dopo affannati e con le fronti imperlate di sudore.
- Ci siamo -, prese la parola Jane. - Sappiamo tutti cosa fare, ognuno di noi ha un suo compito specifico e se soltanto uno commette un errore, una piccola, microscopica imprecisione, qui salta tutto. Okay? -
I quattro annuirono, determinati e uniti dalla stessa motivazione: la vendetta.
- Abbiamo i nostri zaini. Abbiamo il nostro piano ben fisso nella mente. Abbiamo coraggio, determinazione e soprattutto spirito di squadra. Ragazzi, questa è la nostra notte. Questa è la rivoluzione delle nostre esistenze! - Mormorò Jane levando al cielo la mano sinistra, imitata repentinamente da tutti gli altri.
Poi, abbassate le mani, si tracciarono sul cuore una 'v', e ognuno seguì la propria strada.
- Questa è la notte -, sussurrò ancora una volta Jane, rimasta sola nel cortile completamente buio. - Questa è la rivoluzione -.
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Revenge - Cara Delevingne
FanfictionLa vendetta genera differenti emozioni. L'appagamento, che avviene quando il soggetto prova soddisfazione per ciò che ha compiuto. Il rimpianto, quando il soggetto è pervaso da un opprimente e lancinante dolore per ciò che ha fatto, e desidererebbe...