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Ho finalmente preso casa, in realtà è un appartamento. È piccolo, ma è carino. Sono da solo finalmente, dovevo chiudere con il passato, almeno chiudere con la mia famiglia per un po'.

Ho 30 anni e una vita vissuta a rilento alle spalle. Non volevo più avere proibizioni, limitazioni e regole che tutti continuavano ad impormi anche adesso che ho 30 anni.

"Avresti potuto sposarti" - continua a ripetermi mia madre mentre chiudo gli ultimi scatoloni.
"Si dovrei, ma non avresti approvato."
Un figlio come me era meglio perderlo che trovarlo per lei.
Una vita passata a far felice papà, c'era solo il calcio per lui,  "Guarda tuo fratello come è bravo, non ti piacerebbe diventare come lui?" - ripeteva sempre le stesse cose, dovevo prendere esempio da lui e diventare come lui. Mamma mi ha mandato a karate quando ero piccolo, lo detestavo, ero basso e magro. Il calcio mi piaceva, ma papà mi metteva troppa pressione addosso, era troppo impegnativo e pieno di responsabilità che non volevo, a 15 anni volevo avere semplicemente 15 anni.
Ho aspettato la maturità e con questa scusa gli ho detto che non riuscivo a stare dietro al calcio, sapevo che per lui era importante la mia istruzione.

Mi sono anche iscritto all'università cercando di guadagnare anni e capire cosa volevo. Eravamo 4 in casa, stavamo bene, universitari, tutti al primo anno, il nostro unico pensiero era andare in giro per locali la sera.
"Mamma ho un esame da preparare, non posso tornare." - era la scusa più frequente e lei sembrava crederci. Tornavo a casa una volta al mese solo per far vedere di essere vivo.

Forse dovrei parlarvi dei miei coinquilini, ma non c'è molto da dire, erano dei tipi tranquilli. C'era del movimento in casa, Matteo e Riccardo erano fidanzati, era facile vedere le loro ragazze in giro per casa. Io non ero un tipo da relazione fissa, mi piaceva uscire ed andare in discoteca la sera, mi divertivo così. Non sapevo cosa fosse in realtà per me il divertimento, ma bevevo così tanto che la mattina dopo neanche mi ricordavo più il mio nome, che, nel caso in cui dovesse interessarvi, è Mario.

Non so come, ma un giorno mi sono svegliato ed avevo la corona di alloro sulla testa, una giacca nera, una cravatta, un mazzo di fiori in mano e mia madre che piangeva. Mi ero laureato e neanche me ne ero reso conto.
Una laurea presa e mai sfruttata, dopo qualche mese ho trovato lavoro in un negozio e sono rimasto nella stessa casa con le stesse persone per altri cinque anni.
Facevo il commesso un un negozio di abbigliamento e andavo a divertirmi in giro per locali, non era cambiato poi granché.
Ho ripreso anche a giocare a calcetto, c'era una piccola palestra vicino casa dove giocava il mio migliore amico e l'ho trovata un'ottima distrazione.

Vi ho dato più o meno le indicazioni di base su quella che è stata la mia vita dai 15 anni fino ad adesso. Ho omesso una parte, non l'ho fatto volontariamente, ma io non la ritengo una cosa così importante, o almeno, adesso è una parte fondamentale della mia vita, ma non è qualcosa che mi ha cambiato.
Mia madre invece la ritiene quasi una tragedia. Un giorno gliel'ho detto, me lo ricordo ancora, era in cucina, papà stava per tornare da lavoro: "Mamma sono gay!" - Lo sapeva già, era comunque mia madre, mi aveva messo al mondo e lo so che lei lo aveva capito da tempo.
Si ferì con il coltello mentre affettava la cipolla che accelerò solo la fuoriuscita delle lacrime di suoi occhi.

Mi ha cacciato di casa, motivo per cui adesso vivo da solo, dovevo cambiare tutto e stare per i fatti miei. Ricostruire la mia vita senza più segreti.
Papà mi ha chiamato però, anche mio fratello, non erano poi così turbati. Sorvolate le battute di mio fratello adesso con loro va tutto bene.
Mamma? Mamma non la sento da un anno e mezzo.


++ la storia è chiaramente inventata, viaggiate con la fantasia che è gratis, ma alle 8 tornare a casa che mamma ha preparato la cena. Spero vi sia piaciuto. ++

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⏰ Last updated: Dec 30, 2016 ⏰

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Eppure io mi sento bene adesso. Where stories live. Discover now